«Noi al massimo e sarà dura per tutti, vogliamo i playoff»
Il Sorso in testa con il sinistro di Cocco: «Gol bello e importante, ancora non siamo brillanti ma con determinazione abbiamo battuto un grande Atletico Uri»
Minuto 37 della sfida Sorso-Atletico Uri, il risultato è di 2-2 con gli ospiti in dieci uomini dal 40' del primo tempo per l'espulsione di Mereu e i padroni di casa protesi alla ricerca del gol-vittoria: punizione laterale per i biancocelesti di Pierluigi Scotto, assembramento in area giallorossa, sulla palla c'è Mirko Delrio che tocca lateralmente al liberissimo Giacomo Cocco, l'esterno sinistro si aggiusta la palla e poi spara una "cannonata" spedendo la sfera sotto l'incrocio dei pali della porta difesa da Sotgia che nulla ha potuto. È il gol del 3-2 che vale la seconda vittoria in campionato del Sorso rimasto in vetta insieme con Castiadas, Samassi e Stintino. «Di solito le punizioni da destra le batto io a rientrare col sinistro - racconta il mancino classe 1984, uno dei tanti volti nuovi della matricola romangina - Stavo andando verso la palla ma ho visto che nessuno mi seguiva, ho dato un'occhiata a Mirko che mi ha servito immediatamente, senza controllare la palla ho calciato subito in porta. La speranza è quella di impattare bene la palla e come minimo mettere in difficoltà il portiere, da quelle distanze e senza nessuna pressione sono convinto che bisogna sempre calciare perché su una respinta o un rimpallo puoi trovare una zampata e metterla dentro. E poi basta con queste triangolazioni anche in area avversaria, uno deve provarci a calciare in porta quando ha lo specchio libero».
Poi la corsa immediata verso i tifosi
«L'esultanza è stata spontanea perché in quel momento i tifosi cantavano "gonfia la rete", oltre al fatto che ci hanno incitato dal primo all'ultimo minuto. Sono stati di grande aiuto nel trascinarci alla vittoria e per me è stato un vero piacere andare sotto la tribuna ed esultare con loro. Il gol è tutto per loro»
L'importanza della rete e della vittoria in questa fase del campionato
«Per me è una bella soddisfazione perché tiri così me ne escono uno ogni 4 anni, poi è valsa una vittoria che ci dà tanto morale perché ancora non ci riesce tutto ciò che proviamo in allenamento. Più o meno ci conosciamo tutti tra compagni ma non abbiamo mai giocato insieme, tranne io con Ruggiu, Falchi e Ivan Delrio. Non siamo il Latte Dolce che per anni ha giocato a memoria, bisogna tentare di arrivare a quei livelli e col lavoro ci riusciremo. E poi abbiamo battuto un Atletico Uri che reputo una grossissima squadra, ci ha messo in difficoltà anche quando sono rimasti in dieci. Già dall'inizio hanno avuto un atteggiamento guardingo, lanciavano palla lunga a scavalcare la linea della nostra difesa verso Matteo Tedde che è un fulmine. Se permetti quella giocata e certi spazi hanno giocatori che non perdonano In quella situazione siamo andati in affanno ed eravamo in apprensione»
Si è visto un movimento sbagliato della linea difensiva in occasione del gol di Matteo Tedde
«Quando vedevo i lanci di Mereu verso Tedde tendevo a scappare dietro, il fuorigioco non l'abbiamo mai fatto, non ci siamo capiti con i compagni di reparto, è stata una svista sulla quale dobbiamo lavorarci, non posso prendere io una decisione e il mio compagno un'altra, bisogna leggere la situazione bene. Sono errori che, in questa fase della stagione, ci possono stare, sottolineerei la nostra reazione con cattiveria e determinazione»
Ci si aspetta tanto dal Sorso, a che punto siete?
«Sono sincero, siamo al 40%. Perché comunque siamo dei buoni giocatori e andiamo in campo con un'idea di gioco da mettere in pratica ma non ancora con gli automatismi giusti. Piano piano ci arriveremo, intanto è bello vincere le partite con un tiro da fuori area mio, o con una prodezza di Pulina come quella a Calangianus o un guizzo sottoporta di Falchi. Le basi per far bene ci sono, stiamo lavorando e quando vinci non in perfette condizioni è un bel segnale, la nostra felicità è quella che sappiamo di non essere ancora brillantissimi ma portiamo a casa ugualmente le vittorie. Quando saremo in una situazione ottimale sarà dura per tutti»
Ma dove può realmente arrivare il Sorso?
«Non ci nascondiamo dietro un dito né mi piace scaricare le responsabilità alle altre squadre, io sono uno che vuole provare a vincere tutte le partite ma non sarà facile perché ci sono avversari di ottimo livello. Io vedo ora che Castiadas e Samassi hanno un qualcosa in più di noi, perciò non dico che il Sorso lotterà per vincere il campionato ma i playoff dobbiamo per forza centrarli, sono alla nostra portata e sono sicuro che li centreremo»
C'è il rammarico di non aver giocato il primo turno di Coppa Italia contro un avversario più soft della Torres?
«La Coppa Italia è un obiettivo molto importante ma è un'arma a doppio taglio, ti porta via tante energie non solo nelle sfide regionali ma, soprattutto, nei turni fuori che sono sempre molto difficili. È vero che può darti la serie D, il Lanusei tre anni fa salì di categoria proprio grazie alla Coppa Italia ma in campionato aveva chiuso al quinto posto in classifica e magari se in semifinale non ci fossero state avversarie che avevano vinto il proprio campionato sarebbe rimasto con un pugno di mosche in mano. Sulla doppia sfida contro la Torres dico che in carriera ho giocato sei derby e sono state sempre gare brutte, perché accompagnate da un pizzico di tensione da ambo le parti, sono partite più maschie che giocate al calcio. Le ultime due non mi sono piaciute, a parte la cornice di gran pubblico, poi è chiaro che avrei voluto vincere perché ci tengo a vincere anche nelle sfide in piazzetta. C'è il rammarico ma ormai è andata così e ora pensiamo solo al campionato»
Domenica la trasferta a Muravera che da ex Latte Dolce hanno portato bene negli ultimi anni
«L'anno scorso strappammo un punto importante in chiave-salvezza, l'ultima volta in Eccellenza vincemmo 3-2, speriamo anche stavolta di sorridere. È un campo difficile, loro sono molto bravi, hanno un grande allenatore come Oliveira e grossi giocatori reduci dal campionato di serie D. Il mancato ripescaggio ha bloccato il mercato ma sono certo che usciranno subito da questa situazione. Noi siamo pronti a dare l'anima, scenderemo in campo per dare tutti il massimo e conquistare tre punti»
Di nuovo con mister Scotto dopo tre stagioni, come l'hai ritrovato?
«È sempre il solito mister, che lavora con la decisione e la grinta di prima. Con Pierluigi non ci siamo mai persi di vista in questi anni, l'ho ritrovato bello "cazzuto", determinato e sempre più affamato, adesso è un po' che gli manca una bella stagione intera, so bene quanta voglia ha e quanto ci tenga a fare bene. Anche ora che non ci riescono le cose che stiamo provando in allenamento, l'arma in più è la grande determinazione che ci sta trasmettendo»
Perché lasciare il Latte Dolce dopo così tanti anni?
«Perché mi sentivo di non avere più nulla da dare. Ho giocato 14 stagioni in prima squadra più due di settore giovanile, con 375 gare ufficiali sono il giocatore con più presenze nella storia del Latte Dolce. A metà aprile, quando ci siamo salvati, mi sono preso 15 giorni di riflessione, ho capito che non c'erano più le motivazioni e quella fame che ho sempre avuto perciò ho comunicato alla società che sarei andato via. Se fossimo retrocessi sarei rimasto perché non avrei lasciato la barca, rimango un grosso tifoso del Latte Dolce ma ora le motivazioni ce le ho nell'affrontare questa affascinante avventura con il Sorso»
L'entusiasmo di Sorso vi sta contagiando?
«C'è grande fame di calcio dopo gli anni Ottanta nei quali ha militato in serie D e in C2, il sorsese ha poi passato stagioni in cui vedeva i vari Langella, Fini e Pinna in serie A e B e la propria squadra in Prima o Seconda. Adesso c'è un grosso entusiasmo nell'ambiente, l'Eccellenza è la massima categoria del calcio regionale, in società ciascun dirigente fa il proprio compito con grande passione, il pubblico ci sta molto vicino e ci spinge, a me personalmente tutto questo fa bene perché avevo perso un po' di stimoli. Ma non abbiamo promesso nulla se non dare il massimo in ogni gara, anzi una mezza promessa i tifosi ce l'hanno strappato ed è quella di conquistare i playoff»