La Figc chiede equilibrio tra promozioni e retrocessioni: meno arrivi dall'Eccellenza meno i playout in serie D?

A partire da inizio febbraio si è iniziato a spingere sulla ripresa dell’Eccellenza e dei campionati regionali di vertice, compreso il calcio femminile e il calcio a 5 (maschile e femminile), perché aventi un collegamento diretto alle competizioni nazionali organizzate dalla LND. E, per fare ciò, c'era la necessità di far rientrare tali competizioni negli eventi riconosciuti dal Coni nell'elenco di quelli con "preminente interesse nazionale". Su quest'ultimo aspetto non c'è alcun problema una volta che la Lnd stabilirà il calendario di riavvio dei campionati.

Sulla connessione diretta tra il campionato di Eccellenza e Serie D, la Figc ha posto un'ulteriore accento sul format della ripartenza perché, oltre a contemplare un numero minino di squadre per ogni girone (è ammessa la facoltà di poterli organizzare con altri Comitati Regionali), deve garantire l’auspicato equilibrio tra promozioni in Serie D e retrocessioni in Eccellenza. Cioè vuol dire che nel momento in cui i format definitivi per la ripartenza produrranno sicuramente un numero di salti di categoria inferiore ai 36 previsti ad inizio stagione (28 dai vincitori dei gironi, 7 dalle vincitrici degli spareggi nazionali, 1 dalla vincente della Coppa Italia Nazionale) ci saranno conseguentemente meno retrocessioni dalla serie D.

Già avere 9 promozioni in meno dall'Eccellenza porterebbe la conseguenza di avere un playout per la retrocessione in meno con la salvezza garantita alla quintultima e sestultima classificata nei 9 gironi della serie D. Un dettaglio di non poco conto per un campionato che, nel mare tempestoso dei rinvii per l'emergenza Covid e nei recuperi a rotta di collo, ha programmato di portare a termine tutto il calendario originario con squadre in campo per oltre dieci mesi tra allenamenti e gare ufficiali.