Tommasi: «Pensiamo a stare in casa tutti, nessuno escluso. »
La Lega Serie A asseconda il desiderio di Aic e Fmsi: nessuna ripresa degli allenamenti fino al 4 aprile
La Serie A tornerà in campo il 4 aprile, cioè il giorno dopo quello consigliato dalla Federazione dei medici sportivi. Questa è la decisione presa nell’assemblea a distanza dei presidenti che ha stabilito una data comune sul ritorno agli allenamenti. Cagliari, Lazio e Napoli avevano deciso la ripresa in campo nei rispettivi centri sportivi lunedì 23 marzo, con allenamenti individuali o a piccoli gruppi. Soprattutto Lotito era il più pronto a riprendere immediatamente le attività, dall'altra parte c'era il fronte con la Juve in testa (ancora in quarantena con Inter, Fiorentina, Sampdoria, Verona, Udinese e Atalanta) che preferiva assecondare il desiderio dell'Aic di Tommasi e della Fmsi. I giocatori si alleneranno divisi in piccoli gruppi dal 4 aprile mentre le sedute collettive, comprese partitelle e schemi tattici di gruppo, verranno rimandate al 15 aprile.
«Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, non ha senso - la nota di Damiano Tommasi sul sito ufficiale dell'Assocalciatori - Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso. Il rinvio dell'Europeo aiuterà e magari ci permetterà di concludere i tornei nazionali».
Francesco Casasco, presidente della Federazione europea medici dello sport e di quella italiana, è categorico nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera: «No alla corsetta. Anche se in solitario, è comunque un modo di esporre noi stessi e la comunità al rischio di contagio. Chi esce per jogging tende a sostare presso le panchine, fermarsi per lo stretching. Abitudini da dimenticare. Correre per la strada è una fuga dai propri doveri civici ed è un rischio ulteriore. Sono d’accordissimo con chi sostiene la linea di estremo rigore. Non ci devono essere zone grigie nei nostri comportamenti. E poi mi chiedo, all’improvviso gli italiani sono diventati tutti così sportivi? Mah…».