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La "tigre" Deliperi torna a ruggire: «È dura stare fuori, col San Teodoro risaliremo»
Il portiere: «L'addio alla Torres m'ha fatto male»

La "tigre" Deliperi torna a ruggire: «È dura stare fuori, col San Teodoro risaliremo»

La "tigre" torna a ruggire e lo farà domenica sul campo del Samassi. Simone Deliperi si infila nuovamente i guanti e difenderà la porta del San Teodoro che per diverso tempo lo stava inseguendo fino a che non è arrivata la firma mercoledì. «Cercavo un ambiente tranquillo - dice il nuovo portiere dei galluresi - per evitare che si possano ripetere situazioni particolari come quella che mi ha portato a lasciare la Torres dopo due anni bellissimi, l'ultimo dei quali fantastico almeno sul campo». Dopo l'addio traumatico al club sassarese e due mesi di soli allenamenti con l'amico-preparatore Giancarlo Peana, il 32enne di Valledoria farà l'esordio in maglia viola a Samassi con dei compagni e una società che l'ha accolto molto bene: «Il San Teodoro mi ha cercato più volte e questa settimana è arrivato l'accordo. Conoscevo già l'allenatore Giovanni Pittalis e poi Stefano Medda e Alessandro Mascia, due ex torresini come me, spero di poter dare loro e ai miei nuovi compagni una mano per risalire subito in classifica».

Simone, è stata dura stare fuori tutti questi mesi?

«Se ragioni da giocatore fai fatica perché al di là di non essere rimasto alla Torres, la squadra che ho nel cuore, speri comunque di accasarti altrove. Pensavo però che sarebbe stato più facile trovare squadra per uno come me che ha fatto qualche stagione nei professionisti. Poi ti accorgi che nel mio ruolo c'è stato in precedenza chi ha avuto le stesse difficoltà come Tore Pinna, Matteo Trini, Maurizio Floris per non parlare di allenatori quotati come Bernardo Mereu, Virgilio Perra, Mauro Giorico e allora pensi che il calcio a volte gira al contrario»

Le proposte non sono comunque mancate in estate, il Tavolara che si è ritirato ha creato qualche problema di sistemazione ai giocatori coi quali aveva un pre-accordo

«Certo, ha influito anche quello così come non era facile trovare un ambiente che ti dia gli stessi stimoli che ti dà quando giochi con la Torres. Io ho avuto una buona proposta dal Thermal Abano, una squadra di Eccellenza di Padova nella quale gioca anche il mio ex compagno in rossoblù Alessandro Cadau, ma a 32 anni non me la sono sentita di accettare e dover stare lontano dalla famiglia. Qualche società avrà anche pensato che mi fossi già accordato e magari non mi ha cercato oltre al fatto che in Sardegna ci sono più portieri buoni che squadre di Eccellenza e qualcuno doveva stare fuori»

Niente Tavolara ma San Teodoro è a pochi chilometri da Olbia, il derby continua...

«Sarà sicuramente una partita diversa dalle altre per me e che sicuramente giocherò in modo diverso dalle altre. A Olbia mi aspetterenno in modo particolare visti i precedenti dello scorso anno quando ero alla Torres ma voglio pensare che ci sia una sana rivalità e che ogni cosa rimanga sul campo e non si ripetano più certi gesti che col calcio nulla hanno a che fare»

Quando vi rincontrerete con Siazzu saranno ancora scintille o vi saluterete?

«Salutarci o no sarà una cosa che verrà sul momento, in campo daremo il massimo e poi ognuno per la propria strada. L'anno scorso io e lui eravamo i giocatori più rappresentativi di Olbia e Torres e probabilmente abbiamo sentito in modo particolare la rivalità così come la sentono le tifoserie. Quest'anno sarà più facile a livello emotivo perché incontra Deliperi portiere del San Teodoro e non della Torres. L'Olbia è favorita perché è una squadra costruita per vincere, noi invece puntiamo a raggiungere la salvezza quanto prima»

Quanto è costato staccarsi dalla Torres? Un addio accompagnato da polemiche

«Da una parte, ho tratto beneficio dal fatto di aver dovuto lasciare certe persone, nell'aver constatato alcune cose fatte male dalla società e nell'essermi esposto, da capitano, per certi compagni che non meritavano nulla come persone. Dall'altra, mi ha fatto male perché mi manca il tifo della "curva", perché mi manca il fatto di non indossare la maglia della squadra del cuore e perché andavo fiero di esserne il capitano. Devo dire però che non appena ho scritto sul mio profilo facebook che avevo firmato col San Teodoro ho ricevuto tanti in bocca al lupo da amici e giocatori ma anche tanti messaggi di tifosi torresini con scritto "grazie capitano", "sei una persona vera", etc. Tutta questa considerazione è la mia vittoria personale che nessuno potrà portarmi via, perché nella carriera uno tocca l'apice e poi inevitabilmente scende ma essere ricordato soprattutto come persona mi rende felice»

La Torres senza Deliperi che va comunque bene in campionato che effetto fa, di contentezza o indifferenza?

«Sono contento a prescindere perché prima di tutto sono un tifoso rossoblù, più in alto arriva la Torres e meglio è, non faccio certo il gufo con la squadra del cuore. Io dico che, fortunatamente, certe persone poi non rimarranno in eterno alla Torres così come non ci sono rimasto io, e il mio pensiero va ai ragazzi che stanno facendo grandi sacrifici e che si meritano di gioire come ho gioito in precedenza io. Fa piacere sentire giocatori come Angheleddu e Carboni quanto apprezzino il fatto di indossare la maglia della Torres»

Con Deliperi, Medda e Mascia c'è un pezzo di Torres a San Teodoro

«Sono felice di condividere questa avventura con Stefano e Alessandro ma in squadra, se è per quello, ci sono tanti olbiesi. Con Nardo, ad esempio, ci vien da ridere ripensando alle sfide dello scorso anno tra Torres e Olbia»

Questo San Teodoro può ambire solo alla salvezza?

«Di sicuro siamo una buona squadra per quanto concerne i giocatori "anziani" e possiamo giocarcela alla pari con tutti, piuttosto siamo carenti nel reparto fuoriquota. Non abbiamo una squadra Juniores e abbiamo due soli '95, se per caso hanno contemporaneamente la febbre giochiamo in dieci. La società spera a dicembre di poter aggiungere qualche altro fuoriquota. Sarò ripetitivo ma questo regola dell'obbligatorietà dei quattro giovani sta facendo solo danni, il campionato è sceso tantissimo di livello, con le imposizioni non si favorisce la creazione di un settore giovanile ma si alimenta la "tratta" dei fuoriquota e non si risparmia perché si spendono i rimborsi anche per quei giovani che si fanno 100 chilometri al giorno per giocare. E poi la maggior parte dei '95 non è fisicamente all'altezza per un campionato di Eccellenza, da noi si è infortunato il portiere del '96 per un colpo preso al costato in un'uscita»

Deliperi invece è pronto all'esordio?

«Prontissimo, la voglia è tanta anche se so che non sarà facile e che ci vorrà in seguito tanta motivazione. Quando vieni da piazze importanti come Sassari, dove la tifoseria ha un peso enorme nelle tue prestazioni, sai che dovrai cercare dentro di te più spinta che in passato»

Che non dovrebbe mancare per uno che per due mesi si è allenato per farsi trovare pronto alla prima occasione

«In questo devo ringraziare Giancarlo Peana, il mio preparatore che per quattro giorni alla settimana in questi due mesi ha tolto del tempo alla sua famiglia per dedicarla alla mia preparazione. Per me lui è un secondo padre, mi è sempre stato vicino nei momenti di difficoltà, persone così non se ne trovano facilmente in giro. E devo ringraziare la società della Sacra Famiglia per i due mesi trascorsi con loro, mi hanno messo a disposizione gli impianti così come a Cristian Sias, ex compagno alla Torres e fortissimo giocatore che non si capisce perché non abbia ancora trovato squadra»

Un ultima domanda, perché il soprannome "tigre"?

«Così mi chiama Peana e me lo porto appresso da anni. Non so perché me l'ha messo, forse per come mi alleno o sto in campo»

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2012/2013
Tags:
Sardegna
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