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Luca La Rosa, centrocampista, Arzachena
«Ringrazio la società, mi è stata vicina, la squadra ha fatto cose incredibili»

L'Arzachena sfodera un'arma in più per la corsa alla Lega Pro, La Rosa: «Ora o mai più, per noi è un'occasione irripetibile. In campo 4 mesi dopo l'operazione? Una liberazione»

In questa volata verso la Lega Pro l'Arzachena si rinforza. Senza andare sul mercato (e non potrebbe per regolamento) ma attingendo dalla propria rosa la società smeraldina si ritrova in organico Luca La Rosa, importantissimo jolly di difesa e centrocampo che domenica contro la Flaminia ha fatto il ritorno in campo a 4 mesi esatti dall'operazione al ginocchio. «Non era passerella», rimarca subito l'ex San Teodoro e Olbia al secondo anno in biancoverde. Al 5' della ripresa ha preso il posto di Salvini con la squadra in vantaggio di 1-0 ma anche in dieci già prima del riposo: «Quando è stato espulso Brack, il pensiero è stato: "Tocca a me". Negli spogliatoi mister Giorico mi ha detto: "Vai a riscaldarti che entri subito". Così è stato». Il pensiero è andato allo scorso 6 novembre quando, a Lanusei, il ginocchio aveva fatto crac: «Ti passano tante cose in testa e un po' d'ansia c'era ma, appena messo piede in campo, ho sentito una carica forte, ho fatto contrasto dopo 2' che avrei spaccato anche un muro».

 

Al rientro negli spogliatoi cosa si prova nell'esser tornati protagonisti in campo?

«Ho provato una emozione fortissima. Sono crollato in un pianto liberatorio coi miei compagni, da circa un mese mi ero aggregato con la squadra, nelle ultime due settimane stavo forzando negli allenamenti, sono stato due volte in panchina contro Città di Castello e Torres, nell'ultima settimana mi sentivo veramente bene e fisicamente sicuro. A fine partita qualcuno mi ha detto: "Pensavo fossi in panchina a far numero". Ho risposto: "Ma secondo te mister Giorico manda i giocatori bravi e a posto fisicamente in tribuna per tenere in panchina uno inutilizzabile? Ci giochiamo il campionato, il mister mi ha fatto entrare con la Flaminia perché convinto potessi dare una mano, eravamo in dieci e ci stavano pressando. Io mi sentivo pronto, è andata bene a me e alla squadra visto che abbiamo vinto 2-0»

Chi ringraziare per questo recupero lampo?

«In primis l'ortopedico che mi ha fatto l'intervento perfetto al policlinico di Sassari, il dottor Pier Damiano Mulas. Poi, in tutti questi mesi, mia moglie e mia figlia che sono stati al mio fianco nella riabilitazione e nel recupero dandomi ulteriore carica. E, soprattutto, la società, il presidente Menio Fiorini, i dirigenti e il direttore Antonello Zucchi perché non mi hanno fatto mancare nulla dal punto di vista umano ed economico. Si sono comportati da signori, io sono stato operato il 12 dicembre, in pieno mercato e potevano fare altre scelte. Ad Arzachena non è arrivato nessuno al posto mio, mi hanno fatto sentire sempre al centro del progetto e sempre un giocatore che poteva dare qualcosa alla squadra. Da parte mia ero sicuro, per carattere, che già da quest'anno sarei potuto rientrare, a 4 mesi esatti andare in campo è un bel record ma devono coincidere tante cose. Io posso dire che il ginocchio ha sempre risposto bene, non si è mai gonfiato, ogni visita andava bene anche quando forzavo, l'ortopedico mi ha sempre detto: "Impara ad ascoltare il ginocchio". Così ho fatto, mentalmente ero forte e pronto a tutto»

Dopo Lanusei i tuoi compagni hanno iniziato la striscia di 5 vittorie di fila, la distanza dal primato è passata da -8 a -3, poi nel 2017 nessuno come voi 

«Io ero fuori e soffrivo ma in campo i miei compagni sono andati fortissimi, in 4 mesi di campionato hanno fatto numeri incredibili, anche questo fatto mi ha aumentato la voglia di rientrare per dare il mio contributo in questa parte della stagione, siamo al clou e ogni gara diventa importante»

Con la Flaminia una vittoria importante e sudata

«È stata una guerra, non ci hanno regalato niente come è giusto che sia, sin dal 1' erano decisi nel portarsi via dei punti utili per la salvezza, è stata tosta per noi che poi abbiamo giocato mezzora della ripresa in dieci uomini prima della loro espulsione»

Marco Ruzittu vi ha mantenuto il vantaggio, Andrea Sanna si è inventato il gol della sicurezza

«Abbiamo fatto una grande difesa del risultato, con grande compattezza, poi Marco è una sicurezza, un portiere così ti dà a fine stagione dai 10 ai 15 punti. Ad Andrea, invece, se gli lasci campo aperto poi non lo prendi più, il suo secondo gol è stato clamoroso, non ce ne sono attaccanti con le sue caratteristiche nel nostro girone»

Il turno pre-pasquale vi riserva la trasferta col Sansepolcro

«Loro sono salvi ma questo non tragga in inganno, in trasferta non è mai una partita semplice, loro sono un'ottima squadra con giovani di valore ma dovranno prevalere le motivazioni, e le nostre sono fortissime»

Con tre punti di vantaggio a 4 giornate dal termine a cosa state pensando?

«Che dipende solo da noi, ora o mai più. Bisogna esserci con la testa perché un'occasione così non ci ricapiterà, alla fine siamo un gruppo che, tranne Brack, Branicki e Nuvoli, nessuno ha vinto il campionato di serie D. Speriamo di arrivare alla gara con la Nuorese con questa classifica, magari guadagnando qualcosa in questa giornata che è decisiva perché può succedere qualcosa di positivo per noi dagli altri campi, il Rieti gioca in casa dell'Albalonga e il Monterosi è a Muravera in piena lotta salvezza»

State superando ogni più rosea previsione...

«Noi siamo partiti cercando di migliorare il record di punti dello scorso anno e poter disputare i playoff, mai ci saremmo sognati di essere primi con 3 punti di vantaggio su corazzate che hanno hanno speso tanto per puntare a vincere. Ci siamo ritrovati in vetta, con poche pressioni, con un mister come Giorico che ti fa sentire bene, un gruppo che è stato fondamentale per arrivare a giocarci certi obiettivi, quando entriamo in campo ognuno si butterebbe dal ponte per il compagno»

In questo articolo
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Stagione:
2016/2017
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14 Ritorno
Girone G