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Nicolò Antonelli, difensore, Latte Dolce
«condizioni particolari di sicurezza per le normali abitudini»

Latte Dolce, Antonelli: «Una crisi senza precedenti ma grande fiducia in attesa che si possa ricominciare a correre in tutti i sensi»

Il conto alla rovescia per la fine del lockdown è iniziato. Oramai l'argomento fase due imperversa in ogni dibattito televisivo nonostante i numeri alti di morti giornaliere e i positivi al coronavirus. Il calcio dilettantistico attende le decisioni sul finale di stagione e Nicolò Antonelli, difensore del Latte Dolce, racconta il suo isolamento a Sassari: «È inutile negare che stiamo vivendo una crisi senza precedenti. L'intera Nazione si è trovata improvvisamente a fare i conti con la pandemia e vive un momento particolarmente delicato. Serve proiettarsi in avanti, ragionare sul futuro non appena sarà possibile tornare alla normalità, mi auguro il più presto possibile. Mai avrei immaginato di vivere una situazione così surreale da costringerci in casa, privati della nostra quotidianità e costretti a modificare le nostre abitudini. Serve farlo perché abbiamo un bene fondamentale per tutti noi da preservare, la salute. È un sacrificio, per tutti: non ci sono differenze di età o professionali, ognuno deve fare la sua parte purtroppo».

 

La quarantena attiva. «Io sto cercando di affrontare la quarantena impegnando più tempo possibile con la tabella di allenamento che ci viene fornita giornalmente dal prof Alessandro Cozzula in accordo con lo staff di mister Stefano Udassi. Sono a Sassari, ed essendo lontano da casa cerco di tenermi in contatto con la mia famiglia grazie alla tecnologia che in questa situazione aiuta a sentirci meno distanti dai nostri affetti. Cosa manca? Oltre ai miei familiari, in primis, il non potermi allenare assieme ai miei compagni in un vero campo da gioco, manca il giocare le partite. Assenze che si fanno sentire e pesano, ma bisogna essere realisti e riconoscere che data l'emergenza in cui ci troviamo, servono particolari condizioni di sicurezza per riprendere le normali abitudini. Nessun disfattismo, grande fiducia in attesa che si possa ricominciare a correre. In tutti i sensi. E vale per tutti».

 

Il contatto a distanza coi compagni. «Con lo staff, con i miei compagni e la società cerchiamo di organizzare almeno settimanalmente degli incontri virtuali in cui confrontarci dal punto di vista sportivo ma utili, soprattutto, a mantenere vivi i rapporti umani che ritengo essere fondamentali in momenti simili».

 

La stagione biancoceleste. «Purtroppo lo stop è arrivato in un momento importante e molto positivo per la nostra squadra, immediatamente dopo la partita giocata e vinta in casa della capolista Turris. Un successo che aveva regalato una gran dose di ottimismo e spinta al nostro team in vista delle ultime otto gare di campionato ancora da giocare. Gare che, sono sicuro, ci avrebbero riservato grandi soddisfazioni. L'ho detto e lo ripeto: mi auguro di tornare al più presto in campo e alla normalità. La prima cosa che farò? Andare a Milano a trovare i miei nonni che vivono lì».

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2019/2020