«Dobbiamo calarci nella realtà di chi deve salvarsi»
Latte Dolce in zona playout, Fossati: «Situazione non facile ma niente testate al muro, bisogna essere lucidi e compatti»
Un gol negli ultimi 450' di gioco e terza sconfitta nelle ultime cinque uscite. Il Latte Dolce va ko per 2-0 a Muravera, resta a quota 18 in zona playout e il tecnico Fabio Fossati prova ad evidenziare gli aspetti positivi della gara sul campo dei sarrabesi: «Abbiamo creato qualcosa anche sullo 0-0, la prima palla vera l'ha avuta Sartor. Questo significa che, alla fine, nei momenti in cui giochiamo un po' meno preoccupati qualcosa di buono la tiriamo fuori e anche sull'1-0 ci sono state due o tre situazioni dove avremmo potuto riagguantare il pareggio. Di positivo c'è che, contro una squadra che subisce poco, siamo riusciti a creare qualcosa, tre o quattro palle importanti come domenica scorsa, e questo significa che stiamo migliorando».
L'allenatore ligure non si sottrae dall'analisi del momento: «Io comprendo che la situazione non sia facile ma dare le testate al muro non serve a niente. Bisogna essere lucidi e compattarsi, stare vicini l'un con l'altro. In questo momento serve il gruppo e solo attraverso una prestazione collettiva potremmo poi mettere i nostri giocatori più importanti nelle condizioni di esprimersi al meglio. E non mi riferisco solo agli avanti ma a tutta la squadra, abbiamo dei giocatori importanti come Antonelli, Cabeccia, Patacchiola, Gianni, Sartor che, qualche volta, devono riuscire a fare gol sulle palle inattive, perché basta un attimo a trovare quella fiducia che in questo momento manca clamorosamente. Oggi i risultati ci stanno deprimendo, abbiamo bisogno di quel pizzico di carattere in più da tirare fuori per trovare quella vittoria che ci butti fuori da questo momento».
Domenica a Sennori arriva il Monterosi: «Un match importante che, nelle aspettative di inizio stagione, doveva essere d'alta classifica. Oggi però dobbiamo calarci nella realtà della squadra che deve salvarsi, un passetto che dobbiamo essere capaci di fare. Forse ancora non siamo entrati nell'ottica di dover giocare più da squadra provinciale, da operai più che da ingegneri. Ho una squadra che tecnicamente vuole fare un certo tipo di calcio ma, in questo momento, per lo stato d'animo che ha fa degli errori che non le competono. Questo è dato da una mancanza di serenità che va acquisita piano piano, più avanti potremmo pensare di fare un calcio più articolato e interessante».