«Con il tempo abbiamo capito di essere forti»
Malaspina, il finale regala la Prima, Piredda: «La vittoria ci ha ripagato di tutti i sacrifici fatti»
La vittoria del campionato, per quanto riguarda il girone G di Seconda Categoria, è rimasta appesa ad un filo sino all'ultimo secondo, ma alla fine a tagliare il traguardo al primo posto è stato il Malaspina che, grazie al 2 a 1 rifilato alla Calangianese, ha messo le mani sul titolo complice, anche e soprattutto, il crollo sul rettilineo finale da parte del Laerru messo ko dal Santa Teresa. La squadra di mister Daniele Piredda ha disputato la classica corsa a fari spenti e si è fatta trovare pronta nel momento in cui le dirette concorrenti al salto hanno incontrato delle difficoltà. In pochi, ad inizio anno, avrebbero scommesso su un epilogo del genere a favore dei biancoblù di Osilo .
«Siamo scesi in campo per l'ultima di campionato con un pizzico di tensione di troppo rispetto al previsto – ammette mister Piredda – sapevamo bene, del resto, che la vittoria del campionato non dipendeva solo da noi ma dovevamo aspettare il risultato della sfida tra Santa Teresa e Laerru. Stavamo giocando con un orecchio rivolto a quel campo e probabilmente eravamo un po' contratti proprio per questo motivo ma, con il passare dei minuti, ci siamo sciolti trovando due gol. Poi forse ci siamo rilassati un po' troppo, aspettando il triplice fischio dell'altro match, più che del nostro. Alla fine l'abbiamo spuntata noi per 2 a 1 ma posso dire che siamo sempre stati in controllo della gara».
La vittoria del campionato è arrivata in maniera decisamente inaspettata.
«Non siamo partiti sicuramente con l'intento di piazzarci al primo posto, anzi, volevamo semplicemente migliorare il sesto posto raggiunto l'anno scorso, con 40 punti all'attivo. Poi invece durante la stagione ci siamo resi conto che, bene o male, la rosa era competitiva e avevamo la possibilità di giocare ad armi pari con tutti, in qualsiasi campo».
Nella seconda parte del torneo il Malaspina ha cambiato marcia.
«Siamo riusciti a tenere il passo delle prime della classe, arrivando agli ultimi 90' con la grande chance di poterci giocare la vittoria finale: per noi sarebbe stato comunque un grandissimo successo, anche a prescindere dal risultato di domenica scorsa».
La compagine di Osilo ha messo in piedi la classica impresa sportiva.
«La nostra rosa è composta da tantissimi ragazzi giovani e alcuni di loro hanno davvero poca esperienza in questa categoria; tanti sono arrivati direttamente dal nostro Settore Giovanile e hanno disputato il primo campionato con la prima squadra giusto l'anno scorso; è normale pagare qualcosa sul piano dell'esperienza, anche se è sempre un piacere poter dare spazio, e aiutare a crescere, i giocatori locali. Ci siamo dovuti arrangiare con quello che abbiamo in casa, insomma, e proprio per questo il risultato che abbiamo ottenuto è sicuramente inatteso ma ancora più dolce. Le nostre rivali, invece, si sono rese protagoniste di un mercato importante, riuscendo ad ingaggiare elementi di grande spessore per questa categoria».
I biancoblù hanno avuto il grande merito di non mollare mai e di crederci sino all'ultimo.
«Non posso che essere soddisfatto per come si sono comportati i miei ragazzi, si sono applicati tantissimo, con il massimo della professionalità. Parliamo comunque di elementi che conosco da tanti anni e con cui lavoro, ormai, sin dai tempi del Settore Giovanile: il nostro rapporto, dunque, è proseguito anche in prima squadra. Altri invece hanno alle spalle qualche campionato in Prima e Promozione e ci hanno aiutato molto ad affrontare le difficoltà che abbiamo incontrato».
Piredda tira le somme. «Mi hanno garantito tutti grandissima disponibilità, una cosa non scontata; io credo che senza il duro lavoro che abbiamo fatto non saremmo mai potuti arrivare a questo risultato; del resto siamo una delle poche squadre che, in tutto il panorama della Seconda Categoria, si allenava per tre volte alla settimana, oltre alle sedute in palestra. Le vittorie conquistate sul campo ci hanno ripagato di tutti gli sforzi e i sacrifici che abbiamo fatto in questi mesi».
Tra le note più liete, spicca il rendimento straordinario dell'attacco, con ben 77 centri all'attivo.
«Sono molto soddisfatto: la squadra ha espresso alla perfezione la mia idea di calcio e questo significa che non siamo mai scesi in campo con il proposito di chiuderci in difesa e aspettare l'avversario; chi ci ha affrontato e chi è venuto a vedere le nostre gare può confermarlo. Abbiamo sempre provato a fare la nostra partita, cercando di far valere la grande tecnica di alcuni nostri giocatori: riuscivamo a mantenere il possesso della palla per lunghi tratti e a palleggiare senza nessuna paura dell'avversario, creando sempre tante azioni offensive. I punteggi con cui abbiamo chiuso le partite parlano chiaro in questo senso».
Il tecnico poi precisa: «Magari potevamo fare un pizzico meglio per quanto riguarda i gol subiti, ma un po' per attitudine mia, un po' per le caratteristiche della squadra, ci siamo concentrati sulla fase avanzata».
Il Malaspina ha piazzato diversi colpi importanti in tutti questi mesi.
«Non so, però, se ci sia stata una partita della svolta; probabilmente nel girone di ritorno siamo riusciti a fare qualche punticino in più in trasferta, che era un po' il nostro limite più grande, una cosa con cui avevamo dovuto fare i conti anche l'anno scorso. I problemi arrivavano, infatti, quando ci trovavamo a giocare su superfici diverse dal sintetico, che è un po' la dimensione alla quale siamo abituati: per questo dico che i punti strappati a Sedini, o a Santa Teresa, pesano tantissimo. Nelle partite in trasferta abbiamo dimostrato grande maturità e, soprattutto nell'ultimo periodo, man mano che arrivavano le vittorie ci è venuto naturale incominciare a guardare la classifica, ma non credo che ci sia stato un episodio particolare in questo senso che ci ha regalato la classica svolta».
Il tecnico pensa già al futuro.
«Stiamo incominciando a schiarirci le idee in questo senso; chiaramente con il salto di categoria diventa tutto più difficile dunque proveremo a farci trovare pronti. Per ora, però, mi prenderò due settimane di relax, considerando che sono un po' stressato (ride); dopodiché avrò sicuramente modo di parlare con la società e con i dirigenti per capire se ci sono le condizioni per proseguire assieme in questa avventura: per quanto mi riguarda, ovviamente, sarebbe un po' un peccato mollare dopo che ho fatto tutto questo lavoro».
Tra il tecnico e il club c'è un rapporto che prosegue ormai da diverse stagioni.
«Per otto anni mi sono occupato del Settore Giovanile e nelle ultime stagioni sono passato alla guida della Prima Squadra; a conti fatti è dal 2013 che lavoro per questa società, da undici anni alleno qui e mi sento di dire che mi piacerebbe tantissimo poter disputare un campionato di Prima Categoria, ma staremo a vedere come andranno le cose».
Piredda chiude con le dediche e i ringraziamenti.
«Per prima cosa devo ringraziare i giocatori per la grande disponibilità con cui si sono messi al lavoro; non posso dimenticarmi ovviamente della società e di tutto il pubblico che ci ha seguito durante il campionato: tutto il paese, a dire il vero, ci ha supportato molto. Per quanto riguarda le dediche, ho passato un periodo particolare in questi ultimi anni, considerando che ho perso i miei genitori: il mio pensiero, dunque, va esclusivamente a loro».