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Prima Categoria
«Ma all'inizio qualcuno aveva dei dubbi su di noi»

Mister Sechi: «Qualità e forza mentale: il mix letale del Ploaghe»

Non ci sono parole che non risultino banali per descrivere la cavalcata che ha portato il Ploaghe a centrare il traguardo della promozione diretta con ben 4 turni d'anticipo: la corazzata guidata da mister Fabio Sechi ha letteralmente monopolizzato il campionato, mettendo in campo uno strapotere tecnico, tattico e agonistico che ha progressivamente sgretolato la resistenza delle avversarie, le quali hanno provato in tutti i modi, ma invano, ad ostacolarne la corsa.
Sessantotto punti in ventisei giornate rappresentano un record non solo per la Prima Categoria ma anche per la Promozione e l'Eccellenza: ventun vittorie e cinque pareggi sono il dato migliore che fotografa un'annata assolutamente da ricordare per Ploaghe e per tutti i suoi tifosi, che ora possono finalmente stringersi attorno alla squadra e festeggiare.

 

Mister Sechi, immagino che raggiungere la Promozione con quattro giornate d'anticipo, dopo aver letteralmente dominato il campionato, sia motivo di grande soddisfazione: a chi dedica questo incredibile successo?
«Non essere soddisfatto sarebbe strano e un tantino irriconoscente (ride), perchè si è trattato sicuramente di una grande vittoria, come raccontano del resto i numeri che abbiamo ottenuto sino ad ora: aggiudicarsi un campionato in questo modo, con quattro turni d'anticipo, è tanta roba; abbiamo fatto tantissimi sacrifici ma ci sentiamo ripagati in pieno.
La dedica va di rimbalzo alla squadra, e non voglio fare della retorica; a titolo personale potrei citare i miei parenti o mia figlia, ad esempio, ma è normale che il primo pensiero vada a questo gruppo: molti di loro sono reduci dalla delusione cocente rimediata lo scorso anno e si sono riscattati immediatamente attraverso il grandissimo lavoro e l'impegno; per fare così bene è assolutamente necessario metterci il massimo a livello personale, a prescindere dalle qualità tecniche o dalla costanza negli allenamenti.
Per ottenere questi risultati straordinari non bastano tre o quattro giocatori interessanti.
E' scontato citare tutti i nostri tifosi e l'intero paese, è doveroso però citare la società, che ha fatto sicuramente un grossissimo sforzo ed è riuscita nell'impresa non facile di confermare un organico di altissimo livello; penso che siano stati ripagati al meglio».

 

Sino a questo momento non avete ancora perso nemmeno una partita, collezionando 21 vittorie e 5 pareggi; numeri da capogiro, come si diceva appunto in precedenza; sia sincero, si aspettava di fare così bene?
«C'erano già ad inizio stagione delle sensazioni molto positive, perchè la società come ti dicevo è stata in grado di confermare dei giocatori importanti e ci sono stati degli innesti mirati; a livello personale ho visto negli occhi dei ragazzi una luce diversa sin dal primo giorno di preparazione: c'era un misto di rabbia, considerato l'epilogo dell'anno precedente, e di voglia di riscatto; aver centrato il nostro obbiettivo con così largo anticipo deriva proprio dallo spirito con cui abbiamo affrontato questa stagione.
Queste sensazioni comunque me le sono tenute per me, non le ho esternate, soprattutto perchè all'inizio qualcuno dubitava del nostro progetto; era evidente, almeno per il sottoscritto, che la squadra avesse delle intenzioni importanti».

 

In una stagione che rasenta la perfezione, c'è stato lo spazio anche per qualche momento critico?
«Si, come in tutte le grandi famiglie è normale che si affrontino dei momenti in cui non tutto funziona per il meglio; grazie al lavoro certosino dei dirigenti, tra cui cito il Direttore Sportivo Antonello Ibba che ha svolto un po' il ruolo dello psicologo, risultando fondamentale in una squadra composta da elementi giovani come la nostra, siamo riusciti a ricomporre tutte le piccole fratture; ho sempre avuto a disposizione giocatori molto sereni dal punto di vista mentale, che potessero esprimersi al meglio in campo.
Non posso scendere ovviamente nello specifico, perchè è giusto che certe cose rimangano all'interno dello spogliatoio».

Ploaghe 2012 - 2013

Nella vostra cavalcata verso la vittoria non avete avuto, praticamente, nessun ostacolo: troppo forte il Ploaghe o secondo Lei le vostre avversarie non hanno risposto come avrebbero invece potuto?
«Penso che la verità stia nel mezzo: non voglio togliere niente a nessuno, ma mi sento di citare il Sorso, ad esempio, che sino a quando ha potuto ha cercato di rimanere in scia; onestamente, comunque, era difficile un po' per chiunque tenere il passo del Ploaghe.
Onestamente non me la sento di attribuire dei demeriti particolari alle nostre avversarie, anche perchè, classifica alla mano, il Sorso in qualsiasi altro girone sarebbe al primo posto.
Penso che siano più i meriti del Ploaghe insomma, che ha sempre guardato avanti senza curarsi delle inseguitrici, correndo ad un ritmo difficilmente sostenibile; la mia squadra non ha voluto lasciare niente al caso, non si volevano correre rischi di nessun tipo; il tasso di qualità unito alla grandissima concentrazione e all'impegno hanno creato un mix devastante».

 

C'è stato un momento particolare, nel corso della stagione, in cui ha capito che potevate davvero farcela?
«Ci sono due momenti particolari che mi vengono in mente: nel girone d'andata ad Ittiri perdevamo 2 a 0 alla fine del primo tempo, con un uomo in meno a causa di un'espulsione, ma nella ripresa siamo riusciti a ribaltare il risultato, vincendo per 3 a 2; in quell'occasione abbiamo mandato un messaggio importante, ho capito che questa squadra oltre alla qualità ha anche un'enorme voglia di lottare.
Al termine del girone d'andata c'è stata la vittoria per 2 a 1 a Stintino, maturata negli ultimi minuti, grazie a questo desiderio di non arrendersi mai; in quel momento ho capito che sarebbe stato difficile per tutti batterci, ho avuto la chiara consapevolezza della forza esagerata di questa squadra».

 

Il lavoro fatto quest'anno potrebbe rappresentare una base solida da cui partire per il prossimo campionato di Promozione?
«Parlare della prossima stagione è un po' difficile al momento, perchè bisognerà fare tante valutazioni.
Togliere anche solo un tassello da questo organico sarebbe ingeneroso, alla luce dei risultati che abbiamo raggiunto; il campionato di Promozione è tutta un'altra realtà, ci sono i discorsi legati ai fuori quota, ad esempio.
Bisognerà anche vedere se sarò ancora il mister, ma dal mio punto di vista è giusto ripartire dalle colonne portanti di questo gruppo, che sono appunto i vari Garau, Cocco, Congiu, Marras, Ferreli: sono tutti giocatori che assicurano grandissima affidabilità.
Quest'anno comunque ci sono stati moltissimi elementi meno famosi, tra virgolette, che hanno fatto un campionato strepitoso: Zichi, Olmetto, Coghene e Sechi sono state delle sorprese davvero interessanti che in futuro potranno ritagliarsi il loro spazio anche in categorie superiori».

 

Secondo Lei che percentuale ricopre un allenatore, in un successo come il vostro, quando guida una vera e propria corazzata come il Ploaghe visto quest'anno? La squadra più forte vince sempre e comunque, oppure è fondamentale la guida tecnica?
«Considerando come sono andate le cose per il Ploaghe l'anno scorso, la percentuale del contributo dato dall'allenatore potrebbe variare; con grande umiltà dico comunque che è stato un grande piacere allenare questa squadra, perchè non capita tutti i giorni di avere a disposizione giocatori di questo calibro, che farebbero la fortuna di tantissimi miei colleghi in tutto il panorama calcistico sardo, sia per le capacità tecniche ma soprattutto per le qualità morali: il gruppo si è compattato a velocità supersonica, l'inserimento dei nuovi è stato rapidissimo, hanno agevolato la crescita dei ragazzi più giovani; il mister è importante in questa realtà, ma se devo essere sincero ho fatto più da fratello maggiore in quest'esperienza, considerato che non dovevo di certo insegnare a Marras e a Ferreli a fare gol, o aiutare Garau a stare fra i pali; dovevo al contrario mettere tutti i ragazzi nelle condizioni migliori per esprimersi al massimo delle loro potenzialità.
Penso di essere stato un compagno di viaggio onesto, corretto e leale; ho alzato la voce pochissime volte, soltanto quando mi è sembrato il caso di farlo; per il resto la barca è abbastanza robusta per poter navigare tranquillamente.
E' una domanda che andrebbe fatta ai giocatori, da parte mia ci ho messo il massimo impegno e la massima serietà, non posso che essere felice».

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2012/2013
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Girone D