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Luis Oliveira, allenatore, Muravera
«Ho fame di calcio e voglio crescere, valuterò eventuali proposte»

Muravera in salvo, Oliveira al passo d'addio: «Non mi sono sentito uno di casa. I playoff? Sfumati anche per colpa mia, è mancata la mentalità giusta»

Il Muravera non regala altre sorprese al suo finale di stagione. Batte 1-0 il Tonara e si assicura la salvezza, un obiettivo fattosi improvvisamente primario dopo un deludente girone di ritorno. Il tecnico Luis Oliveira è soddisfatto della vittoria firmata Nieddu: «Era una partita importante per noi, in settimana avevo detto ai ragazzi che sarebbe stata difficile perché il Tonara è una squadra tosta. Abbiamo cominciato bene e fatto il gol grazie con un grandissimo errore del portiere, nella ripresa è cambiata la musica con gli avversarti che hanno messo grande intensità, in alcuni episodi siamo stati fortunati perché loro potevano pareggiare. Per noi è una soddisfazione immensa, venivamo da tre sconfitte di fila e volevamo vincere davanti al nostro pubblico. Dopo l'espulsione di Bruno ho arretrato Satta ma siamo rimasti con due attaccanti che si sono sacrificati molto»

 

Il belga-brasiliano, cittadino onorario di Muravera, si prende la parte di responsabilità per aver visto sfumare la possibilità di lottare per i playoff non avendo retto il passo delle migliori: «Può essere colpa mia se il Muravera non ha raggiunto l'obiettivo playoff, che comunque non era previsto ad inizio stagione. Ma siccome eravamo lì vicino a grandi avversari che avevano costruito le squadre per vincere il campionato, ci siamo detti: "Perché non provare?". È mancata la mentalità giusta, la forza fisica, la voglia di vincere e combattere. Contro avversari di pari livello o superiori a noi davamo un qualcosa in più, contro altri pensavamo di essere superiori ma io sono realista e ai giocatori ho sempre detto che una gara non è mai uguale all'altra. Il Samassi ha meritato di vincere in casa nostra ma contro Monastir e Ferrini abbiamo buttato via 5 punti. Poi è stato difficile perché cercavamo la vittoria e perdevamo sempre, gli avversari hanno approfittato dei nostri errori allontanandoci in classifica». Sul Castiadas: «Anche in altri anni avevamo costruito una squadra per vincere il campionato, questa volta hanno trovato allenatore e giocatori giusti. Il gruppo fa la differenza e a dicembre hanno preso uno come Figos che ha dato la certezza della vittoria. Sono contento perché il calcio sarrabese ritrova la serie D». 

 

Il futuro di Oliveira sarà lontano da Muravera: «Non rimango perché mi sono sentito non uno di casa ma "straniero". Probabilmente per colpa mia e il mio atteggiamento. L'anno scorso c'era Marco Piras, che in passato mi ha allenato e so che ha un carattere esplosivo, io invece ho cercato di utilizzare carota e bastone ma evidentemente non era la carota o il bastone giusto per i miei giocatori. Abbiamo poi perso l'identità di gioco e sono mancati i gol anche se poi è arrivato Nieddu che ha fatto vedere le sue qualità. Sono mancate altre cose per essere una squadra che poteva lottare per obiettivi importanti». L'ex attaccante di Cagliari e Fiorentina è sul mercato: «Sto coi piedi per terra come ho sempre fatto da giocatore. Staccherò un po' la spina e se poi ci sono proposte importanti per allenare in Eccellenza o serie D in Sardegna o fuori ben vengano, perché ho fame di calcio e voglio crescere. Un allenatore vuole sempre fare qualcosa di importante per la sua carriera». E il Muravera? «Deve trovare un presidente e nuovi soci, cercare sponsor non è facile. In serie D ti aiutano i contributi della regione, in Eccellenza spendi i soldi e non tornano più».

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2017/2018
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