Il presidente: «Da noi è venuto già infortunato»
Nuorese, Artedino rigetta le accuse di Rais: «Non può scendere in campo e ha rifiutato le alternative al San Teodoro»
Michele Artedino non perde un attimo per replicare alle accuse del suo ex giocatore Nicola Rais (leggi le dichiarazioni) e spiega bene la posizione che ha avuto la Nuorese nei confronti di un suo tesserato messo alla porta inevitabilmente per problemi fisici. «Il nostro fisioterapista ci diceva che il giocatore non si reggeva in piedi e, appena, il dottor Antonio Maria Soru è rientrato dalle ferie, ha potuto visitare Rais il 18 agosto. Quando ha avuto il referto ci ha comunicato che non dava l'autorizzazione al giocatore di calcare i campi da gioco, stiamo parlando del direttore denerale dell'Azienda Sanitaria di Nuoro». Per la gara contro l'Ostia di Coppa Italia Nicola Rais ha però giocato titolare. «Sono stato io a metterlo in campo - spiega il presidente - perché ho firmato il nullaosta assumendomi la responsabilità del fatto che Rais avrebbe giocato. Ha fatto un'ora di gara e poi è stato sostituito, l'allenatore Mariotti mi ha confermato che non era in condizione di poter giocare in serie D, perciò siamo stati costretti a tornare sul mercato e tesserare un calciatore come Daniele Bianchi, che per noi ha anche un certo costo. Al ragazzo, per correttezza, abbiamo comunicato che non rientrava più nei nostri piani ma che, per andare via, avrebbe dovuto restituire la mensilità di 1650 euro».
Una richiesta criticata dal giocatore ma che Artedino spiega così: «Nicola è stato voluto dal tecnico Bernardo Mereu (poi dimissionario prima della sfida di Coppa Italia contro l'Arzachena, ndr) che sapeva bene le condizioni mediche del giocatore, mentre noi ne eravamo all'oscuro. Per di più il giocatore, quando ho pagato la mensilità a lui e a tutta la squadra e ancora non avevamo l'esito della visita fatta dal dottor Soru, ha dato la sua parola che stava bene e che non ci sarebbero stati problemi fisici. Così non è stato, basta parlare con dottor Soru e controllare i referti medici». Il presidente corregge anche il giocatore quando dice che nella visita fatta a Cagliari con il dottor Marco Conte ha avuto il via libera per giocare: «Il nostro medico Soru si è messo in contatto con il dottor Conte chiedendo il perché avesse contraddetto quanto scritto nel referto. Conte ha precisato, invece, che a Rais ha solo detto che lui giocava perché si reggeva su una gamba, quella destra col ginocchio sano, perciò avrebbe potuto continuare a farlo ma non sarebbe mai stato efficiente al massimo». La Nuorese ha pure contattato Ninni Corda, che ha allenato Rais a Savona lo scorso anno e, prima ancora, ad Alghero e Tempio: «Ci ha detto che Nicola al 100% è un giocatore che non si può discutere nemmeno in serie C1, nel momento in cui si è fatto male è stato messo in discussione dal Savona come abbiamo fatto noi. Lui ha uno spillo di cartilagine e rischia ad ogni gara di doversi fermare definitivamente per farsi operare».
Artedino chiarisce anche il balletto delle cifre chieste per liberare il giocatore che voleva andare al San Teodoro e torna sul caso Cadau: «Alessandro era una nostra prima scelta e ha chiesto di venire da noi appena Mereu ha dato le dimissioni perché non avallò il suo acquisto prima che andasse al San Teodoro. Lui gli preferiva Christian Sanna, che poi è andato via insieme con altri giocatori che aveva portato lo stesso tecnico a Nuoro. Noi abbiamo cambiato nove giocatori e volevamo accontentare Cadau, tra l'altro gradito al nuovo allenatore Mariotti, ma il San Teodoro chiedeva 4.500 euro, 3.000 come penale per liberarlo e 1.500 al giocatore come restituzione dell'anticipo preso. Noi abbiamo pattuito la cifra col ragazzo e gli abbiamo detto: "Veditela tu con la società". Anche se io ci sono rimasto molto male per il comportamento del San Teodoro e dei dirigenti che conosce bene, non posso farmi deridere dal club del paese che frequento sei mesi l'anno per lavoro, poi a loro abbiamo dato dei fuoriquota in questi anni senza mai chiedere il premio preparazione. Purtroppo si è creata questa frizione con il club gallurese». Che è continuata nel momento in cui Rais ha comunicato che sarebbe voluto andare a giocare con i viola. «Al loro presidente ho ribadito che se erano interessati a Rais dovevano sborsare 3.000 euro come penale, la stessa che ci avevano chiesto per Cadau. A noi non interessava se li avresse dovuti togliere di tasca il giocatore o la società, era una questione di principio e lo sarebbe stata anche se la cifra era di 100 euro. Nicola mi ha detto che acconti sui rimborsi non ne avrebbe chiesto al San Teodoro e che comunque i soldi lui non ne aveva da anticipare».
Il presidente della Nuorese difende l'operato del suo direttore sportivo: «Tossi è la mia spalla ed è stato minacciato dal giocatore, così non si fa. A me ha mandato un sms offensivo che tuttora conservo. Ora Rais riceverà la raccomandata per mettersi a disposizione della Nuorese e allenarsi con la Juniores, verrà convocato almeno quattro volte se non risponderà alla prima e alle successive». Artedino ci tiene poi a precisare che se Rais è fermo non è per volontà della Nuorese ma dello stesso giocatore che ha bocciato ogni altra alternativa: «Lo voleva il La Palma Monteurpinu ma non ci è andato perché non conosceva nessuno, lo voleva la Kosmoto Monastir ma in Promozione non voleva giocarci. Io gli ho consigiato di andare in un altro club per due mesi e poi farsi svincolare a dicembre per andare al San Teodoro, l'importante è che non ci fosse un passaggio diretto tra noi e i galluresi». E ribadisce: «È lui che non ha voglia di giocare perché ci sono altri seimila club di calcio oltre al San Teodoro». Poi rivela un'altra soluzione non andata a buon fine: «Volevamo tenerlo per questa stagione come team manager vista la sua esperienza e il ruolo che aveva all'interno dello spogliatoio, ma non potevamo pagarlo interamente noi come società perciò abbiamo proposto a ciascun giocatore di togliersi qualcosa dal rimborso per pagare la parte di quello spettante a Nicola che noi non saremmo riusciti a onorare visto che al suo posto stiamo pagando un altro giocatore, ma i suoi compagni hanno rifiutato». lnfine, lo sfogo finale: «Il calcio non fa per me, sono troppo buono coi giocatori e la mia correttezza non viene ripagata. Io sono un imprenditore che deve affrontare ben altri problemi, come la gestione di tanti dipendenti che lavorano otto ore al giorno per 1200 euro che, a volte, non bastano neanche per passare il mese».