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Pino Murgia continua l'avventura nella serie A di Malta: «Con lo Sliema un'esperienza fantastica»
Il tecnico di Tortolì è il vice di Alfonso Greco

Pino Murgia continua l'avventura nella serie A di Malta: «Con lo Sliema un'esperienza fantastica»

Ha fatto il vice del brasiliano William da Silva Barbosa (bomber ex Verona) al Saint Andrews Luxol e poi ha guidato il club di Pembroke nella First Division (la serie B) di Malta, ora è l'assistant coach di Alfonso Greco (centrocampista ex Cagliari ad inizio anni Novanta) allo Sliema Wanderers, il club più titolato della Premier League (la serie A) dell'Isola-Stato a 80 chilometri dalla Sicilia.

 

Murgia alla sede dello SliemaIl sardo di Tortolì Pino Murgia, 50 anni ed ex tecnico dei rossoblù, da un anno ha trovato spazio nel campionato professionistico maltese, ora è rientrato nella sua casa in Ogliastra e sta spendendo gli ultimi giorni di vacanza prima di riprendere la nuova stagione che vedrà il club del presidente Keith Perry partecipare ai preliminari di Europa League dove potrebbe incontrare anche il Parma. «Mi godo ancora qualche giorno la famiglia e poi il 30 maggio sarò a Malta per la preparazione in vista di un'importante stagione dopo il quarto posto in Premier e, soprattutto, la finale di FA Trophy, la Coppa nazionale, persa contro il Valletta che poi ha vinto il campionato permettendoci di festeggiare la qualificazione in Europa League. Fare anche un turno di preliminari permette alle casse societarie di poter beneficiare di entrate importanti».

 

Pino Murgia, assistant coach di Alfonso Greco allo SliemaUna stagione comunque positiva

«Certamente, la prima fase l'abbiamo chiusa al quarto posto, nelle finali siamo partiti bene ed eravamo terzi, poi siamo scivolati al quinto posto per un calo fisiologico dopo aver guadaganto la finale di FA Trophy quando abbiamo battuto al 90' il Qormi di Karel Zeman, il figlio di Zdenek. Ad inizio maggio, all'ultima giornata di campionato, quando il Valletta ha vinto in casa della capolista Birkirkara e l'ha superata conquistando lo scudetto, per noi è arrivata la qualificazione in Europa League ed è un risultato bellissimo che ripaga il lavoro fatto in sinergia con Alfonso Greco e il preparatore atletico Arturo Zeppetella»

Lo Sliema Wanderers, con 26 titoli, è la Juventus maltese anche se lo scudetto manca da 9 anni 

«Non solo, ha anche 36 partecipazioni alle Coppe Europee di cui 10 tra Coppa dei Campioni e Champions League. Il presidente Keith Perry, cui ringrazio tanto per la fiducia che mi ha accordato prima e rinnovato poi, insieme con altri imprenditori di Sliema ha rilevato il club che si trovava in condizioni economiche difficili, perciò le ultime stagioni sono state improntate al risanamento. La società è seria e onora tutti gli impegni presi anche perché chi non rispetta i contratti verrebbe tagliato fuori dalla coppe europee, il club non è "ricco" quanto il Birkirkara o Valletta, che hanno anche le tifoserie più numerose, ma presto potrebbe rinforzarsi con ingressi importanti»

Com'è nato il contatto con il presidente Perry

«Io sono arrivato a Malta l'estate scorsa al St Andrews Luxol come vice allenatore di William da Silva Barbosa, in Italia conosciuto per aver giocato nel Verona in serie B e poi in C1 col Martina Franca dove fece gol a grappoli. La società milita in serie B ed è una polisportiva, quando William fu esonerato e il presidente del settore calcio si dimise, andarono via i giocatori più importanti e sono stato chiamato a guidare la prima squadra con tanti giovani della Primavera che già allenavo all'inizio della stagione. Abbiamo fatto buoni risultati ma sono andato via una volta che i presupposti per i quali avevo accettato la loro proposta sono venuti meno. Nel frattempo ho incontrato Alfonso Greco, che nel 2008 trovai da avversario nelle fasi nazionali Juniores quando io allenavo a Tortolì e lui guidava la Nuova Tor Tre Teste che poi condusse al titolo italiano; lui allo Sliema c'è da due anni e mi ha prospettato una collaborazione che da gennaio in poi si è rafforzata sempre più»

Pino Murgia festeggia coi suoi ragazzi della Primavera dello Sliema Wanderers

I risultati non sono mancati anche nel settore giovanile

«Con la Primavera abbiamo raggiunto per la prima volta la finale di Coppa nazionale, che abbiamo vinto con l'Under 17 e che abbiamo invece perso con l'Under 15. Con Alfonso Greco e il preparatore Arturo Zeppetella il rapporto è perfetto nella gestione dei giocatori che alleno ma che vanno in prima squadra il sabato o la domenica quando noi giochiamo normalmente di mercoledì»

Differenze tra il calcio maltese e quello italiano?

«Da ex colonia britannica l'influenza inglese è sempre molto forte non solo nella lingua o nella guida a sinistra dei mezzi di trasporto. Si predilige un tipo di calcio molto fisico e con lanci lunghi alla ricerca delle seconde palle ma con Greco prediligiamo un gioco più manovrato avendo il controllo della palla e della partita come si fa in Spagna e Portogallo. Come per le squadre della Premier League inglese negli impegni casalinghi i giocatori pranzano in famiglia e si presentano direttamente allo stadio, non ci sono le pressioni che si vivono in Italia anche a livello mediatico. Chi arriva dal nostro paese, abituato ai continui ritiri, può scambiare queste cose con una mancanza di organizzazione ma non è assolutamente così. Gli stadi sono tutti bellissimi, il campionato è seguitissimo con 12 squadre in serie A e 22 partite, più altre 10 della fase finale tra le prime 6 della stagione regolare. Vale quanto la serie C in Italia e c'è un abisso con la First Division, la serie B maltese, assimilabile più che altro ad una nostra serie D»

Come vive Pino Murgia questa esperienza all'estero?

«Benissimo perché la cercavo da tempo. Tre anni fa potevo firmare con una squadra macedone che in Europa League poi incontrò la Lazio e rifiutai anche una proposta per andare a Jakarta in Indonesia perché allenavo il Tortolì che non volevo abbandonare in una stagione molto travagliata e che stava finendo con la disputa del triangolare playout per restare in Eccellenza. Lavorare nel campionato maltese mi permetterà, a breve, di fare il corso per poter allenare squadre professionistiche di serie A. Ci sono diversi tecnici italiani come Giovanni Tedesco, ex bandiera di Perugia e Palermo, che guida il Floriana; Enrico Piccioni, che giocò in Italia nella Cremonese, è al Mosta; il ct della Nazionale è Pietro Ghedin. Con loro e con gli altri tecnici c'è un continuo confronto, senza invidie ma con spirito collaborativo che non c'è in Italia. E poi Malta è un'isola bellissima, molto più vicina all'Italia di quanto si pensi, un paese organizzato e che non ama gli sprechi. Non ha disoccupazione né criminalità, frequentato da tanti giovani studenti che movimentano le nottate senza esagerazioni»

Ma con la guida a sinistra come va?

«Nessun problema perché non guido la macchina proprio per evitare incidenti (ride, ndr). Agli allenamenti vado con Greco e Zeppetella, se devo spostarmi per altro utilizzo i mezzi pubblici che ti portano da una parte all'altra dell'isola in modo perfetto. Più la vivo e più mi viene il rammarico per le tante potenzialità che ha la mia Sardegna e che non sfrutta come fanno a Malta che si regge col turismo, che è florido per tutto l'anno anche grazie ad un clima invidiabile»

La famiglia, invece, è rimasta in Ogliastra?

«Sì, purtroppo. I miei due figli stanno terminando gli studi, appena si saranno diplomati potranno raggiungermi con mia moglie, qui ci sono scuole d'inglese efficientissime e saper parlare in modo fluente l'inglese ti apre tante porte nel mondo del lavoro»

Pino Murgia parla l'inglese? 

«Quand'ero al St Andrews ho seguito per due mesi lezioni d'inglese ma diciamo che l'italiano è abbastanza diffuso, i maltesi della mia generazione lo conoscono bene perché seguivano in tv i canali italiani, i giovani un po' meno anche se ora c'è una tendenza all'italianizzazione per la vicinanza alla Sicilia e ai rinnovati rapporti commerciali col nostro Paese. Il maltese, poi, che è un misto di arabo e siciliano ha alcune parole che si avvicinano al sardo, ad esempio si usa molto dire "eja"»

Murgia con Greco e Zeppetella, i trofei dello Sliema e Alex Podda (primo a sx)

Allo Sliema c'è un pezzetto di Cagliari con Greco e un altro pezzetto di Sardegna con Alex Podda

«Alfonso è stato in rossoblù nella stagione 1989-90 dando un bel contributo al ritorno in serie A della squadra allora allenata da Claudio Ranieri, poi subì un grave infortunio al ginocchio che gli pregiudicarono l'utilizzo nei due anni seguenti in serie A. A Cagliari non ha avuto più modo di tornarci, contavo di portarlo nelle scorse settimane avendo invitato a Tortolì sia lui che Zeppetella ma poi il tempo è volato via e le vacanze sono ormai agli sgoccioli. Alex l'ho allenato al Tortolì ed è arrivato con me al St Andrews, poi quando sono passato allo Sliema mi ha seguito anche perché si era fatto nel frattempo apprezzare a Malta. L'ho utilizzato nella Primavera e ha disputato anche alcuni incontri in prima squadra in campionato e coppa nazionale nel finale di stagione, credo che possa essere confermato»

Il mercato sardo è monitorato a Malta?

«Certamente, a gennaio c'è stata la possibilità di far arrivare Fabrizio Serra, attaccante dell'Alghero, ma non Nicola Rais, che ha rescisso il contratto col Savona proprio quando avevamo chiuso un acquisto. C'è da dire che il giocatore italiano è uno straniero a Malta e ogni club può tesserare non più di sei stranieri, quindi si va in concorrenza con tutti gli altri giocatori al mondo. Il livello sta crescendo sempre più, ci sono brasiliani, argentini e africani, i maltesi che giocano in Premier League sono in Nazionale e abbiamo visto le difficoltà che ha avuto l'Italia nel girone di qualificazione»

Festa per l'Europa League, stadio Sliema e Murat (n° 3) dello Sliema in Malta-Italia

A Malta contro gli azzurri ci furono tanti spettatori, e in campionato?

«Il pubblico è fantastico, le gare di cartello sono seguitissime, ad esempio in Birkirkara-Valletta c'erano 20mila spettatori, lo Sliema ha festeggiato l'ingresso in Europa League sfilando con un pullman aperto. Gli stadi sono perfetti, a volte ospitano due gare di fila perciò si vedono incrociare le due tifoserie della gara terminata mentre ne arrivano altre due per quella che deve iniziare, non ci sono mai risse ma solo un sano punzecchiamento e si canta portando le bande musicali dentro gli impianti. Uno spettacolo e, per intenderci, quello che si è visto a Roma per la finale di Coppa Italia, in occasione di Napoli-Fiorentina, a Malta non accadrebbe mai»

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2013/2014