Cossu e Cassano gli idoli, ora sotto con la Juve
Ragatzu, il campioncino fatto in casa: «Dedico il gol ai miei genitori»
Perdere ed essere allo stesso tempo felicissimi potrebbe far storcere il naso ma se la gioia è di Daniele Ragatzu, 18 anni, al suo primo gol al Sant'Elia nella seconda gara da titolare in serie A tutto è giustificato. «È stata un'emozione fortissima fare gol al Sant'Elia dopo aver iniziato da titolare - dice il baby rossoblù - un cosa straordinaria per me che sono tifoso del Cagliari e giocavo davanti alla mia gente».
Una prodezza da dedicare a...? «Ai miei genitori, che erano in tribuna e anche ai miei due fratelli». Arriva Pasqua e Ragatzu conserva la rete nell'uovo. L'anno scorso, il primo gol in serie A lo fece a Firenze, alla vigilia di Pasqua. Dopo Frey ha castigato così Dida: «C'è stato un cross di Matri, Conti ha anticipato Favalli ed è stato steso, la palla è arrivata a me e non ci ho pensato due volte a calciare in porta. L'arbitro stava fischiando il rigore? Non me ne sono accorto, ho pensato solo a fare gol».
Dopo aver debuttato nello scorso campionato, si diceva che Daniele non avesse la testa a posto. E quest'anno, infatti, le convocazioni tardavano ad arrivare. «Ma sono molto maturato - tranquillizza tutti Ragatzu - d'altronde ho 18 anni». Per l'obiettivo di lungo corso non ha dubbi: «Diventare bravo come Cossu e Cassano, i miei idoli». Quello più ravvicinato è la conferma a Torino contro la Juventus: «Ci spero, sto lavorando bene in settimana e penso di fare in partita le cose che mi chiede Allegri». Compreso il colpo tacco in faccia a un funambolo come Ronaldinho e di fronte alla panchina rossoblù? «Non c'era l'istinto lì, l'ho fatto proprio perché avevo di fronte Ronaldinho». Simpatico, sfrontato e ora, maggiorenne, con la testa a posto. Il Cagliari ha trovato il suo campioncino fatto in casa.