«Potremmo dare linea europea dopo stop di Olanda e Francia»
Ripartenza calcio, Spadafora: «Vedo il sentiero per la ripresa del campionato di serie A sempre più stretto»
La ripartenza della Serie A resta fortemente in dubbio, per l'applicabilità dei protocolli e perché negli altri stati sta prendendo piede una linea dello stop definitivo che potrebbe essere preso presa dall'Italia dando una linea che diventerebbe anche Europea. Il Ministro dello sport Vincenzo Spadafora è stato chiaro - intervenendo stamattina a La7 alla trasmissione Omnibus - sul percorso in sicurezza che va intrapreso non soltanto per il calcio ma per tutti gli sporti individuali e collettivi.
Contatti tra Figc e gli scienziati. «Sono in corso i contatti tra il Comitato tecnico-scientifico e la Figc che aveva presentato un protocollo per la ripresa degli allenamenti, ritenuto dal comitato non sufficiente e per il quale necessitava di un approfondimento. Oggi, al massimo domani, saranno in corso delle audizioni e a questo punto si capirà. Io ho sempre detto che la ripresa allenamenti non significava la ripresa del campionato. Capisco che poi si dica che così si lasciano tutti nell'incertezza, ma se non si vuole incertezza allora significa intraprendere la stessa strada di Olanda, Francia e altri paese, cioè quella di fermare il calcio qui».
Molti i dubbi sulla ripartenza. «Al momento la ripresa degli allenamenti sarebbe un segnale importante per quei calciatori fermi da diverse settimane e lo ritengo un passo importante. Ma se fossi nei presidenti delle società di calcio penserei ad organizzarmi per riprendere in sicurezza per il nuovo campionato a fine agosto. Vedo il sentiero per la ripresa del campionato di serie A sempre più stretto, ciò che è stato deciso in altri paesi potrebbe indurre l'Italia a seguire una linea che a quel punto potrebbe diventare una linea europea. Entro questa settimana il Cts ci dirà se i protocolli corretti per gli allenamenti potranno essere applicabili e questo ci consentirà, nel giro di tre giorni, di poter dire alla Lega di Serie A se ritiene che può riprendere il 18 maggio con gli allenamenti. Per sapere, invece, se il campionato ripartirà a metà giugno dico che è inutile fare pressione al presidente Conte, decideremo insieme quando il Comitato tecnico-scientifico dirà la curava di tutti di dati. Il Cts ha suggerito che questo ennesimo Dcpm avesse scadenza ravvicinata perché le due prossime settimane serviranno a verificare l'onda dei contagi e decessi».
Contingentare i numeri di chi riprende. «Non potevamo riaprire lo sport per tutti, lo sport non è soltanto il calcio e la serie A non è il calcio. Ci sono milioni di persone, come nello sport dilettantistico individuale e di squadra, che volevano capire quando avrebbero potuto riprendere. Noi avevamo una indicazione molto precisa del Comitato tecnico-scientifico e cioè che tutti gli sport che dovevano riniziare avrebbero dovuto contingentare i numeri e dovevamo usare un criterio. Se fossimo partiti dagli sport di squadra, quelli individuali avrebbero protestato ma abbiamo fatto il contrario perché ovviamente è inferiore numericamente, estendendo la possibilità di riprendere gli allenamenti ai professionisti e non ritenuti di rilevanza nazionale dal Coni e le federazioni, cioè poche migliaia di atleti. E non l'abbiamo esteso agli sport di squadra, specie per il calcio, perché il protocollo presentato non è stato ritenuto sufficiente. Non potevamo consentire di riprendere gli allenamenti in assenza di protocolli attuabili e validati dal Cts».
L'imminente riunione Lega serie A. «Ho visto che c'è una riunione straordinaria di Lega e potrebbe anche esserci una maggioranza dei presidenti delle società di serie A a chiederci di sospendere e di prepararci nei migliori dei modi al prossimo campionato».
I protocolli applicabili. «Io non cerco il rischio zero, perché non possiamo cercarlo come paese visto che milioni italiani sono tornati o torneranno dal 4 maggio a lavorare. Io ho solo chiesto che il Cts si esprimesse sul fatto che il protocollo proposto dalla Figc sia attuabile. Ad esempio: siamo così sicuri che la quantità di tamponi richiesta per i calciatori sia davvero possibile farlo dal momento che abbiamo problemi per i cittadini? Il protocollo è applicabile anche per la serie B e la Lega Pro, serie D che non hanno sicuramente le stesse risorse? Il calcio produce fatturato e paga tasse per alimentare il fondo con cui finanziamo tutti gli altri sport, io sarei un folle a demonizzare il calcio perché l'anno prossimo non ci sarebbero risorse per finanziare tutte le altre discipline sportive e dovrei risponderne da ministro. Dobbiamo fare passi avanti senza avere fretta sulle date, io non posso dire oggi se a metà giugno riprenderà il campionato. Un tempo talmente lungo in cui speriamo di stare meglio ma non ne siamo sicuri. L'Inghilterra sta pensando a un piano B, ad esempio se verrà ripresa le partite verrebbero trasmettesse in chiaro. Quando ci ho provato con la Lega di serie A e Sky sappiamo cosa è successo. Oggi si pensa solo alla questione economica e a salvare alcune società che oggettivamente sarebbero in difficoltà, ma se non ci sarà sicurezza anche il campionato di serie A dovrà fermarsi. Invito e mi appello ai presidenti affinché prendano in considerazione un piano B».
Ripresa sicuramente a porte chiuse. «Se mai dovesse riprendere sarà a porte chiuse ma il calcio sono decine e centinaia persone sono solo per staff tecnico ma per tutto quello che serve ad aprire gli impianti. E c'è differenza tra gli allenamenti fatti nei diversi impianti mentre per le gare ufficiali ci si sposta anche da una regione all'altra, utilizzando mezzi di trasporto, entrare in alberghi. Questo non vuol dire che non posso accadere visto che lo fanno già in milioni per lavoro dal 4 maggio ma dobbiamo fare vedere cosa succede anche nel loro interesse perché l'altra volta quando non si fermarono diverse squadre andarono in quarantena. Cosa facciamo se riprendiamo e un giocatore risulta positivo?».
Palestre, centri e collaboratori sportivi. «Stiamo lavorando al protocollo per le riaperture di palestre centri danza e centri sportivi. Io vorrei che a maggio potessero riaprire in sicurezza insieme agli sport di squadra. E stiamo lavorando all'istituzione di un fondo per venire incontro a quei piccoli centri che non hanno avuto risorse per mettersi in regole con le misure sanitarie. Inoltre da ieri abbiamo iniziato con 7.300 bonifici verso i collaboratori che avevano presentante le domande corrette e complete, successivamente faremo gli altri a quali è stato chiesta una integrazione. Perciò a tutti i collaboratori sportivi che hanno fatto domanda dico che abbiamo trovato i fondi per erogare i contributi».