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Robbi Lanteri
«Addari e Piga trascinatori veri, la difesa è stata la base principale per il successo»

Riscossa Lanteri, di nuovo in Prima dopo un anno di assenza; Robbi: «Il merito è tutto di questo gruppo fantastico, non vincevamo un campionato dal 2005»

Alla Lanteri sono serviti gli ultimi novanta minuti di una stagione piuttosto impegnativa per avere la meglio nei confronti del Campanedda secondo in classifica, staccato di appena tre punti, e mettere le mani sul titolo. I sassaresi hanno disputato una prima parte di campionato praticamente perfetta, per poi abbassare i ritmi nel girone di ritorno, con qualche pareggio di troppo che ha complicato, probabilmente più del previsto, la cavalcata verso il successo, ma la sensazione generale è che i ragazzi allenati da mister Giuliano Robbi abbiano avuto sempre il controllo della situazione. La conseguenza è logica: ritorno in Prima, dopo un anno di assenza, passando dalla porta principale, per di più offrendo un buon calcio, cosa rara nelle categorie inferiori; una prova di forza da applausi, con il campo che ha espresso il suo verdetto in maniera inequivocabile.
Decisiva la sfida al Torralba, un cliente non proprio facilissimo per un confronto che non si poteva assolutamente sbagliare.

«Abbiamo vissuto l'ultima settimana con parecchia tensione addosso – ammette Giuliano Robbi -, soprattutto perché venivamo da un paio di risultati non proprio positivi. Ci siamo trovati ad un passo dall'obbiettivo, dipendeva in sostanza tutto da noi, e non capita spesso di avere queste chance. La partita si è messa subito nei binari giusti. «Il doppio vantaggio firmato, dopo pochi minuti, da Addari e Pinna ci ha spianato la strada, anche se c'è da ammettere che loro si sono presentati alla sfida senza più nulla da chiedere al torneo, considerando che nelle scorse giornate avevano perso l'occasione di arrivare al secondo posto».

Il testa a testa con il Campanedda ha regalato pagine emozionanti. «Una delle squadre più attrezzate del torneo, anche più di noi a dirla tutta, completa in ogni reparto, costruita per vincere, davvero un degno avversario». Tant'è che si sono aggiudicati entrambi gli scontri diretti: «All'andata ci hanno beffato al 94', quando noi eravamo proiettati in avanti nel tentativo di vincere la partita, nella più classica delle azioni di contropiede; penso proprio che il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio. Al ritorno invece la sconfitta è stata determinata da un episodio, ma noi abbiamo sfiorato più volte il gol, senza fortuna. Probabilmente hanno pagato a caro prezzo quelle tre sconfitte di fila tra fine febbraio ed inizio marzo, così hanno perso un po' il contatto con il treno di testa, agevolandoci il compito».

La Lanteri si è resa protagonista di una cavalcata sensazionale, caratterizzata soprattutto da una partenza brillantissima.
«La rosa è stata allestita proprio per provare a lottare ad altissimi livelli, ma tagliare il traguardo per primi non è mai facile».
La concorrenza non mancava di certo: «Ploaghe, Audax, Torralba, oltre al Campanedda ovviamente: le pretendenti al titolo erano tante, noi siamo partiti con buoni propositi ma non ci aspettavamo, sinceramente, di poter stare in testa dalla prima all'ultima giornata. C'era la sensazione di potersela giocare sino in fondo, questo si; ero fiducioso sulle potenzialità di questo gruppo, che vantava una decina di giocatori esperti, a cui abbiamo aggiunto la freschezza dei giovani talenti provenienti dal nostro settore giovanile, che in definitiva è uno dei fiori all'occhiello della società. Hanno fatto il loro esordio non meno di dieci elementi, tutti compresi tra il '97 e il '99».
Con il passare delle giornate sono emersi i reali valori in campo. «Probabilmente c'erano compagini con maggiori alternative, come il Ploaghe, che a dicembre ha cambiato tanto; mi aspettavo qualcosa in più da parte dell'Audax, considerando che veniva da un grandissimo campionato. Fortunatamente per noi, siamo stati bravi a mettere in fila sette vittorie consecutive; quando le cose vanno bene è più semplice lavorare e continuare a spingere al massimo».

Nella seconda parte di stagione i sassaresi hanno accusato una leggerissima flessione. «Vuoi per la pressione, vuoi per la stanchezza, che aumenta, anche a livello psicologico, soprattutto quando ti avvicini all'obbiettivo. C'erano diversi giovani che non erano abituati a gestire certe pressioni, un aspetto che ci ha penalizzato, ma la verità è che chiunque scendeva in campo contro di noi dava il massimo nel tentativo di battere la capolista; il girone di ritorno è stato veramente complicato. Abbiamo sofferto, è vero, ma avrei messo la firma ad inizio stagione per un risultato del genere».
Con due fuoriclasse come Addari e Piga tutto è stato più semplice. «Due trascinatori, oltre che due ragazzi splendidi sotto l'aspetto umano. Sul piano tecnico e tattico c'è poco da aggiungere: basti pensare che hanno fatto 40 gol in due; si sono calati nella categoria con professionalità e serietà; Piga ha militato tra Promozione ed Eccellenza, stesso discorso per Pietro. Hanno accettato con entusiasmo questa nuova avventura, aiutando, aspetto ancora più significativo, i ragazzi più giovani a crescere e maturare».
Tra gli aspetti più positivi, Robbi sottolinea la mentalità del suo gruppo. «Nello spogliatoio si respirava tantissimo entusiasmo, siamo riusciti a creare una famiglia, per un allenatore è la cosa più bella che possa succedere, ed in campo questo affiatamento si è visto tutto. Ad inizio stagione non ti nascondo che ero un po' preoccupato, oggigiorno è difficile trovare dei ragazzi che hanno voglia di mettersi davvero in discussione e sanno accettare senza polemiche i consigli, ma anche i rimproveri, dei più anziani. In questo, abbiamo fatto un salto indietro di quindici anni, quando c'era tutto un altro atteggiamento, soprattutto in termini di umiltà».

I numeri raccontano tutta la forza di questa squadra, a partire dalla difesa, la meno battuta del girone. «E' la base di partenza per costruire i successi; abbiamo puntellato la retroguardia con l'innesto di Claudio Manai, che ha militato in categorie superiori alla Seconda, un tassello fondamentale. Ho schierato costantemente la difesa a tre, che mi dava ampie garanzie: la sorpresa più bella in questo senso è rappresentata da Giuseppe Steri, un ragazzo classe '97 che è cresciuto in maniera esponenziale. Ha disputato un grandissimo campionato, senza nulla togliere a tutti gli altri ovviamente. Per un ragazzo di 20 anni il rischio più grande è quello di perdersi, ma lui è stato esemplare per caparbietà e disponibilità, credo che quest'anno abbia imparato davvero tantissimo».

Il tecnico orbita attorno al mondo Lanteri da diversi anni: facile credere che la sua avventura possa continuare ancora.
«Credo proprio di si, parlerò presto con la società per discutere le prossime mosse, anche perché la Prima Categoria è diventata un campionato davvero difficile c'è l'esigenza di muoversi per tempo con la pianificazione. L'esperienza dell'anno passato è servita, ma per conquistare la salvezza sarà necessario cambiare qualcosa, con 5-6 acquisti, almeno due per reparto. Il nostro progetto si basa sul settore giovanile, il club punta ad arrivare in Promozione, in futuro, ma non so se con me alla guida. Staremo a vedere».
Il finale, come al solito, è riservato alle dediche, ai saluti e ai ringraziamenti. «In primis, il mio pensiero va alla società: non è facile trovare dirigenti che ti danno la possibilità di rimetterti in gioco dopo una retrocessione; ho avuto da parte loro l'ennesima dimostrazione di fiducia. Ci tengo a ringraziare ancora questo gruppo di ragazzi fantastici, che ci ha permesso di raggiungere questo bellissimo risultato: è dal 2005 che la Lanteri non vinceva un campionato ed è tutto merito loro».

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2016/2017
Tags:
Seconda Categoria
Girone L