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Posada Semerano
«Esperienza bellissima, ho lavorato in un ambiente perfetto»

Salvezza epica per il Posada, Semerano: «Convinto che ce l'avremmo fatta: perfetti contro l'Ozierese. Gruppo adorabile, Zela per noi decisivo»

Il Posada non aveva altra scelta: per conquistare la salvezza, infatti, i bianco-celesti dovevano per forza di cose battere l'Ozierese nel match valido per lo spareggio playout, nella trasferta più delicata dell'intera stagione. La posta in palio era dunque altissima, ma mister Omar Semerano in settimana è riuscito a preparare l'incontro al meglio, curando ogni dettaglio e, aspetto fondamentale, mantenendo al top la concentrazione dei suoi senza caricare eccessivamente la sfida sul piano della tensione. Il campo ha dato ragione al giovane tecnico, con il 2 a 1 finale, maturato soltanto dopo i tempi supplementari, che ha il sapore di una vera impresa sportiva, anche e soprattutto perché l'annata è stata costellata da mille difficoltà. Zela e soci però hanno buttato, come si dice in questi casi, il cuore oltre l'ostacolo, ed ora si godono i meritatissimi applausi per una prestazione di altissimo livello, sotto tutti gli aspetti. Spetta proprio all'allenatore commentare il successo più pesante dell'anno.

«Abbiamo fatto sforzi enormi per arrivare a giocarci questi playout — ammette Omar Semerano — anche se ad un certo punto della stagione sembrava quasi che potessimo conquistare la salvezza direttamente, senza passare dallo spareggio. Purtroppo in ben due partite ci siamo fatti raggiungere nei secondi finali del recupero, lasciando per strada quattro punti, davvero pesantissimi». A quel punto non c'era altro da fare che prepararsi al meglio per la gara che valeva una stagione intera. «Ci siamo arrivati molto carichi, consapevoli di giocarci il tutto per tutto, ad armi pari: ciò che contava maggiormente, però, era dare il massimo per uscire dal campo a testa alta, a prescindere dal risultato finale: ho detto ai miei ragazzi che la gente si sarebbe ricordata di questa partita per molto tempo, nel bene o nel male».

Contro il Thiesi, per l'ultima di campionato, la formazione iniziale era imbottita di Juniores. «In modo da evitare brutte sorprese: era importante presentarci al match di Ozieri con tutti i giocatori a disposizione e in piena forma. La settimana, per il resto, è stata la più serena degli ultimi mesi: ci siamo allenati con tranquillità, senza mettere da parte il divertimento; gli spuntini al termine delle sedute, poi, hanno aiutato a mantenere il morale alto».

Domenica il Posada ha messo in mostra ottime cose. «Abbiamo affrontato la partita nel migliore dei modi, concedendo davvero poco agli avversari: una prestazione eccellente, c'è poco da aggiungere; sapevamo che a spuntarla sarebbe stata la squadra che avrebbe sbagliato di meno». Poi scende nel dettaglio. «Siamo riusciti a passare in vantaggio, ma il loro gol ci ha complicato un po' il pomeriggio. Sul piano atletico però stavamo decisamente meglio, l'Ozierese è calata alla distanza, noi invece siamo usciti fuori nel momento decisivo della gara, potevamo continuare a correre con quell'intensità per altri 45'».


Il tecnico ha saputo interpretare la situazione con grande sagacia tecnica.
«I cambi sono risultati fondamentali: nei supplementari abbiamo avanzato il baricentro, passando alla difesa a tre, ed in quel preciso momento ho avuto la netta sensazione che potevamo farcela». Zela è risultato, per l'ennesima volta, determinante. «In questi casi ti accorgi di quanto possa essere decisivo: Lorenzo riesce a dare tanta profondità alla manovra d'attacco, in più salta l'uomo con facilità, sfruttando la sua grandissima tecnica, ma allo stesso tempo si sacrifica molto per la squadra, lotta e corre senza risparmiarsi. Se riuscirà a crescere sul piano mentale, dal punto di vista della concentrazione e della professionalità, potrà arrivare tranquillamente a calcare palcoscenici ben più importanti, in Promozione non ci fa nulla. Non posso però dimenticarmi degli altri, a partire da Fabrizio Murgia, che fa il classico lavoro sporco, assieme ai centrocampisti». Il 2 a 1 finale ha il sapore di una piccola impresa sportiva. «Si tratta probabilmente della stagione più complicata che ho vissuto da allenatore, una gioia immensa, la gratificazione migliore dopo innumerevoli sacrifici, discorso ovviamente che vale anche per la dirigenza».

Semerano si è conquistato, sul campo, la possibilità di disputare per un altro anno il campionato di Promozione, ma il futuro è ancora tutto da scrivere in questo senso.
«Voglio prendermi una pausa per godermi al massimo questo traguardo e ritrovare un po' di serenità, poi credo proprio che parlerò con la società: spetta a loro decidere se continuare con me o puntare su altre soluzioni». Di sicuro si tratta di una salvezza sorprendente: «Una delle più dure della storia del Posada: per me va benissimo così, è stata un'esperienza veramente bella; ho avuto modo di lavorare in un ambiente ottimo, composto da persone squisite, e un gruppo di giocatori adorabili».
Un'occasione per arricchire il proprio bagaglio di esperienze. «Mi porterò dietro tanti bellissimi ricordi, sono consapevole, comunque, di avere ancora molto da imparare e da migliorare; la strada che ti porta a diventare un grande allenatore è lunga e tortuosa ma non dobbiamo mai scordarci che il valore di un tecnico dipende principalmente dalle qualità degli elementi che ha a disposizione. Per quanto mi riguarda, comunque, mi sono tolto tanti sassolini dalla scarpa, una rivincita nei confronti di alcune persone che non credevano in quello che facevo; da questo punto di vista sono molto soddisfatto». Si chiude con la classica dedica. «Il pensiero più grande va senza dubbio a mia moglie e alla mia famiglia: mi hanno sempre supportato , nonostante stessi fuori da casa, tra lavoro e impegni con la squadra, praticamente tutto il giorno. Poi ci tengo a ribadire i ringraziamenti nei confronti dell'intera comunità di Posada, i dirigenti e ovviamente i miei ragazzi».

In questo articolo
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2018/2019
Tags:
Promozione
Girone B
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