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Emiliano Melis, attaccante, Samassi
«difficoltà in trasferta ma punti importanti presi con gli artigli»

Samassi in Eccellenza, Emiliano Melis: «Eravamo favoriti ma vincere non è mai facile, in casa abbiamo fatto la differenza. Mi sono divertito, soddisfatto dei 10 gol e degli assist»

A 38 anni si è tolto lo sfizio di vincere un campionato di Promozione che, per chi si chiama Emiliano Melis, può essere un traguardo di secondo piano dopo aver conosciuto la serie A e B con il Cagliari, serie C con Alessandria, Pistoiese, Grosseto, Benevento e Vibonese. Ma primeggiare in qualsiasi categoria non è mai facile specie se la tua squadra, il Samassi, viene battezzata come corazzata. Ma portare a casa un alloro in più in bacheca è sempre piacevole così come mettere a segno 10 gol ed infilare la solita buona dose di assist decisivi: «Alla base di tutto c'è che ancora mi diverto parecchio a giocare e lo faccio con la stessa professionalità di quando ho esordito in serie A. Sarà anche la Promozione, una categoria che ancora non avevo mai fatto in carriera, però mi sono tolto una bella soddisfazione. Sono stato benissimo fisicamente, ho giocato quasi tutte le partite e sono molto contento». E anche dello score: «Almeno 10 gol li ho fatti ma non ho mai messo gli obiettivi personali davanti, prima viene sempre il bene della squadra. Non nego che segnare fa sempre piacere ma sono orgoglioso anche dei tanti assist-gol fatti, l'obiettivo poi era andare in Eccellenza, inutile fare 25 reti se poi sono gli altri a vincere i campionati».

 

In molti pensano che basta scendere di categoria per segnare di più  

«Non è mai facile fare gol in qualsiasi categoria, l'unico dispiacere è stato solo quello di non averlo fatto su punizione, la mia specialità. In questa stagione solo gol su azione ma va bene così»

Partivate coi favori del pronostico per vincere il campionato ma solo nel ritorno avete staccato la concorrenza

«Tra il dire e il fare sappiamo bene che c'è di mezzo il mare. È chiaro che ci sono state delle difficoltà iniziali dovute al fatto che la squadra era tutta nuova, ripartiva con soli due riconfermati dell'anno prima; assemblare il tutto necessita il suo tempo mentre altre squadre presenti ai nastri di partenza avevano già una ossatura su cui puntare. Comunque la nostra squadra aveva elementi di categoria superiore, un applauso grandissimo va alla società che ha allestito un'ottima squadra ma, alla base di tutto, quando si vince o stravince con un distacco importante sulla seconda e terza (11 punti sul Carbonia e 12 sul Guspini, ndr), tutte le componenti devono funzionare. E da noi hanno funzionato. C'era un'ottima squadra e dei giovani con dei valori importanti, una società seria e un allenatore molto preparato e sprecato per la categoria, mister Busanca è una persona intelligente che ha saputo gestire bene un gruppo non facile, composto da giocatori abituati ad essere titolari»

Nel 2017 avete fatto la differenza ma poi, di fatto, all'andata avete girato a 36 punti per poi chiudere a quota 71  

«Infatti il nostro è stato un buon girone d'andata e grandi meriti vanno al Carbonia che ci ha tenuto testa fino a metà marzo. Noi abbiamo trovato delle difficoltà in trasferta e il campionato l'abbiamo vinto in casa, stradominando sempre l'avversario con un gioco da categoria superiore, facilitato dal fatto che il nostro è un bel campo in sintetico. In trasferta, invece, nel 70-80% dei casi i campi sono pessimi, spesso in erba naturale, con un fondo irregolare, in quei casi il valore tecnico viene annullato, noi non eravamo fortissimi sul piano fisico, io e Cacciuto stessi siamo giocatori che arrivano a segnare con la manovra, non con la palla avanti butta alta. Nonostante queste difficoltà, anche lì con gli artigli abbiamo strappato vittorie importanti, soffrendo e con enorme maturità penso alle gare di Selargius, Iglesias, Barisardo, Villacidro, tutti successi di misura»

Compreso quello di Elmas che, a 7 giornate dalla fine, ha scavato il solco decisivo sul Carbonia

«Le nostre gare in trasferta erano di quel tipo, la Frassinetti non giocò affatto male, ci fece soffrire, restammo in dieci a metà ripresa e poi arrivò il gol-partita di Cacciuto nel recupero. Era un anticipo al sabato e avevamo messo una pressione incredibile al Carbonia, non era facile per loro rispondere con una vittoria visto che non potevamo più sbagliare. Se comunque avessero vinto ormai avevamo già 5 punti di vantaggio e inserito una marcia in più, avevamo preso la strada per l'Eccellenza. Non prendere gol, poi, è stata un'altra nostra dote e un grande pregio perché poi il gol lo facevamo sempre»

Che fosse una squadra ben costruita si è vista dal fatto che a dicembre avete fatto un solo innesto 

«Nel nostro campionato potevamo essere paragonati al Tortolì in Eccellenza, con i "senior" grandi d'età. Per certi versi siamo stati simili anche se loro sono stati impressionanti e hanno vinto il campionato a dicembre. Ci sono molte analogie, l'unico tassello che ci serviva era un regista, ed è arrivato Cristian Dessì, la società e il direttore Sabiu sono stati bravissimi a non fasciarsi la testa, il distacco non c'era ma con la calma necessaria sono intervenuti dove serviva realmente»

La scelta Samassi è stata azzeccata, e ora?

«L'anno scorso ho accettato la proposta perché c'erano tutti i presupposti: una squadra che puntava a vincere in Promozione, un ambiente sano e dove potermi esprimere al meglio. Posso dire di essermi divertito tanto. Restare anche in Eccellenza? Questo ancora non lo so, abbiamo fatto una cena la settimana scorsa con l'impegno che ci saremmo risentiti. Alla mia età, di anno in anno, valuto le cose molto attentamente, devo essere prima onesto con me stesso e sempre convinto di quello che faccio. Non ci ho ancora pensato se continuare oppure no, ci sarà tempo, bisogna ragionare con calma, qualsiasi sarà la decisione mia e della società resteranno gli ottimi i rapporti. È sempre una questione di stimoli e motivazioni»

Lo sfizio di giocare un campionato con Carrus?

«Magari. Calcisticamente io e Davide siamo nati insieme, all'età di 12 anni eravamo nel Cagliari, abbiamo fatto l'esordio in serie A nello stesso giorno (il 6 gennaio del 2000 in Bologna-Cagliari 1-0, ndr), siamo amici con le famiglie, è un grandissimo giocatore e un professionista, un esempio per i giovani che hanno la fortuna di allenarsi con accanto uno come lui»

In questo articolo
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2016/2017