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Pierluigi Pilleri, centrocampista, San Marco
«Col Gonnosfanadiga sarà una partita ricca di insidie»

San Marco, la spinta di Pilleri: «La lotta per il primo posto è ancora aperta, non dipende solo da noi ma è importante continuare a crederci»

Fase cruciale nel girone A di Promozione, a tre giornate dal termine la San Marco Assemini 80 ha riaperto i giochi per il primo posto con la vittoria di domenica scorsa a Carbonia (la terza di fila) mentre l'Arbus veniva fermato sul pari dal Siliqua. La squadra di Max Pani ha anche allungato sul La Palma, terzo in classifica, staccato di 5 lunghezze. L'ultima sfida dei leoni giocata allo stadio Zoboli è stata decisa a 5' dal termine dalla rete di Pierluigi Pilleri, esperto centrocampista classe 1981, che tiene vive le speranze per il salto in Eccellenza: «Siamo in un buon momento, sia dal punto di vista fisico che mentale per noi era importante continuare a crederci e giocare tutte queste partite come delle finali. Volevamo farlo prima di tutto per noi stessi, per non vanificare tutto ciò che di buono che abbiamo fatto fino ad ora, e poi per dare un senso alle ultime gare. Domenica siamo stati in parte premiati dal mezzo passo falso dell’Arbus, e questo deve essere un ulteriore stimolo non per cullarci ma per dare ancora qualcosa di più. La lotta per il primo posto a mio giudizio è ancora aperta, ma non dipende solo da noi».

Il capitano introduce il prossimo impegno in casa contro Gonnosfanadiga: «Sarà una partita ricca di insidie, all’andata mi fecero un’ottima impressione. Quando a fine campionato ci sono due squadre in lotta per un obiettivo, per quanto diverso, il pronostico è sempre incerto». La San Marco ha perso diversi punti nelle sfide contro squadre in lotta per la salvezza: «Purtroppo non sempre abbiamo la pazienza di sfiancare gli avversari con il gioco e poi affondare il colpo, magari nel secondo tempo. Ora siamo migliorati sotto questo aspetto, ma non possiamo rilassarci». Con l'avvento di Pani in panchina è cambiato anche il ruolo di Pilleri: «È cambiato qualcosa a livello tattico spesso e volentieri mi ritrovo a dare una mano anche in fase offensiva. È il ruolo che ho sempre fatto, ma quando avevo qualche anno in meno. Il mister è stato bravo a farmi rendere conto che ero ancora in grado di stare in una posizione più avanzata. Magari dando alla causa meno quantità ma più qualità».

In questo articolo
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2017/2018
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