Si fa presto a dire giovani

Alzi la mano il presidente che non punta sui giovani. Ancora una volta, come da diversi anni a questa parte, la pausa estiva ci ha regalato dichiarazioni altisonanti sull'importanza dei vivai, sulla necessità di tagliare i costi e "partire dal basso", sull'importanza della diffusione del calcio a 5 a livello giovanile. Tutto bellissimo.

Ora è settembre, ed insieme all'uva si dovrebbero raccogliere i frutti di tanto nobili premesse. Ma la vendemmia della Federazione sembra promettere molto male. Il campionato under 21, infatti, rischia di non partire. Almeno se sarà confermata la voce che vuole solo quattro squadre pronte ad iscriversi.

La Federeazione studia come correre ai ripari. Un'ipotesi è che il torneo under 18 "ospiti" la categoria superiore, dando vita ad un campionato con poco meno di 20 squadre, dal livello sicuramente più alto dell'anno passato e dunque in grado di rappresentare un'ottima palestra per i giocatori. (Molti non lo sanno, ma la finalità di un torneo giovanile non è tanto quella di vincerlo, ma di preparare i giocatori e farli crescere).

Resta il fatto che nel calcio a 5 isolano qualcosa non funziona. E che i presidenti ricordano sempre più i nostri politici: impeccabili nel tracciare il cammino, immobili quando bisogna percorrerlo.