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Siliqua in testa per la volata playoff, Piras: «Gli spareggi sarebbero storici per il club, li vogliamo fortemente»
«Noi più forti di chi non ci ha mai considerato»

Siliqua in testa per la volata playoff, Piras: «Gli spareggi sarebbero storici per il club, li vogliamo fortemente»

Il Siliqua che a Natale ha mangiato il panettone stando al quarto posto, a Pasqua si è divorato la colomba con il terzo posto saldamente in mano visti i 4 punti di vantaggio sulla Frassinetti, che poi sarebbero 5 perché la squadra di Marco Piras è avanti negli scontri diretti con la detentrice della Coppa Italia di Promozione. A 4 giornate dal termine il club di Mariano Colle e del diesse Bruno Serventi non pensava di stare così in alto specie dopo aver ricostruito la squadra a dicembre. «Sinceramente, il nostro obiettivo era quello di rendere utile l'ultima gara con la Ferrini - osserva il tecnico Piras - anche perché, per tutte le cose capitate quest'anno, il rischio era di staccarci dal treno playoff. Solo chi ha vissuto a Siliqua sa di cosa sto parlando, perciò dico bravi a tutti per essere rimasti uniti e compatti ed aver conquistato il terzo posto».

 

Marco Piras, 35 punti in 18 gare col SiliquaCosa tutto vi è capitato?

«Sono arrivato a Siliqua tre giornate prima dell'apertura del mercato dicembre, con infortunati gravi come Atzeni, Picciau e Massa e con i due '95, Melis e Mameli, con problemi fisici. Dopo due giornate sono partiti Frau, Porcu, Podda, poi Demontis ed eravamo contati, volevamo un centrocampista e una punta ma il mercato si è fatto difficile; per fortuna si sono liberati Giandon e Sedda e li abbiamo presi ma eravamo sempre in emergenza, infatti contro il Girasole, prima di Natale, eravamo contati e con 5 fuoriquota in campo. Poi ho portato spesso in panchina tre portieri, più Atzeni che non potevo ancora utilizzare, in elenco a volte eravamo sì in 18 ma utilizzabili 15, a Monastir addirittura avevo solo due cambi. Insomma, non ho mai potuto fare delle scelte ma questa è stata la nostra forza, nelle difficoltà il gruppo si è esaltato, al Siliqua nessuno non ci credeva, per primi i nostri avversari che, nelle interviste, ci mettevamo dietro o ci dimenticavano. Questa situazione ha dato ulteriore forza, specie a me, i ragazzi dicevano che non eravamo considerati ma ora qualcuno si è accorto di noi. Tra l'altro, le squadre che sono su - dalla Ferrini alla Frassinetti - hanno le stesse rose di inizio campionato se non rinforzate, noi abbiamo cambiato tanto e non è facile ogni volta riprendere il bandolo della matassa»

In questo mercato difficile siete poi riusciti a prendere anche Bodano

«Chi abbiamo contattato ha fatto richieste spropositate ma siamo strafelici di chi è arrivato, compreso Mattia che era a Carbonia e contro di noi aveva disputato una grande gara. È stato bravo Bruno Serventi a prenderlo a gennaio, in Promozione è sprecato ma questi sono i misteri del calcio, può fare altre categorie, le ha già fatte ed è ancora in grado di farle, vedendo chi sta giocando in D ce ne sono pochi come lui: ha un bel lancio, salta l'uomo e recupera tanti palloni. »

Alla seconda di ritorno eravate al quarto posto a -3 dall'Iglesias, poi 22 punti in 9 partite e solo la Ferrini ha fatto meglio di voi con un punto in più

«In questo filotto abbiamo perso solo a Monastir quando eravamo in condizioni disastrate, un peccato perché avrei voluto giocarmela in modo diverso. Ma è stata dopo la sconfitta di Orroli che è scattato qualcosa in noi e adesso si vede che siamo un'altra squadra. In questa striscia, tra l'altro, siamo arrivati malconci, dovendo cambiare sistema di gioco, ma abbiamo vinto partite alla fine come l'ultima col Guspini, o in dieci come contro la Frassinetti, in altre situazione quelle gare le avremmo perse» 

La sconfitta di Orroli, quindi, vi ha dato la sveglia?

«Sicuramente c'è stata un'inversione di rotta. Lì ci sta a perdere ma non così, senza giocare e incassando 4 gol in 30', eravamo senza un'anima e mancando lo spirito di gruppo non vinci contro nessuno. In quella settimana ci siami guardati in faccia, qualche giocatore ha conosciuto bene il sottoscritto, a me piace dare e ricevere, se non ricevo divento una persona difficile da sopportare. I ragazzi hanno passato una settimana particolare che non vorranno più passare, non gliela auguro sicuramente; io sono fatto così, sono molto schietto, leale e dico le cose in faccia, anche la società si è fatta sentire. Si doveva fare una scelta: o vivacchiare o fare un campionato da protagonisti»

Su quale altra gara c'è il rammarico per non aver ottenuto punti?

«Andando indietro nel tempo non considero le sconfitte con Carbonia e Sant'Elena, all'andata non avevo questa squadra. Abbiamo perso anche col Narcao ma è stata la classica partita nella quale gli avversari tirano due volte in porta e fanno due gol, noi invece abbiamo creato tanto e sbagliato altrettanto, tra pali presi e salvataggi sulla linea degli avversari. Ma neanche quei punti rimpiango perché da quelle sconfitte nascono certe vittorie»

Non è stata una vittoria ma il pari ad Iglesias è stato fondamentale per la corsa playoff

«Anche lì siamo stati bravi, contro una squadra tra le migliori se non la migliore per la rosa che ha, si può permettere 12 "grandi", alcuni di loro li ho anche allenati. Abbiamo sofferto e portato a casa un punticino in casa di una diretta concorrente benché volessimo vincere, Serventi ha parato un rigore e fatto vedere che il lavoro del preparatore Carlo Cirina dà i frutti come li diede all'Asseminese. Una pareggio importante perché alla vigilia mi è mancato Sedda, dopo che col Pula ho rinunciato all'ultimo istante a Palla, e col Guspini a Cacciuto, l'unica punta che ho in rosa. Nelle ultime tre partite sono stato costretto a cambiare la formazione che provi in settimana, stravolgendola, in questa difficile situazione è venuto fuori Alessio Meloni, giocatore che ho sempre stimato che utilizzo come attaccante esterno o mezzala. Lui va al tiro molto facilmente e quest'anno ha già fatto 12 gol, insieme con Cacciuto e Picciau arrivano quasi 40. Per me è importante cercare di valorizzare i giocatori che hai in quel momento»

Corsa al primo posto: Ferrini o Monastir?

«Dipende molto da queste giornate, già dopo la sosta la Ferrini ha uno scoglio importante visto che gioca in casa dell'Iglesias ma potrebbe conservare i tre punti di vantaggio o anche allungare come il Monastir potrebbe accorciare; difficile fare pronostici. Sinora i cagliaritani sono stati più continui, mi ha sorpreso il cammino ultimo della Kosmoto con tre pareggi in quattro gare. Sono due belle squadre che hanno meritato la loro classifica, stando lì a giocarsi l'Eccellenza»

All'ultima giornata il Siliqua gioca contro la Ferrini, c'è il rischio del classico "biscotto"?

«Se è per quello i giochi potrebbero essere anche già fatti. Poi dico che se ci sono interessi convergenti è normale non rischiare per raggiungere gli obiettivi, fa parte del calcio»

Atzeni e Picciau, ex infortunatiNella classifica marcatori, Cacciuto era in testa ma poi ha dovuto lasciar scappare Argiolas

«Questo mi dispiace perché Christian è mancato nelle gare dove gli avversari nella classifica cannonieri hanno segnato diversi gol. È assente da tre gare dopo due spezzoni da 15' giocati a San Vito e Sant'Elia, se non si fosse infortunato sarebbe stato ancora sul trono dei bomber. Sono comunque contentissimo del rendimento di Cacciuto, sta facendo un campionato strepitoso, da quando ci sono io e prima dell'infortunio ha segnato un gol a gara. In questa emergenza, però, mi ha fatto molto piacere il gesto di Raffaele Piacciau che poteva starsene a casa e dedicarsi a guarire dall'infortunio serio al ginocchio, ha posticipato l'operazione per attaccamento alla maglia, avere giocatori così in squadra ti fanno scattare la molla, è rientrato ed è stato determinante nella nostra rincorsa ai playoff. Lo stesso Nicola Atzeni è un altro giocatore che stimo tanto e che ho già avuto, è un leader che ha bruciato i tempi di recupero dopo l'operazione al ginocchio, sta pian piano acquistando la condizione e ce lo avremo al meglio per le ultime gare»

Dopo la sosta il Siliqua va a Quartu, col Sant'Elena, che in casa ha sempre fatto bene

«Il Sant'Elena è il classico esempio di come fare calcio a ottimi livelli con un budget ridotto, mi ha fatto una grossa impressione all'andata; c'è il giusto mix tra anziani bravi e giovani promettenti, affidati ad un allenatore come Paolo Meloni che li fa giocare bene. I quartesi avranno una bella squadra per tanti anni, sono già salvi ma hanno dimostrato contro l'Iglesias che non mollano. Noi vogliamo fare i playoff che, per il Siliqua è un traguardo storico, nessuno ce lo deve togliere il terzo posto, gli altri è giusto che ci credano ma ci crediamo anche noi. Ora, però, si vive alla giornata, affrontando le squadre con rispetto ma questi playoff li vogliamo fortemente fare, possiamo conquistare 8 punti e sarà fatta»

Qual è la squadra o l'allenatore che vi ha fatto i più bei complimenti?

«Non saprei chi citare. Noi abbiamo sempre giocato al calcio, poi abbini altre qualità come il saper soffrire, la mia squadra sa che le gare finiscono al '95, io ho sempre voluto giocatori con attributi. A me dispiace se il gruppo non viene gratificato da nessuno, forse l'allenatore non è simpatico, forse la società o il diesse non piacciono ma io non mi vergogno nel fare i complimenti agli avversari. C'è stata una campagna anti-Siliqua che ci ha considerato sempre fuori da tutti i giochi ma questo ha fatto sì che diventassimo forti. Quando c'è chi fa le percentuali per vincere il campionato e non ne dà nessuna al Siliqua, a Marco Piras lo stai solo caricando. Per noi è già un successo essere 4 punti sopra la quarta in classifica, noi ci dicevamo di sperare di stare attaccati fino all'ultimo al treno playoff, manca un mese e siamo già terzi. Nell'amichevole prima di Pasqua ho visto lo spirito giusto di una squadra che ti mette lì e non ti fa giocare, prova le cose fatte in allenamento; a me piace questo atteggiamento, coi giocatori che mi mettono in difficoltà nelle scelte»

Se sarà playoff l'incrocio potrebbe capitare con la Dorgalese, come quando mister Piras era al Quartu 2000?

«Ci ho pensato. Quella gara fu disgraziata, che perdemmo solo ai rigori, dominando per 80' e subendo il pareggio su un eurogol. Quattro anni fa ci furono subito i rigori e niente supplementari, adesso sono diverse le regole, se avessimo giocato un'altra mezzora probabilmente il triangolare di finale l'avremmo disputato noi. Nei playoff il fattore campo conta solo per il fatto che passi anche in caso di pareggio, ma io dico che devi giocare per vincere se vuoi ottenere il pareggio. Le squadre del girone A hanno le carte in regole per passare e sono organizzate per affrontare queste sfide anche se nel girone B ci sono grossi nomi e belle squadre che farebbero bene in Eccellenza»

Parlando dell'attuale Eccellenza, Muravera e Castiadas sono in lotta per vincere e Piras è un ex di tutt'e due le squadre sarrabesi

«Non mi sorprende questo testa a testa, sono state le più continue e tutt'e due sono belle squadre ma costruite con budget diversi. Il Muravera ha una programmazione, dei dirigenti in gamba che sanno che non si buttano gli anni. Infatti, ha tenuto lo zoccolo duro della squadra dell'anno scorso, inserendo il portiere, prima Manis e poi Arrus, e a centrocampo Sogus, più qualche fuoriquota; per il resto è la stessa che l'anno scorso arrivò sesta. Prima di sabato si stava profilando uno spareggio, ora il Muravera ha di nuovo due punti di vantaggio e potrebbe vincere. Il Castiadas dell'anno scorso, invece, è stato stravolto perché forse la società aveva paura di non vincere il campionato ma voleva stravincerlo, questo lo dico a prescindere dal fatto che non sia rimasto io perché decisi di andar via già prima della fine della stagione. Il gruppo dell'anno scorso, con qualche innesto, avrebbe fatto un campionato di alta classifica. Quello che mi spaventa, però, sono le cifre che vengono spese per vincere i campionati, in altri casi si spende molto meno e si rischia di vincere lo stesso, il Muravera in questo è stato maestro»

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2014/2015
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Sardegna
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