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Stefano Sini potrebbe condannare la sua Castelsardo: «Mi dispiace che rischi la retrocessione ma da 7 anni gioco per il Valledoria, è un derby che vogliamo vincere per arrivare quinti»
Il capitano: «Per noi impensabile un ritorno così»

Stefano Sini potrebbe condannare la sua Castelsardo: «Mi dispiace che rischi la retrocessione ma da 7 anni gioco per il Valledoria, è un derby che vogliamo vincere per arrivare quinti»

È il capitano di un Valledoria che insegue un piccolo-grande sogno chiamato playoff. Un traguardo che Stefano Sini e compagni vogliono provare a tagliare vincendo le ultime due gare di campionato. Per tenere accesa la fiammella della speranza il difensore classe 1988 dovrà battere domenica il Castelsardo, la squadra del suo paese che disperatamente lotta per non retrocedere. Ma Sini è un professionista nei dilettanti, un atleta serio che, prima di tutto, difende la maglia che indossa: «Sono castellanese ma a Valledoria ci sono da 7 anni e per me è una seconda casa. È una situazione particolare, loro sono all'ultima spiaggia ma io gioco per il Valledoria, per noi è un derby e lo vogliamo vincere, ci rode ancora la sconfitta dell'andata. Inoltre vogliamo migliorare la classifica e nel calcio non si sa mai visto che l'artimetica ci concede uno spiraglio minimo per centrare i playoff». 

 

Stefano Sini, castellanese doc, è al Valledoria da 7 anniPerdere contro di voi potrebbe essere la bastonata finale per il Castelsardo visto che il Selargius all'ultima giornata gioca col Porto Corallo

«Mi dispiace che il Castelsardo rischi la retrocessione, da castellanese auguro a tutti loro di salvarsi ma facendo punti all'ultima giornata col Tergu poi non è detto che non riescano pure a fare lo spareggio col Selargius per stabilire chi disputerà i playout»

Dal derby d'andata sono cambiate tante cose

«Eh sì, loro avevano appena rivoluzionato la rosa e vinsero 1-0 con rete di Martinez, uno dei nuovi acquisti. Noi invece eravamo in un periodo buio e ci staccarono di 8 punti, erano in una posizione a ridosso dei playoff. Quella gara, come tutti i derby fu all'insegna della correttezza, qualche sfottò non manca mai ma il giorno ci guardavano dall'alto verso il basso ora è il contrario ma io so bene cosa vuol dire fare male nel girone di ritorno, nella stagione 2011-12 facemmo 5 punti in 12 partite, alla penultima giornata perdemmo 5-0 in casa dell'Atletico Elmas che ci sorpassò e fece i playout mentre noi retrocedemmo direttamente con Nuorese e Villacidro. Ci inchiodammo, come loro ora che hanno fatto 5 punti in 13 giornate»

Invece per il Valledoria una marcia inarrestabile, ben 29 punti nel 2016 dopo aver chiuso l'anno a quota 14

«Abbiamo fatto una cosa impensabile per come si erano messe le cose all'andata. Un po' di paura, non lo nascondo, l'ho avuta ma poi abbiamo trovato la quadratura passando ad una difesa a cinque con i tre centrocampisti e due attaccanti, siamo stati più compatti e coesi subendo molti meno gol e riuscendo a farne qualcuno in più degli avversari»

Da che siete tornati in Eccellenza, il girone di ritorno fatto a mille è una costante per voi

«È vero, due anni fa facemmo 26 punti al ritorno contro i 17 dell'andata e chiudemmo al sesto posto, l'anno scorso 29 contro i 20 della prima parte, sinceramente non sappiamo spiegarcelo e ce lo chiediamo spesso perché se poi riuscissimo ad avere lo stesso passo anche all'andata allora rischieremmo di lottare non solo per i play off ma addirittura per il primo posto. Probabilmente paghiamo il fatto che tre o quattro di noi, come me, stanno lavorando quando inizia la preparazione, solo ad ottobre si riesce ad allenarci con continuità e queste cose inevitabilmente le paghi»

Subito salta all'occhio la trasformazione in difesa che è passata dall'aver subito 29 gol all'andata agli attuali 8 come solo il Latte Dolce ha fatto nel ritorno

«Prima se un singolo sbagliava subito venivamo puniti, ora riusciamo a sopperire agli errori, che intanto sono diminuiti, e poi ci aiutiamo di più. Nel frattempo, è cresciuta l'autostima che era venuta a mancare nel girone d'andata, i risultati positivi ci venivano a confortarci del buon lavoro che stavamo facendo»

In attacco, invece, quasi la metà dei gol segnati porta la firma di Ferreira, ma che gli fa Valledoria al bomber visto che in rossoblù segna a raffica?

«Patrick, per fortuna nostra, segna tanti gol, qui è il suo ambiente, è coccolato, ha gli amici e fa la differenza perché è tranquillo e, quando gioca al massimo, riesce ad esprimere tutto il suo potenziale. Per me è un attaccante come pochi se ne vedono in Eccellenza, merita infatti altre categorie. Si è poi ripreso alla grande dal brutto infortunio di due anni fa, un incidente che in carriera può capitare ma lui se l'è messo alle spalle prova ne sia che domenica ha segnato la doppietta nel campo dove si fece male cancellando così il brutto ricordo»

Da terzultimi a sesti, ben otto posizioni scalate, la stessa rimonta fatta dal Taloro che è passato da penultimo a settimo 

«Ma infatti era strano vedere noi e loro così giù in classifica. A Gavoi è sempre difficile per tutti fare punti eppure stentavano in casa, anche loro hanno trovato la quadratura, ci hanno messo più grinta e sono venuti fuori alla grande. Non è un caso che ci siano così tanti anni in Eccellenza. Quando sei lì sotto è sempre difficile uscirne, pensi possa essere una stagione-no, invece sia noi che il Taloro abbiamo vinto le paure stando compatti, allenandoci forte e rimanendo uniti tra giocatori, staff tecnico e società. Ricordo che entrambe abbiamo tenuto lo stesso tecnico, perciò è importante la fiducia che ha trasmesso la società, noi abbiamo subito anche 7 sconfitte di fila in altri contesti avrebbero cambiato tecnico, invece siamo stati bravi a uscire da questa situazione, appena fai una partita bene prendi coraggio e a ruota arrivano i risultati»

Voi siete state una delle poche squadre ad aver fermato il Latte Dolce in casa senza subire gol, i sassaresi hanno vinto meritatamente il campionato?

«Direi proprio di sì, anche i numeri parlano per loro con il miglior attacco, la miglior difesa e imbattuti da 27 gare, sono stati i più organizzati in ogni aspetto. Il fatto di aver dato questa continuità di risultati rispetto alle altre inseguitrici ha fatto sì che potessero prendere il largo nel finale»

La corsa playoff vi offre delle flebili speranza, come andrà a finire?

«Per come si sono messe le cose il San Teodoro credo arriverà direttamente in finale, poi probabilmente se la giocherà con l'Atletico Uri che, a questo punto, potrebbe disputare la semifinale con il Tergu e se non sbaglia andrà in finale con i galluresi. Ma il Tergu non va sottovalutato, ha fatto la squadra per puntare ai playoff, il suo obiettivo d'inizio stagione»

Il Valledoria allora lo centrerà l'anno prossimo il traguardo playoff

«Speriamo, sarebbe una bella cosa ma ogni campionato fa storia a sè. Adesso andiamo a migliorare la classifica, proveremo ad arrivare quinti, che sarebbe il miglior traguardo di questa società dopo il sesto posto di due anni fa. Poi negli anni futuri si cercherà di fare ancora meglio»

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2015/2016
Tags:
Sardegna
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