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Stefano Udassi, allenatore, Stintino
«Finito un ciclo, sono giovane e ambizioso, ho voglia di nuove sfide»

Stintino, il saluto di Stefano Udassi: «Società e giocatori meravigliosi, tre anni di risultati eccezionali. Va via l'allenatore ma resta l'amico»

Un addio che lo Stintino spera in futuro possa trasformarsi in un arrivederci, un distacco che per il tecnico Stefano Udassi è solo per i rapporti calcistici ma non lo sarà mai nella vita quotidiana. Le strade della società del presidente Angelo Schiaffino e dell'allenatore sassarese si sono divise dopo quasi tre stagioni di risultati importanti prima e storici poi. Un matrimonio nato il 17 novembre del 2015 (in sostituzione di Gabriele Porcu) con la squadra al terzultimo posto in classifica nel girone B di Promozione con 8 punti in 9 partite, una lunga rincorsa verso la salvezza con ben 16 risultati utili di fila, la vittoria del campionato l'anno scorso e la semifinale playoff col terzo posto finale al primo campionato di Eccellenza. 

 

Stefano Udassi ricorda il percorso allo Stintino: «L'esordio fu con una sconfitta col Bonorva giocata pochi giorni dopo il mio arrivo, poi vincemmo in casa del Fertilia e perdemmo con la Montalbo. Dopodiché è stato un crescendo continuo con una lunga striscia di risultati utili salvandoci con 4-5 giornate d'anticipo. Lì abbiamo gettato le basi per un futuro importante. Nel secondo anno avevamo qualche ambizione ma nessuno ci inseriva nel lotto della squadre che potessero vincere il girone e, invece, abbiamo sovvertito i pronostici. Da matricola in Eccellenza, l'estate scorsa, ci siamo detti che volevamo ritagliarci un ruolo importante, da rompiscatole. E siamo andati ben oltre, ma questa è storia recentissima e sappiamo tutti cosa si è fatto sul campo. Per me i numeri sono importanti, per altri sono freddi ma invece danno l'idea di ciò che ha fatto la società e tutti quei meravigliosi ragazzi che negli anni si sono succeduti affinché potessero arrivare risultati eccezionali». Qualche giorno dopo la semifinale playoff persa contro la Torres è avvenuto l'incontro con la società: «Una chiacchierata molto bella, da veri gentiluomini. La degna chiusura di tre anni straordinari e del mio di ciclo, perché io dico sempre che le società rimangono ma gli allenatori vanno e vengono. E, nel salutare lo Stintino, sta andando via l'allenatore ma l'uomo e l'amico rimane. Io ho conosciuto persone straordinarie e intessuto rapporti umani che restano nel cuore. Ho letto il comunicato che ha fatto la società ed è stato emozionante. Sono felice per aver lasciato un qualcosa di importante come allenatore e uomo. Ringrazio tutti i dirigenti, non faccio nomi per non dimenticarmi qualcuno visto che nell'ultimo intervista non citai il diesse Lello Mela, un grande amico che è stato fondamentale per me».

 

L'addio era preventivabile, dopo le ultime due stagioni gli occhi di diverse società - anche di categoria superiore - sono rivolti verso l'ex bomber della Torres. «Per la stima e l'affetto che nutrono nei miei confronti a Stintino sapevano della mia voglia di fare nuove sfide, sono un allenatore giovane e ambizioso, un pochino erano preparati anche se speravano che potessi rimanere». C'è un solo rammarico in questa interruzione del rapporto: «Il non avere potuto inaugurare, da allenatore dello Stintino, il campo in sintetico del "Rocca Ruja". Sarebbe stato, secondo me, la fiammella che avrebbe potuto accendere un nuovo step, quella che ti fa dire che si poteva aprire anche un nuovo ciclo. Devo dire che quest'anno siamo stati benissimo a Codrongianos, ci hanno trattato come fossimo di casa, anche lì abbiamo trovato persone straordinarie che ci hanno ospitato in maniera esemplare». Altra soddisfazione di mister Udassi è il rapporto instaurato con la squadra: «Tutti i giocatori, anche quelli che non facevano più parte del gruppo di tre anni fa, mi hanno dimostrato la stima come persona e allenatore. Per me è il risultato più grande, credo di aver valorizzato ognuno di loro sia sull'aspetto tecnico che umano, abbiamo costruito un gruppo di alto livello e grande spessore. Per me è fondamentale la costruzione del gruppo, è un mosaico di varia natura nel quale vanno incastrati alla perfezione tutti tasselli diversi per funzionare bene. Le scelte dei giocatori vanno fatte in base anche all'ambiente dove vai a lavorare e ai valore umani di ognuno di loro». Il futuro del tecnico sassarese è ancora tutto da scrivere: «Ci riposiamo qualche giorno ed è giusto così. Oltre alla soddisfazione dei tre anni passati allo Stintino, l'ultimo periodo è stato molto intenso e stancante sotto l'aspetto fisico e mentale. Ovviamente stiamo parlando di calcio che è uno sport che porta solo gioia. Quale panchina? Si vedrà, sono a disposizione di chi volesse avere il piacere di fare una chiacchierata con me».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2017/2018
Tags:
Playoff