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Pino Tortora, Salvatore Sechi, Torres
Il presidente Sechi: «È il tecnico giusto, possiamo recuperare in campionato»

Torres, Tortora si presenta: «Ci metto passione e impegno. Alleno la storia del calcio e voglio regalare qualche gioia ai tifosi»

Se sarà un buon matrimonio sarà il tempo a dirlo ma è fuori di dubbio che Pino Tortora volesse la Torres e che la società rossoblù aveva bisogno del tecnico calabrese per invertire la rotta dopo una partenza in campionato deludente con 5 punti in 5 giornate. L'ex allenatore dell'Avezzano è stato scelto dalla società rossoblù che l'ha presentato alla stampa prima della seduta pomeridiana con la squadra quale primo atto di conoscenza del tecnico verso i giocatori. Il presidente Salvatore Sechi spiega perché ha preso la decisione di esonerare Ivan Cirinà e sostituirlo con Pino Tortora: «Avevamo molto entusiasmo e aspettative, l'Eccellenza per la Torres dovrebbe essere un campionato di passaggio ma i risultati non sono stati finora quelli che ci aspettavamo, purtroppo nel calcio l'allenatore paga per tutti. Apprezzando l'opera umana di Ivan Cirinà pensavo di aspettare ma da presidente devo essere cinico perché se il campionato lo dobbiamo recuperare certi interventi vanno fatti subito. Noi abbiamo il dovere e la forza di reagire e di riportare il campionato in discussione, sono passate solo 5 partite. La Torres aveva bisogno di un allenatore come Pino Tortora. Ci siamo conosciuti l'anno scorso all'ultima di campionato e mi disse: "Io non conosco in Italia un pubblico che applaude la propria squadra che retrocede. Verrei a piedi ad allenare la Torres. Ecco, un filo conduttore sulla sua scelta c'è, tanti ex rossoblù volevano venire, Tortora è fuori da ogni schema e conoscenza territoriale, avrà autonomia decisionale su tutto». Sui giocatori: «Hanno grandi responsabilità perché vanno loro in campo. Julvecourt e Gancitano erano già in dubbio e abbiamo preso la decisione di non tenerli senza consultare il nuovo allenatore, per gli altri chi non sarà in grado di indossare la maglia o non è all'altezza andrà via ma sarà una decisione che prenderà mister Tortora, che avrà ampia carta bianca e sarà lui a indicarci i correttivi da fare, d'altronde abbiamo una rosa ampia».

 

Pino Tortora è stato un apprezzato bomber in serie C, ha vinto diversi campionati, ha conosciuto la piazza della Torres quando ha allenato l'Avezzano e così motiva la scelta: «Dire che sono contento è poco, a mio figlio ho detto che non andavo ad allenare in Eccellenza ma la storia del calcio. Nei giorni scorsi mi sono sentito col presidente tramite Nello De Nicola, che mi conosce sin da quando ero giocatore. Sono in una piazza importante, la categoria non mi interessa, farò di tutto affinché la mia avventura qui non finisca quest'anno perché il mio obiettivo è portare la Torres nei professionisti».

La squadra. «Sono abbastanza informato, conosco quasi tutti i giocatori anche a livello caratteriale e non solo tecnico-tattico. C'è un attimo vivaio, dei ragazzi molto interessanti che voglio vedere personalmente, alcuni come Uleri, punta esterna, è del 2001 ma i ragazzi di 17 e 18 anni possono farla da padrona, in serie A giocano già. Se qualcuno di loro ritengo possa essere importante per la squadra non avrei nessun problema ad utilizzarlo fermo restando che gli obiettivi sono quelli di vincere tutto ciò che c'è da vincere. Quando c'è un esonero, poi, i giocatori devono prendersi le loro responsabilità, avere il coraggio di affrontare la realtà, farsi un esame di coscienza, a me sembra una squadra buona, vedremo cosa mancherà in base alle mie idee tattiche».

Il rispetto. «Io sergente di ferro? Assolutamente no, ho molta passione e ci metto l'anima, attraverso il mio impegno e la mia cultura calcistica cerco di meritarmi il rispetto di tutti, dei giornalisti, della società, dei giocatori e spero anche della tifoseria, che è importante ed è stato uno dei motivi che mi ha spinto qui».

I tifosi esigenti. «Quando sei in una piazza importante corri il rischio di prendere qualche pernacchia. Spero che il sottoscritto, la squadra e la società prendano gli applausi. Questo è stimolante, io non vedo calcio senza pubblico, senza contestazione o critiche, sennò saremmo nel regno dei cieli. Ho la fortuna di aver trovato un presidente che ci mette la faccia e i soldi, con un pubblico del genere uno deve raddoppiare le forze. Io mi sento fortunato perché sono in una società dove c'è storia e passione, vogliamo regalare qualche gioia ai tifosi che stanno soffrendo da qualche stagione»

L'Eccellenza sarda. «Ho vinto tanti campionati in carriera e ho fatto 880 partite ufficiali, se mi devo sentire in difficoltà perché alleno in Eccellenza allora è giusto che me ne ritorni a piedi. Ci saranno sicuramente difficoltà ma mi sento pronto e sono sicuro che faremo bene». 

Il problema attacco. «Non so da cosa dipenda, può essere anche un problema generale, di caratteristiche ed equilibri. Abbiamo fretta e devo essere veloce a capire cosa non va. Non so neanche se in base alle mie idee ho i giocatori ideali per riuscire a dare le giuste direttive tattiche e mettere in pratica certe cose. Le difficoltà possono essere solo dentro noi stessi, se un giocatore non è stimolato nell'essere alla Torres è inutile che giochi al calcio».

Il credo calcistico. «Una squadra che aggredisce dall'inizio e non fa giocare gli avversari, non fa parte del mio carattere avere una squadra attendista, nel calcio di vuole tanta corsa, dinamismo e velocità. Speriamo di vincere a Muravera. l'ho fatto lo scorso anno con l'Avezzano e ne abbiamo bisogno 

 

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2017/2018
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