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Trionfo Halley, Ignazio Cocco tira le somme: «Mi aspettavo questo risultato»
«Siamo cresciuti molto rispetto al passato»

Trionfo Halley, Ignazio Cocco tira le somme: «Mi aspettavo questo risultato»

L'Halley Assemini ha messo definitivamente la parola fine a questo campionato, guadagnando la promozione diretta in Prima Categoria con ben tre giornate d'anticipo: i ragazzi allenati da Giuseppe Panarello si sono resi protagonisti di una cavalcata impressionante, una vera e propria prova di forza che ha evidenziato il carattere e la maturità di una squadra che ha avuto pochissimi cali di concentrazione nel corso della stagione e che ha lasciato alle avversarie soltanto le briciole.
Si tratta sicuramente di una bella soddisfazione per il Presidente della società, Ignazio Cocco, consapevole, sin dall'inizio, di aver costruito una macchina formidabile, che avrebbe potuto soltanto migliorare, come in effetti è stato, i buoni risultati ottenuti lo scorso anno.

 Ignazio Cocco, Presidente dell'Halley Assemini

«Sinceramente – esordisce Ignazio Cocco - mi aspettavo questo risultato, anche se ho preferito non esternare le mie impressioni più per una questione di scaramanzia che per altro.
Lo scorso anno abbiamo concluso il campionato al terzo posto, avremmo potuto fare la domanda di ripescaggio ma abbiamo preferito continuare con il nostro processo di crescita graduale, considerando che il nostro gruppo, a parte Davide Murtas, è composto prevalentemente da elementi molto giovani.
Sono davvero molto soddisfatto: i ragazzi hanno dato il massimo, si è formato un bellissimo gruppo, fa sempre piacere vedere dei giocatori seri e professionali come quelli dell'Halley impegnarsi e giocare a questi livelli».

 

Più che una crescita graduale, quest'anno per l'Halley c'è stata in realtà una vera e propria esplosione.
«Bisogna però tenere sempre conto che solo due anni fa c'è stata la fusione tra due società diverse: bisognava per prima cosa amalgamare il gruppo, sia a livello dirigenziale e sia per quanto riguarda la rosa; la gradualità nello sviluppo del nostro progetto, condiviso totalmente con il Presidente Onorario Salvatore Girau e con il vice Presidente Sandra Girau, è da intendere quindi sotto questo aspetto.
Quest'anno, nello specifico, siamo cresciuti sul piano della personalità e della maturità calcistica; abbiamo conquistato vittorie importantissime, anche con il minimo scarto, cosa che ad esempio nella scorsa stagione non succedeva».

 

E' stato un campionato particolare in cui, a parte il Capoterra, non avete praticamente trovato ostacoli.
«Le due partite che abbiamo giocato con il Capoterra, per rispondere con un esempio pratico, sono state assolutamente magistrali, a conferma del nostro reale valore.
La nostra squadra, come dicevo prima, è maturata tantissimo, ha imparato a gestire il risultato e concede pochissimo agli avversari, considerando che siamo una delle difese meno battute dell'intera Seconda Categoria; grande merito va dato ad un portiere formidabile come Deidda, che ci ha regalato da solo 25-30 punti sui 70 che abbiamo ottenuto sino a questo momento.
Per raggiungere questi obbiettivi è necessario che tutto funzioni in maniera ottimale: lo scorso anno il campionato è stato dominato dalla Kosmoto Monastir, che si è rivelata la squadra più completa; quest'anno invece è toccato all'Halley, che sul campo ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto a tutte le avversarie.
Siamo stati bravi a sopperire ad alcuni limiti riscontrati in passato: per quanto riguarda l'attacco è stato determinante l'innesto di Zucca, a centrocampo si è fatta sentire l'esperienza di Davide Murgia, due pedine che hanno garantito un evidentissimo salto in avanti sul piano della qualità».

 

Che voto darebbe al mister Panarello? Che ruolo ha avuto quest'anno secondo Lei?
«Per raggiungere questi traguardi sono importanti tre componenti: l'allenatore, la squadra e la società; se non c'è equilibrio tra le diverse parti è difficilissimo fare bene.
Panarello merita un bell'otto, ma altrettanto meritano i ragazzi, che poi sono coloro che scendono in campo e vincono di fatto le partite.
In un campionato lungo come il nostro è fondamentale il ruolo dei vari dirigenti, che devono in un certo senso stare vicino costantemente alla squadra per risolvere le piccole difficoltà che spesso si presentano e che vanno affrontate con serenità e determinazione affinché tutto possa andare nel verso giusto».

 

Domenica avete raggiunto il traguardo che inseguivate praticamente da nove mesi: si aspettava una partecipazione maggiore da parte del pubblico?
«Io vivo ad Assemini da oltre 40 anni, sono stato per diverso tempo Presidente dell'Asseminese, l'ho portata, assieme ai miei amici dirigenti, dalla Terza Categoria alla Promozione, ma non c'è mai stato tantissimo pubblico per le partite.
Il calcio ad Assemini è un po' ignorato, soprattutto nell'ultimo periodo; si aveva un riscontro maggiore quando c'erano più squadre di categoria: mi ricorderò sempre un derby tra il vecchio Gruppo Sportivo Assemini e l'Asseminese dove ci saranno state 700-800 persone sugli spalti, ma si è trattato di un eccezione legata a quel periodo particolare.
L'anno in cui l'Halley si allenava e giocava a Villaspeciosa aveva paradossalmente più supporto; non mi sono comunque mai messo questo problema.
Non penso che le cose possano cambiare disputando il campionato di Prima Categoria, son convinto anzi che rimarranno pressapoco le stesse».

 

L'Halley Assemini è l'esempio lampante di come si possa vincere senza per forza fare grossi investimenti, affidandosi ai giovani provenienti dal proprio vivaio; adotterete questa strategia anche in futuro?
«Si, precisa ed identica; c'è grande fiducia in questo gruppo e penso che potrà fare bella figura anche l'anno prossimo, dove il nostro primo obbiettivo sarà ovviamente la salvezza».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
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Girone A