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Governo
L'ex Ministro Spadafora: «Aprirà una strada di cambiamento»

Approvata la Riforma dello Sport: sì alle tutele per i lavoratori sportivi, professionismo femminile e abolizione del vincolo sportivo

A due giorni dalla scadenza della delega per convertire definitivamente il testo sulla Riforma dello Sport, il Consiglio dei Ministri presieduto da Mario Draghi ha approvato i cinque decreti legislativi per l'attuazione di una rivoluzione dell’ordinamento sportivo. Lo scorso 27 novembre, su proposta dell'allora Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, il CdM presieduto da Antonio Conte approvò, in esame preliminare, cinque decreti legislativi di riforma nel mondo dello Sport.

«Dopo tanti anni la riforma dello sport è fatta e aprirà una strada di cambiamento per tutti e solo in meglio - commenta con soddisfazione l'ex ministro Spadafora in una diretta facebook - Dopo un anno di lavoro complicato la riforma è stata approvata. Finalmente tantissime cose diventano realtà, dal riconoscimento della figura del lavoratore sportivo, che potrà avere contratti e tutele in termini previdenziali e assicurativi, al professionismo femminile, l'abolizione del vincolo sportivo, gli atleti paralimpici che potranno essere tesserati con i Gruppi Sportivi Militari. È un risultato importantissimo. Ora bisognerà parametrare bene le cose, bisogna fare attenzione che tutte le norme entrino in vigore con i tempi giusti. Ironia della sorte vuole che oggi in Consiglio dei ministri sieda il ministro Giorgetti, che aveva scritto a suo tempo la legge delega su cui abbiamo lavorato, e oggi si è concluso un percorso che lui stesso aveva iniziato. Ringrazio il presidente del Consiglio Mario Draghi e auspico che chi assumerà la delega continui a pensare a questo mondo».

 

Rispetto alla prima stesura, i Decreti hanno subito diverse modifiche a seguito dell’interlocuzione fra Stato Regioni e Province autonome, ma sono stati confermati i punti fondamentali della riforma:

♦ Definizione del ruolo del lavoratore sportivo, a partire dal luglio 2022 anziché da settembre 2021 come inizialmente previsto, con tutele previdenziali e assistenziali. Introduzione della categoria degli “amatori” per soggetti già titolari di rapporti lavorativi. Lo sport rappresenta l’1,7% del PIL nazionale, che raggiunge il 4% se si considera l’indotto con un numero di persone che vi lavorano che superano il mezzo milione. Finora solo al 10% viene riconosciuto lo status di lavoratore ed applicato un contratto di lavoro. «La fragilità di questo universo di persone è emersa con maggiore evidenza nel corso dell'emergenza pandemica», avevano spiegato i sindacati delle categorie rappresentative dei lavoratori sportivi che chiedevano al Governo di regolamentare il lavoro nel settore sportivo. Il lavoratore sportivo, a partire da luglio 2022, verrà regolarizzato col versamento di contributi previdenziali per chi supererà la no-tax area di 10.000 euro annui.

♦ Abolizione del vincolo sportivo, inteso come limitazione alla libertà contrattuale dell’atleta, anche nel settore dilettantistico, con una fase transitoria di cinque anni; ad oggi un atleta può svolgere attività sportiva agonistica solo per conto della società per la quale è tesserato e quindi non può praticare lo stesso sport con altra società. Previsto il riconoscimento all’attività di associazioni e società sportive dilettantistiche che hanno formato l’atleta, alle quali è assicurato da un premio di formazione.

♦ Affermazione delle pari opportunità per lo sport femminile, professionistico e dilettantistico,

♦ Riconoscimento di pari diritti delle persone con disabilità nell’accesso alla pratica sportiva di tutti i livelli.

 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2020/2021