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Budoni, il funambolo Piras ha rotto il ghiaccio: «Il primo gol in D? Fantastico, un regalo ai miei 18 anni»
L'esterno classe '96 ha deciso il match col Sora

Budoni, il funambolo Piras ha rotto il ghiaccio: «Il primo gol in D? Fantastico, un regalo ai miei 18 anni»

È il 32’ del secondo tempo, quando Gavioli s’incarica della battuta del calcio d’angolo. In area ci sono appostati Pinna sul primo palo e poco dietro di lui il giovane Alessandro Piras. Parte la parabola dentro l’area, la spizzica il difensore e come un falco si avventa sulla palla il quasi 18enne nato a Sassari: Budoni in vantaggio e tre punti in cassaforte in una gara importantissima contro il Sora. Venerdì Alessandro diventerà maggiorenne, ma la maturità che dimostra in campo è di quei giocatori in grado di spostare gli equilibri. Impeccabili finora le prestazioni del talentuoso esterno classe 1996, nato con la passione dell'atletica fino all’età di otto anni (ricevette anche il premio da parte della Fidal Regionale con la “scarpetta d’argento” quale giovane promessa dell’atletica isolana), ciò che però ancora gli mancava era il gol, quella gioia quasi assaporata in altre occasioni e sfumata forse solo per un eccesso di frenesia. Piras è uno dei tanti giovani che il Budoni puntualmente lancia in serie D: ha dato i primi calci al pallone nel Siniscola, tre anni dopo era nel club biancoceleste col tecnico Antonello Fadda - purtroppo scomparso - che rimase impressionato dalle qualità del ragazzo. Fatta tutta la trafila delle giovanili, ha esordito nella passata stagione in serie D contro il Sant’Elia lanciato dall'allora tecnico Giuseppe Bacciu.

 

Alessandro, primo gol in serie D: cos'hai provato appena hai visto entrare il pallone in rete?

«Un'emozione fortissima. Il pubblico si è alzato in piedi a festeggiare e i miei compagni sono venuti ad abbracciarmi. Qualcosa di fantastico, sono davvero contento»

Quali sono state le parole che ti hanno detto il tecnico Raffaele Cerbone e i tuoi compagni?

«Il mister prima della partita mi ha detto di giocare tranquillo e di fare ciò che sapevo fare. Inoltre diversi dei miei compagni mi hanno incoraggiato dicendo che avrei segnato, e così è stato»

Tua madre è il medico ufficiale della squadra ma non era presente in panchina ed ha assistito alla partita dalla tribuna. Come ha reagito alla tua rete?

«Mia madre purtroppo era in tribuna perché è stata squalificata per diverse giornate. Avrei preferito che fosse in panchina per poterla abbracciare, ma non fa niente, mi stava comunque guardando da fuori. Lei si è emozionata tantissimo e non si aspettava il mio gol»

Venerdì compirai diciotto anni: regalo più del gol non potevi farti

«Eh sì, è proprio vero. Aspettavo da tanto il gol ma non arrivava, volevo segnare a tutti i costi, visto anche le occasioni che mi erano capitate precedentemente. Domenica è finalmente arrivato, sarà un motivo in più motivo in più per festeggiare»

A chi dedichi questa rete?

«Questo gol è dedicato al mister Fadda, che purtroppo è mancato un paio di anni fa a causa di un tumore. È stata una persona importante e speciale, sempre sorridente e con la sigaretta in bocca. Mi seguì quando arrivai a Budoni nei Giovanissimi. Promisi che il primo gol glielo avrei dedicato e domenica non mi sono dimenticato di lui, ho segnato e mentre festeggiavo ho alzato le dita al cielo solo per lui»

Alla tua età avrai anche un sogno nel cassetto: qual è?

«A dire il vero non ho un sogno particolare nel calcio. Pratico questo sport per divertimento e ogni volta che raggiungo un obiettivo me ne fisso immediatamente un altro. Il mio vero sogno è quello di vedere la mia famiglia felice, mia madre e mio fratello. E domenica penso di averli resi felici»

Il tuo idolo e modello da cui ti ispiri come calciatore?

«Sin da bambino amo Messi, poiché nonostante la sua fisicità non imponente è il più forte al mondo. È molto rapido con i piedi e ha qualcosa che gli altri non hanno. Quando lo vedo in possesso della palla dribblando gli avversari mi piace moltissimo»

Chi ti ha dato, e perché, il soprannome Pirasinho?

«I miei compagni di squadra l'anno scorso. Il motivo penso sia quello che, secondo loro, dall'aspetto fisico e dal modo di giocare, assomiglio ai giocatori sudamericani. Infatti oltre a questo soprannome, qualche altro mi chiamava e anche tutt’ora, “Il Peruviano”»

Domenica, avete conquistato tre punti importantissimi in chiave salvezza

«Specie perché arrivavamo da una sconfitta contro il Selargius e dovevamo portare a casa la vittoria a tutti i costi. Adesso pensiamo alla prossima gara, sperando di poter vincerla»

Com’è il tuo rapporto con Cerbone?

«Il mister è una bella persona, crede moltissimo e dà fiducia ai ragazzi giovani. In questi mesi ho imparato tanto da lui, anche perché avendo giocato in categorie importanti conosce molto bene il mondo del calcio»

Cosa significa per te stare in una squadra in cui ci sono giocatori che hanno calcato campi di categoria superiore?

«È molto importante avere compagni di squadra che hanno molto da insegnare. Da loro ricevo i giusti consigli, mi spronano a dare il massimo e a impegnarmti sempre. Ogni volta che hai bisogno di aiuto, anche in campo, loro sono là ad aiutarti e a farti crescere»

Pietro Piga

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
3 Ritorno
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Intervista