Il tecnico: «In Coppa col Lanusei meritavamo noi»
Capozzi scommette sul Cardedu: «Conquistare la salvezza per noi è un risultato prestigiosissimo»
Raccogliere l’eredità di Francesco Loi, che per la prima volta ha condotto il Cardedu in Promozione, non era certo semplice. Ma Pietro Capozzi, 46 anni, di Nuoro, grazie ad una super partenza, sembra aver già fatto breccia nel cuore dei tifosi biancorossi. Superato il primo turno di Coppa Italia battendo i rivali del Tortolì, il Cardedu ha bucato l’esordio in campionato con l’attuale capolista Sant’Antioco. Sconfitta vendicata sette giorni dopo con il successo esterno sul campo del blasonato Sant’Elena e il clamoroso 5-2 in Coppa sul Lanusei del grande ex Loi. Il risultato non ha consentito a Deplano e compagni di qualificarsi ai quarti (complice il 4-1 dell’andata), ma la squadra sembra avere le carte in regola per poter disputare un campionato di livello. Capozzi guida una squadra senza tenori e punta tutto su un gruppo composto in prevalenza da giovani del paese. Una scommessa che il tecnico originario di Dorgali vuole vincere, costi quel che costi. Serietà e lavoro i suoi unici karma. Alla vigilia della terza giornata di andata, che prevede la sfida casalinga con il La Palma Monte Urpinu, l’allenatore del Cardedu racconta la sua nuova avventura.
Mister Capozzi, visti i risultati il bilancio di questo primo scorcio di stagione può considerarsi positivo. È d’accordo?
«In linea di massima, sì. Finora è stato un percorso soddisfacente dal punto di vista dei risultati, anche se recriminiamo un punto col Sant’Antioco. Per quel che si è visto in campo, sarebbe stato più giusto un pareggio. Per fortuna abbiamo rimediato subito, andando a vincere, e bene, in casa del Sant’Elena. Buono anche il cammino in Coppa Italia, anche se c’è grande rammarico per l’eliminazione di mercoledì per mano del Lanusei. Per noi, comunque, è stata una grande impresa superare il primo turno dove abbiamo eliminato il più quotato Tortolì (vittoria ai rigori, ndr)»
Siete stati davvero vicini ad estromettere il Lanusei dalla competizione. Vincendo 5-2 avete comunque spaventato la corazzata di Loi
«Sì, siamo stati davvero vicini ed è per questo che c’è grande rammarico. Potevamo portare a casa la qualificazione e, francamente, per quanto visto nell’arco dei 180’, l’avremmo anche meritata. Quando si ha in mano un obiettivo, occorre essere più cattivi e determinati per accaparrarselo. Dobbiamo saper osare molto di più, e questa filosofia la impareremo presto. Per ora, chiamiamoli pure peccati gioventù. Il gruppo mi segue, ci si allena bene»
Come spiega il black out del Lanusei?
«Difficile da spiegare. Forse loro hanno preso l’impegno sottogamba e sono stati sorpresi dalla nostra partenza terrificante. Un incidente di percorso comunque può sempre accadere e non bisogna certo fare drammi. Loro sono una grande forza del campionato, con un organico intercambiabile e di primissimo livello. Loi, tra l’altro, sta lavorando bene e saprà dare un’impronta vincente alla squadra»
Dove può arrivare invece il suo Cardedu?
«Conquistare una salvezza tranquilla sarebbe un risultato prestigiosissimo. Abbiamo un gruppo molto giovane, formato prevalentemente da giovani locali e sappiamo quanto è difficile affrontare un torneo in cui in tanti si attrezzano con grandi nomi. Tra i nostri ragazzi c’è una sanissima competizione e ciò rappresenta l’unica arma per farli crescere con la regola dei fuoriquota. Non è un campionato facile e sappiamo bene che tutte le squadre devono ancora carburare, per cui non dovremo mai abbassare la guardia»
Il vostro gruppo è un mix tra gioventù ed esperienza
«Possiamo contare su alcuni veterani di lungo corso come Raffone, Deplano, i fratelli Boi, Tascedda, Sonis, Melis, Doneddu, Dessena, tutti giocatori che hanno la giusta esperienza per insegnare tanto ai più giovani. Alcuni di essi giocano qui da anni, mentre altri, come Tascedda e Dessena, sono arrivati durante l’estate e ci stanno dando una grossa mano. In Coppa Italia abbiamo schierato otto ragazzi locali e questo è senza dubbio motivo d’orgoglio per la società del presidente Boi»
Tra l’altro, è appena arrivato il transfer per Alejandro Iacolla. Cosa può dare il giovane argentino a questa squadra?
«Ale è molto giovane e deve adattarsi al nostro calcio, ma ha numeri importanti e ha ampi margini di crescita. È il giocatore di cui la squadra ha bisogno per dare vivacità al gioco: nell’uno contro uno è davvero forte. Attualmente sta recuperando da un infortunio, per cui non ha i novanta minuti sulle gambe. Ci tornerà molto utile d’ora in avanti»
Avete perso in casa all’esordio con il Sant’Antioco, che sette giorni dopo ha surclassato il Tortolì. Se un caso fa una prova, e due fanno un indizio, possiamo dire che il Sant’Antioco può lottare per l’Eccellenza?
«Per me sarà la vera sorpresa del torneo e difficilmente fallirà l’approdo ai playoff. La squadra di Andrea Marongiu gioca un 4-4-2 perfetto, con meccanismi collaudati e inoltre ora viaggiano sulle ali dell’entusiasmo per l’ottima partenza. Essendo appena saliti dalla Prima categoria, hanno chiaramente dovuto inserire in rosa diversi rinforzi, che stanno rispondendo alla grande alle aspettative della società. Avere a disposizione giocatori come Porcu, Mileddu e Basciu è un gran lusso»
Domani al San Paolo arriva il La Palma. Che partita sarà?
«Senza dubbio difficile. Prima che l’avversario, però, temo soprattutto la condizione mentale dei ragazzi, che dopo il 5-2 sul Lanusei potrebbero subire una sorta di appagamento. Sarebbe un errore clamoroso. Affrontiamo una squadra che gioca molto bene al calcio, forte in tutti i reparti ed in particolare in attacco, dove Davide Farci è l’uomo di riferimento, in grado di graffiare in qualsiasi momento»
Lei è alla prima esperienza nel campionato di Promozione. Come valuta il livello?
«Molto buono. Vedo squadre ben attrezzate, anche se spero non siano tutte forti come il Sant’Antioco (ride, ndr). Credo non esistano squadre ammazzacampionato o materasso, per cui sarà un torneo con un alto coefficiente di difficoltà»
Ci dicono che il suo feeling con la piazza di Cardedu sia fortissimo. L’Ogliastra l’ha conquistata?
«Cardedu è l’ambiente ideale per lavorare e sono assolutamente felice della scelta che ho fatto in estate. La mia fortuna è quella di stare a contatto con persone squisite, come il presidente Antonio Boi, il gruppo dirigenziale, e chiaramente tutti i ragazzi. Chiunque lavora con grandissima passione e serietà. Ci sono tutte le condizioni per svolgere un lavoro qualitativamente importante»
Roberto Secci