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Castiadas, la salvezza passa dai playout in trasferta, Mereu: «Abbiamo perso due o tre opportunità ma a dicembre si diceva che serviva un'impresa e possiamo ancora compierla»
Il mister: «Sfortuna e poco cinismo, il gioco c'è»

Castiadas, la salvezza passa dai playout in trasferta, Mereu: «Abbiamo perso due o tre opportunità ma a dicembre si diceva che serviva un'impresa e possiamo ancora compierla»

A 90' dal termine della stagione regolare il Castiadas si trova di fronte ai numeri e alle tabelle che, inequivocabilmente, esprimono un verdetto: i sarrabesi faranno i playout in trasferta. Con una complicazione ed è quella che se dovessero perdere col Lanusei e il San Cesareo battere il Rieti sarebbero costretti a giocare uno spareggio tra penultime per non retrocedere. Un'eventualità che si può escludere facendo punti con gli ogliastrini oltre alla forza di un Rieti che la stessa squadra di Bernardo Mereu ha potuto constatare nella sfida di domenica scorsa persa 3-0. «Un risultato senz'altro pesante - dice il tecnico dei biancoverdi - il primo tempo si è chiuso 1-0 ma potevamo segnare l'1-1. Ad inizio ripresa siamo rimasti in dieci per l'espulsione di D'Adamo, una doppia ammonizione del tutto ingiusta e, quando va male un cosa va male tutto, perché c'è stata una reazione con due occasioni importanti non concretizzate, invece becchiamo il 2-0 con un eurogol (Cericola, ndr) che se ci riprova per dieci anni non lo ripeterà mai. Quella rete ha dato loro grande entusiasmo e noi, nel tentativo di rientrare in gara, abbiamo pure subito il 3-0. Devo però dire che la prestazione c'è stata, assolutamente non passiva come potrebbe far pensare il risultato ma non abbiamo raccolto punti un po' per nostra incapacità o sfortuna ma anche perché loro sono più bravi ed è giusto dirlo»

 

Bernardo Mereu guida il Castiadas dalla nona giornataUn pareggio probabilmente cambiava poco ai fini del playout ma avrebbe scongiurato l'ipotesi di uno spareggio

«Cambiava infatti che domenica col Lanusei eri più tranquillo senza dover fare necessariamente fare un punto per metterci al riparo da brutte sorprese»

Ad una giornata dal termine più di un playout fuori casa non potrete ottenere, un traguardo probabilmente buono ripensando alla classifica del Castiadas di Natale

«Per forza che è così. Noi abbiamo dovuto giocare solo 17 gare, mentre gli altri 34, e senza neanche programmare perché il gruppo era nuovo, la formazione da riassemblare, con giocatori per i quali non conosci il pregresso e che devi collocare in un sistema di gioco facendo lavori mirati non a maggio ma alla domenica successiva. Quando sei costretto a navigare a vista ti possono sfuggire alcune cose, riorganizzare una squadra in tempi brevi, apportando correttivi e cercando in fretta una giusta assimilazione dei metodi di lavoro non può che comportare delle difficoltà, ma questo si sapeva e per me non è una situazione nuova che mi sconvolge. Però dico che le cose vanno sempre analizzate con una logica, non si può valutare il Castiadas come le altre squadre, è stata una stagione travagliata con un inizio devastante, contraddistinto da uno sforzo psicologico e perdita di autostima. Nella seconda parte del girone d'andata si è andati più con la forza di volontà, rincorrendo gli avversari e facendo 5 punti, poi con l'arrivo 5-6 giocatori nuovi, si è cercati di amalgare la squadra e le cose sono andate molto bene ma senza riuscire mai ad arrivare in una posizione per la salvezza diretta però stando sempre lì a riprendere una posizione playout. Quando poi abbiamo perso due o tre opportunità, viene meno di nuovo la fiducia e si ripropongono certe difficoltà, il tutto stando però sempre dentro i playout»

Siete stati bravi a ricucire lo strappo dalla zona salvezza ma quando avete rifiatato alcune avversarie hanno riallungato e non c'è più tempo per rispondere agli scatti

«Conquistare 1 punto nelle prime 10 giornate è come avere una penalizzazione enorme ben diversa da chi può diluire la crisi nel resto della stagione. Nella seconda parte del campionato siamo stati anche bravi a recuperare un handicap così grosso ma se sei con la acqua alla gola è facile ripiombare in acque sporche, questa altalena influisce sotto aspetto psicologico. La Torres, ad esempio, ha avuto una flessione importante ma è rimasta nella zona alta perché quando hai un po' di grasso riesci sempre a superare bene una normale crisi, invece è più difficile quando devi diluire il tutto in metà del film visto che la prima parte è legata ad una situazione approssimativa e non adeguata al campionato»

Lo stress fisico e psicologico vi ha frenato, ma ora come sarete per questo finale?

«Si diceva a dicembre che per salvarci si sarebbe dovuto compiere un'impresa e ora la squadra è chiamata a completare l'opera. Noi ci siamo, i ragazzi si applicano e sono determinati, devono raccogliere quell'impresa che sono riusciti a costruirsi in questi mesi, non devono abbattersi ma continuare a lottare con la consapevolezza che avere questa possibilità di mantenere la categoria dev'essere un motivo di orgoglio e non di repressione. In questa fase finale bisogna avere carattere, essere forti di quello che è stato fatto e non pensare a quello che non si è riusciti a fare, che è del tutto normale»

Bisogna recuperare la "vecchia" facilità di andare in gol

«La squadra in questo momento arriva a sviluppare gioco e creare sempre occasioni, questo è un aspetto positivo perché vuol dire che prima o poi certe palle le metterai dentro. Nelle ultime gare abbiamo sempre creato occasioni, e anche tante, non concretizzate per le grandi parate o i legni colpiti, la freschezza e la freddezza in fase conclusiva si ritrovano appena si sblocca una certa situazione. Il brutto sarebbe stato il contrario, se non ci fosse stato gioco, invece i ragazzi hanno i concetti di gioco abbastanza impressi, il gol diventa una logica conseguenza del gioco, adesso tiriamo sette-otto volte in porta ma non facciamo gol. La fiducia sta nella consapevolezza del gioco e nella certezza che si costruiscono le occasioni da gol come hanno dimostrato le gare con Nuorese, Torres, Grosseto e Rieti nelle quali abbiamo sfiorato più volte il gol non arrivato per sfortuna e mancanza di cinismo»

Che gara sarà col Lanusei? Non potete rischiare di perdere

«Sarà una gara molto difficile da affrontare con maturità e usando molto la testa per cercare di ottenere il miglior risultato possibile»

Guardiamo l'ultima giornata, il Muravera strapperà il pari che le serve ad Ostia?

«Penso proprio di sì, ha sicuramente la fortuna di avere il calendario che le offre un'opportunità importante, ossia di giocare in un campo e contro una squadra che non ha più niente da chiedere a questo campionato, le maggiori motivazioni del Muravera avranno la meglio sull'Ostia e Chessa e compagni potranno raggiungere la salvezza diretta»

Il Budoni avrà un duro derby con l'Olbia, il Cynthia batterà l'Albalonga?

«A Budoni sarà gara vera e di grande difficoltà perché l'Arzachena ha i numeri per fare risultato a Viterbo contro una squadra in festa per la serie C, perciò l'Olbia è chiamata a non rischiare di uscire dai playoff. Il Cynthia, invece, batterà sicuramente l'Albalonga e non c'è da chiedersi tanto il perché, ha vinto alcune gare contro Ostia e Astrea che, più quella di domenica, diventano 9 punti frutto della fortuna di avere un calendario a favore. La nostra gara giocata con la Nuorese penso sia stata molto diversa da quella che il Cynthia ha giocato con l'Ostia, abbiamo trovato l'Astrea all'ultima spiaggia e vinto in un clima di grande difficoltà, poi abbiamo incontrato Torres, Grosseto e Rieti impegnate nella zona playoff per un finale di campionato di grande difficoltà, non che tutte le altre abbiano avuto gare più facili ma a volte il calendario può darti una mano nel trovare avversari meno motivati, noi da quel punto di vista non siamo stati fortunati, i nostri avversari avevano sempre le motivazioni alle stelle. Ma si è sempre detto, non a caso, che si sarebbero aspettate 17 finali e così è stato»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna
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