Castiadas, lo stop con la prima sconfitta, Prastaro: «Non ci siamo illusi prima e non ci buttiamo giù ora»

Cinque vittorie di fila poi l'ottimo pareggio in casa dell'Ossese e l'inattesa ma non sorprendente sconfitta in casa contro l'Ilva per 1-3. Perché il Castiadas ha affrontato le ultime due gare senza alcune pedine importanti (Lohoues e Serra su tutti) e perché i maddalenini hanno dimostrato all'Annunziata di avere quel grande valore che si riconosceva loro nel pre-campionato.

Il tecnico Antonio Prastaro accetta il primo ko e la perdita del primato: «L'Ilva ha giocatori di valore e può ambire ad un campionato di vertice, è una squadra esperta, con molta qualità e forza fisica, possono competere con tutti. Quando c'è un avversario che gioca meglio e ci crede, tanto merito a loro. Ci hanno creduto molto, volendo fare la partita e mettendoci in difficoltà. Loro hanno avuto un ottimo temperamento e creduto nell'errore, fino all'1-2 c'era molto equilibrio, l'errore capita, come il primo gol. La gara è stata avvincente e per portarla a termine con un risultato positivo devi essere al top fino all'ultimo perché gli errori poi li paghi. Le assenze? Parlo di chi ha giocato e i ragazzi hanno fatto quello che dovevano fare, sono soddisfatto».

Il Castiadas è secondo con 16 punti dopo 7 giornate: «Noi abbiamo iniziato il campionato cercando di capire dove possiamo arrivare, senza grandi ambizioni. Man mano che si gioca vedremo, non ci siamo illusi prima e non ci buttiamo giù ora. La sconfitta prima o poi doveva capitare, quando non si vince bisogna sempre imparare dagli altri e mettersi sotto a lavorare. Speriamo però di poterlo fare». Ci si ferma almeno un mese, pandemia permettendo, fino al prossimo Dpcm del 23 novembre: «Dico che chi ci governa dovrebbe contare fino a dieci o, eventualmente, togliersi qualcosa dalla tasca perché oltre al virus ci sono altre situazioni da considerare. Nel movimento sportivo dilettantistico c'è lavoro un po' per tutti, qui si vive di calcio. Ovviamente non abbiamo le competenze per decidere in materia sanitaria, accettiamo la decisione presa e non sappiamo il nostro destino. Saremo fermi solo un mese? Chi lo sa».