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Sebastiano Pinna, Castiadas, Pierpaolo Piu
«La società merita la vittoria dopo aver fatto grandi sacrifici»

Castiadas, Pinna centra la serie D: «Non so quando ricapiterà una cavalcata così trionfale. Ragazzi eccezionali, create le giuste alchimie che fanno grandi i gruppi»

È sardo, di Cagliari, ostinato, puntiglioso, caparbio e tenace. Un allenatore che non vende quel fumo che faceva uscire dalle scarpette quando macinava chilometri a centrocampo nello sterrato dell'Atletico Sirio in Eccellenza (1991-92) prima del salto nei professionisti con Tempio, Torres e Cagliari. Sebastiano Pinna ha condotto il Castiadas in serie D con un lavoro certosino, minuzioso e con quella grinta tipica dei sudamericani al punto che nel patentino potrebbe pure cambiare il nome in Sebastião e il cognome in Pinha. «L'attesa è stata snervante ma ora possiamo festeggiare - ha commentato così il condottiero biancoverde - Prima ci sono state 4-5 partite giocate con un vantaggio importante e col Calangianus è arrivata la matematica. Complimenti ai ragazzi sono stati eccezionali, hanno avuto il giusto premio per i molti sacrifici fatti con un grande senso di appartenenza e una cultura del lavoro spiccata. Non so quando ricapiterà una cavalcata così trionfale».

 

L'allenatore fissa nel primo turno di Coppa Italia il momento più importante della stagione: «Con l'eliminazione da parte del Muravera, rivale storica del Castiadas. Poteva essere un momento negativo, invece la squadra ha reagito subito, dopodiché momenti critici veri e propri non ce ne sono stati, abbiamo avuto sempre una continuità di risultati. I ragazzi hanno avuto equilibrio e costanza negli allenamenti, non è mancato nessuno e la partecipazione è stata totale. Con questi ingredienti una squadra vince sempre e con merito. Non basta avere solo grandi nomi, fatto salvo che 4-5 giocatori importanti devi comunque averli. C'è stato il giusto mix con quelli che non avevano un nome altisonante ma che sono risultati altrettanto importanti, sono state create le giuste alchimie che fanno grandi i gruppi».

 

La panchina di Pinna era data a rischio ad inizio campionato: «Io mi sono sempre sentito in bilico perché se fai l'allenatore l'esonero ci può stare. Le voci le sentivo e ai ragazzi ho sempre detto che il tecnico è giusto che paghi ma deve proteggere sempre la squadra visto che, per il mio modo di agire e operare, da quando ho stretto la mano ai dirigenti abbiamo fatto scelte condivise con la società. Ma si è sbagliato pochissimo e a dicembre è arrivato un solo giocatore, Figos. Abbiamo creato un'atmosfera giusta di lavoro e per fortuna ho mangiato il panettone e ora la colomba all'interno di una stagione trionfale. Ringrazio in particolar modo il mio staff, Pierpaolo Mura, Nicola Sanna, Alessio Cinus, Giomaria Ruiu, sono stati eccezionali e hanno fatto un lavoro enorme. Sono anche loro gli artefici di questo successo così come il fisioterapista Cristian Lai e il dottor Andrea Lara». Il tecnico è stato confermato dalla proprietà. «C'è la volontà di continuare - conferma Pinna - abbiamo una base di lavoro che, con qualche aggiustamento, può permetterci di fare tranquillamente la serie D ricordando che per le squadre sarde il salto di categoria è doppio e triplo». Pinna spende belle parole per la "triade", il patron Zaccheddu, il presidente Piu e il vice Vargiolu: «La società aveva raccolto poco nell'ultimo biennio ingoiando bocconi amari, quando sono stato scelto ho detto che avrei speso tutto me stesso per loro. Si merita questa vittoria hanno avuto una gratificazione dopo aver fatto grandi sacrifici, mettendoci passione. Non li conoscevo ma dopo 8-9 mesi si approfondiscono anche le sfumature. Sono persone perbene con dei principi e valori importanti, poi come in ogni famiglia ci possono essere dei punti di vista che divergono però con intelligenza ci siamo sempre confrontati per trovare un punto d'incontro. Anche questa è stata la chiave per avere avuto equilibrio in tutto l'anno».

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2017/2018
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