Il Ct delle Rappresentative fa il punto sui raduni
Fele: "Andiamo avanti decisi, la qualità non manca"
Sarà la Sardegna ad ospitare la 52° edizione del Torneo delle Regioni, che si terrà da venerdì 22 sino a Sabato 30 Marzo 2012. Il Commissssario tecnico delle rappresentative Francesco Fele, a due mesi dal via racconta dal campo (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA DEL RADUNO D'ESORDIO) le sue impressioni sul lavoro svolto negli ultimi anni e nei raduni di questo inizio di gennaio.
Duemilaquattrocentoventotto tra atleti, dirigenti, tecnici, massaggiatori invaderanno l'Isola. Il Consiglio Direttivo della LND, in funzione della presenza di campi in sintetico e di strutture alberghiere di grande portata, ha sorteggiato i gironi così come di seguito riportati:
Girone A (CAGLIARITANO) : Puglia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Comitato Autonomo di Bolzano;
Le squadre alloggeranno a Quartu presso il Setar 4 Torri
Girone B (SULCIS): Calabria, Liguria, Lazio, Molise, Piemonte;
Le squadre alloggeranno tra Calasetta, Porto Pino e Carbonia
Girone C (OGLIASTRA): Basilicata, Comitato Autonomo di Trento, Umbria, Sicilia, Lombardia;
Le squadre alloggeranno a Tortolì e Arbatax
Girone D (ORISTANESE): Marche, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Toscana.
Le squadre alloggeranno ad Arborea
LA STORIA DEL TDR Fu alla fine degli anni Cinquanta, alla vigilia dell'evento storico di quei tempi, ovvero l'organizzazione delle Olimpiadi a Roma, che alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, commissariata da Bruno Zauli, venne l'idea di organizzare una manifestazione che in qualche modo riunisse insieme i Comitati Regionali di tutta Italia. Nacque cosÏ il Torneo delle Regioni, manifestazione riservata alle squadre rappresentative del campionato di Promozione, allora il principale campionato dilettantistico in Italia e che ogni Comitato organizzava su base regionale. Gli inizi degli anni '60 trovarono l'Italia alle prese con una grande trasformazione socio-economica figlia del "boom industriale". Le condizioni di vita erano migliorate, ne derivavano una minore preoccupazione quotidiana e una maggiore disponibilità verso i nuovi stili di vita. Avvenne un cambiamento in tutti i campi e l'Italia da società prevalentemente contadina si avviava a diventare un paese industriale; l'analfabetismo veniva sconfitto e l'automobile diventava una realtà. Le Olimpiadi diventarono così un grande momento per la crescita e lo sviluppo di tutto il Paese e non soltanto della città di Roma. E con i Giochi Olimpici che si avvicinavano, la Lega Nazionale Dilettanti appena costituita decise così di proporre anch'essa una grande manifestazione aggregativa, concentrando tutte le diciotto rappresentative regionali a Roma, che di lì a poco sarebbe diventata teatro di una delle manifestazioni più suggestive e spettacolari dello sport in assoluto.
LA PRIMA EDIZIONE I lavori per ospitare le Olimpiadi pervasero tutta la città e nei pressi del Vaticano fu costruito un grande albergo, il "Mediterraneo" struttura modernissima e di grande ricettività. Fu proprio questo grande albergo ad ospitare tutte le diciotto rappresentative, che furono chiamate a Roma per disputare un torneo che fu subito intitolato a Giuseppe Zanetti, papà del giornalista Gualtiero, che era stato Segretario della Federazione Italiana Giuoco Calcio negli anni Venti. Le gare della prima edizione del Torneo delle Regioni furono giocate su diversi campi della capitale e le finale fu disputata alla stadio Flaminio, che a quei tempi si chiamava ancora "Stadio Torino" ed era l'unico stadio romano, in attesa della conclusione dei lavori dell'attuale Olimpico. A vincere la finale fu il Lazio, che giocava praticamente in casa.
IL TORNEO DIVENTA TRADIZIONE La manifestazione riscosse subito un grande successo, sia in termini di interesse che di entusiasmo. Fu così che il presidente della neonata Lega Nazionale Dilettanti, Ottorino Barassi, figura storica del calcio italiano, decise di ripeterla anche l'anno successivo, dando così il via alla tradizione di una delle manifestazioni più solide del calcio italiano. Anche la seconda edizione fu giocata a Roma e fu nuovamente il Lazio ad aggiudicarsela con pieno merito. Anche la seconda edizione piacque moltissimo, sia per l'alto momento aggregativo che proponeva, sia per i valori tecnici che offriva a quanti avevano il piacere e la voglia di seguire le partite. Il direttivo della Lega, a cui prendevano parte i presidenti di tutti i Comitati Regionali, decise allora di far diventare fisso l'appuntamento con il Torneo delle Regioni, trasformandolo in una manifestazione itinerante, che cambiasse, cioè, sede di svolgimento ogni anno. La formula del concentramento unico, però, comportava alcuni problemi logistici, perchè non era facile trovare, al di fuori della capitale, luoghi che potessero ospitare il raduno di circa cinquecento persone. Oltretutto, la presenza contemporanea di diciotto rappresentative, costringeva le squadre a giocare cinque, sei gare nell'arco di pochissimi giorni, massimo una settimana.
LA FORMULA Con il passare degli anni, quindi, la formula fu rivista e corretta, adeguandola al superamento di questi problemi logistici. Si passò, pertanto, dal concentramento unico all'eliminazione diretta, arrivando alla formula con i triangolari con una prima fase di qualificazione e una seconda per l'assegnazione del trofeo. Fino alla formula articolata su base biennale, nel 2006, in adeguamento allo svolgimento della Coppa Uefa per dilettanti poi abbandonata per tornare allo svolgimento annuale. Negli anni si sono aggiunte diverse discipline, tra cui il calcio a 5 maschile, il calcio femminile e, ultimo in ordine di tempo, il fusa femminile.
IL TERREMOTO DE L'AQUILA Il Torneo ha vissuto anche momenti drammatici, nel 2009, quando ci fu il terribile terremoto che colpì l'intera provincia de L'Aquila. Le rappresentative erano già radunate sul litorale abruzzese, sede scelta per lo svolgimento delle gare, tornate ad essere di qualificazione e di finale nello stesso periodo. Le devastanti conseguenze del sisma, oltre a generare tantissima paura (ma per fortuna del mondo sportivo nessun danno fisico) spingono la Lega Dilettanti ad annullare la manifestazione. Soltanto l'anno dopo, quando si avvia la fase di ricostruzione e rinascita del territorio aquilano, la Lega decide di assegnare il Torneo delle Regioni all'Abruzzo, che va così a difendere l'Italia del calcio dilettanti all'Uefa Region's Cup.
Anche l'edizione del 2010 si "sdoppia", ma lo fa per questioni logistiche. Per la prima volta, dopo l'accorpamento del 2007, la Lega decide di "fondere" il Torneo delle Regioni con la Coppa Nazionale Primavera, tradizionale appuntamento annuale per le rappresentative giovanili delle categorie Allievi e Giovanissimi. Il concentramento del nord, che si svolge in Piemonte, ospita le Rappresentative Juniores, Allievi e Giovanissimi, mentre la base operativa del centro è fissata in Umbria, dove giocano il calcio femminile e il futsal maschile e femminile, con quest'ultimo che si affaccia per la prima volta alla fase finale. Nel 2011, invece, in occasione della 50^ edizione si torna nel Lazio, precisamente a Fiuggi, dove si sperimenta la formula più avvincente ma anche più onerosa dal punto di vista organizzativo: tutte le categorie, Juniores, Allievi, Giovanissimi, Calcio a 5 maschile e femminile e Calcio in rosa, assieme per 10 giorni di grande sport con un coinvolgimento complessivo di circa 2700 persone tra atleti e dirigenti.
I PERSONAGGI Anche le intitolazioni del torneo negli anni hanno subito cambiamenti. Dopo il nome di Giuseppe Zanetti in passato, il Torneo delle Regioni è stato accostato, anche ai nomi di Ottorino Barassi, primo presidente della Lega Dilettanti, di Artemio Franchi, indimenticabile presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, e di Antonio Sbardella, altro indimenticabile grande personaggio del calcio italiano, prima come arbitro internazionale poi come dirigente federale.
I LIMITI DI ETA' Nato come libera espressione del calcio dilettantistico regionale, il Torneo delle Regioni ha negli anni seguito anche un "ringiovanimento" sempre più marcato, seguendo i limiti di età che via via venivano introdotti nel principale campionato dilettantistico regionale, sia esso stato la Promozione ieri o sia l'Eccellenza oggi. Si è così passati dagli "under 23" delle prime edizioni agli "under 21" delle edizioni centrali, fino all'attuale limite degli "under 18", meglio conosciuti come categoria juniores. Con l'ingresso nella famiglia dilettantistica delle rappresentative regionali Allievi e Giovanissimi, orma è rappresentato l'intero arco temporale giovanile agonistico.
LE REGIONI La crescita del torneo ha dunque fatto sì che l'organizzazione del torneo assumesse contorni grandissimi, con la sistemazione logistica di oltre 2000 persone, radunate per pochi giorni in un comprensorio scelto di volta in volta tra i più belli e suggestivi in Italia, dal lago di Garda in Veneto alla zona di Paestum in Campania, dalle terme di Fiuggi e dal Golfo di Gaeta nel Lazio alle montagne dell'Abruzzo, passando per la verde Umbria o per le zone caratteristiche del Friuli Venezia Giulia.
L'UEFA REGIONS' CUP Da qualche anno, vincere il Torneo delle Regioni significa avere un passaporto per l'Europa. Il successo nella manifestazione della Lega Dilettanti dà infatti l'accesso allo spareggio per guadagnarsi l'Uefa Regions' Cup, la Coppa Uefa dei dilettanti, che si disputa ogni due anni. Il primo team italiano a fregiarsi di questo importante riconoscimento è stato il Veneto, vincitore del torneo nel 1998 e poi trionfatore della Coppa Uefa dei dilettanti in un lotto di ben 32 squadre europee. L'Italia ha concesso il bis nel 2003 grazie al Piemonte.