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Gianni Cadoni, presidente, Figc
«Sulle classifiche ho la mia idea, risorse ai club in difficoltà»

Figc sarda, Cadoni: «Siamo avanti coi tempi, attendiamo i protocolli sanitari ma questa stagione potrebbe concludersi così»

Il calcio si sta avvicinando alle decisioni importanti per il futuro immediato e dovrà dire se potrà riprendere, specie per la serie A, ed eventualmente come terminare per quei campionati cui sarà impossibile applicare quei protocolli medico-sanitari proposti dalla Figc ma non ancora adeguati alle richieste del Comitato tecnico-scientifico che va da consulenza al Governo poi deputato alle decisioni inerenti all'emergenza creatasi col coronavirus. 

Il presidente del Comitato Regionale Gianni Cadoni, che ha sempre perseguito la strada della ripresa nel rispetto delle decisioni verticistiche che verranno prese, è intervenuto alla diretta streaming voluta da Guilcersport è ha esplicitato il pensiero in modo chiaro su diversi argomenti.

 

La speranza di terminare la stagione sul campo. «Il dispiacere è sempre per quello che è accaduto e che ha impensierito la vita di tutti noi dal punto di vista sanitario interrompendo campionati magnifici, combattuti sia nella parte bassa che alta. Purtroppo ci siamo dovuti fermare. Il calcio sardo non è affatto allo sbaraglio, siamo stati i primi a fermarci il 5 di marzo adeguandoci alla Lombardia che aveva ben altri numeri del contagio quando potevamo giocare a porte chiusa. Abbiamo bloccato i campionati perché per noi la tutela sanitaria dei nostri tesserati viene prima di tutto. Ci siamo fermati in attesa di capire, poi sono sopraggiunti i decreti del presidente del consiglio e gli stop della Figc e Lnd. Il nostro desiderio è terminare i campionati, siamo avvezzi a pensare che si debbano decidere sul campo di gioco»

 

Il nodo protocolli incombe sula fine dei campionati. «È evidente che stiamo andando avanti coi tempi, c'è una commissione medico-sanitaria che deve indicare i protocolli eventualmente per avere una garanzia sanitaria adeguata, li stiamo attendendo e non sono ancora arrivati. I tempi si stanno dilatando e probabilmente questa stagione potrebbe concludersi ahimè in modo diverso da quello che è il campo. In questi mesi sono stato a stretto contatto con il presidente nazionale Cosimo Sibilia, che ha fatto un lavoro fantastico, ed è uno stratega importante. La pensa come me, cioè che i campionati si debbano terminare sul campo di calcio. Abbiamo tenuto botta, nel senso che non valiamo meno della serie A e non mi riferisco dal punto di vista economico ma dello sport, pertanto se la serie A vuole giustamente continuare, e noi stiamo all'interno della Figc, anche i dilettanti vogliono fare altrettanto. 

 

La tappa importantissima dell'8 maggio. «Il Consiglio Federale è l'organo supremo che decide sul calcio e venerdì darà delle indicazioni precise se si dovrà continuare sul campo oppure no. Verranno date delle linee guide importanti, a seguire ci sarà un Consiglio Nazionale molto importante perché se si dovesse dare una indicazione nel fermare qui la stagione 2019-20, allora ci sarà un nostro Consiglio Direttivo della Lnd, composto dai 20 presidente dei Comitati Regionali, coordinati da Sibilia, e i Consiglieri federali di area dilettanti, nel quale si dibatterà su come terminare i campionati»

 

Il problema della classifiche. «Io non ho mai parlato di ipotesi oltre a quelle della ripresa dei campionati. Sibilia ha sempre detto che del piano B se ne sarebbe parlato in seguito, perciò non abbiamo mai affrontato questo aspetto. Ciascun presidente regionale avrà la propria idea e io ho la mia. Dico che si sono disputati 2/3 della stagione, in Eccellenza abbiamo giocato 23 gare su 30 e in Seconda 18 partite su 26; è stato fatto un percorso importante in tutti i campionati e non si può pensare che si possano annullare. Penso che la prima di ogni campionato dovrebbe andare nella categoria superiore, i playoff e playout non potendosi disputare porteranno a cristallizzare la classifica così com'è, mentre per le retrocessioni ci sarà un bel punto interrogativo perché ad un momento eccezionale corrispondono misure eccezionali. Questa è la mia idea che sarà dibattuta al pari degli altri sul tavolo che andremo a fare».

 

Tanti comitati regionali ma niente formule diverse. «Lo escludo, la Lnd ha sempre deciso all'unanimità, e anche questa volta uscirà fuori un'unica decisione chiara e precisa che varrà per tutte le regioni».

 

Date e iscrizioni prossima stagione. «Speriamo di ripartire con le stesse date è di poter riniziare con quest'incubo che possa sfumare e che la medicina e la scienza possa andare avanti per salvaguardare la nostra salute. Non abbiamo parlato di iscrizioni e tesseramenti a costo zero, siamo impegnati come Lnd ad interloquire presso il Governo e il ministro dello Sport e il Coni. Noi come Comitato Regionale siamo andati a braccetto con la Regione che ha sostenuto lo sport l'anno scorso finanziandolo con la legge 48 la quale ha permesso di distribuire contributi sostanziosi e importanti che quasi andavano a coprire l'iscrizione ai campionati. Posso assicurare che siamo nella via definitiva affinché anche l'anno prossimo tutte le 420 società andranno a percepire un contributo molto importante, proporzionale alla categoria di appartenenza e al numero dei tesserati. Il contributo più basso è stato da 1000/1500 e quello più alto da 8/9000 mila euro. Cifre impensabili quando abbiamo iniziato il mandato. L'anno che viene sarà una manna che andrà ad aiutare le società vittime di un problema economico non da poco. Abbiamo altre iniziative in serbo che però non voglio ancora annunciare. Poi c'è la Lnd, che da diversi anni è vicina alle società, come dimostra la valorizzazione dei giovani. Abbiamo distribuito 12mila euro all'Eccellenza e 9mila euro in Promozione alle squadre che hanno fatto giocare più giovani, l'anno prossimo beneficeranno 9 squadre, le prime tre di Eccellenza e Promozione. La Terza categoria è stata un'altra nostra scommessa, grazie al supporto alla Lnd che ha abolito la tassa d'iscrizione. Siamo partiti senza vergogna con pochi gironi, ora abbiamo 72 squadre e continuo ad avere altre adesioni. Staremo vicini a tutte le nostre società e ci batteremo per avere ulteriori contributi, vedremo in che forma e se saranno per abbattere le iscrizioni».   

 

Il numero dei fuoriquota. «La Lnd rende obbligatorio l'utilizzo di due fuoriquota. In Sardegna qualche anno fa scelse di utilizzarne 4 e poi quando siamo arriviamo noi, si scese a tre e ora a due. Ho approvato questo perché se è vero che con numeri maggiori si incentiva e obbligano all'utilizzo di molti giovani è altrettanto vero che ho assistito a cose che non mi sono piaciuto. Il calcio deve ritrovare vecchi valori, si gioca per diletto e divertimento, il rimborso lo capisco per coprire le spese ma non in importi così eccessivi specie per chi non meritavano neanche di mettere piede in campo. Chi è bravo gioca, chi non lo è deve imparare e giocare nelle categorie di competenze».   

 

Bilancio del mandato dopo tre anni e mezzo. «Obiettivi da raggiungere ce ne sono ancora tanti. Sono però soddisfattissimo del percorso fatto, col mio consiglio direttivo si è fatto un lavoro egregio, siamo un Comitato Regionale più dinamico e organizzato per dare una risposta adeguata ai tempi e alle società che, dal punto di vista burocratico, hanno visto che con la dematerializzazione i dirigenti non sono più costretti a raggiungere sempre i nostri uffici. Abbiamo creato un ufficio stampa e un ufficio marketing. Dal punto di vista sportivo siamo un esercito con 40mila tesserati, c'è un tesserato ogni 40 abitanti, 7.500 dirigenti, 3.700 tecnici, 1000 arbitri, 500 società, 2300 squadre, gestiamo circa 12mila partite all'anno che si svolgono su 300 campi. Siamo un esercito molto compatto che abbraccia tutta l'isola dal La Maddalena a Carloforte passando per Villasimius. In ogni comunità c'è un campo ma non una squadra, quando siamo arrivati in 120 comuni non c'erano squadre e ora sono un po' di meno. Il calcio non è solo sport ma è sociale».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020