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Serie D
Il presidente: «Per opporsi è tardi, non è calcio»

Il Castiadas medita la clamorosa protesta, Piu: «Se la gara di Lanusei è ritenuta a rischio non mando la squadra a giocare. Perché le criticità della tribuna ospiti non sono emerse in altre gare?»

Quando manca poco più di un giorno alla sfida salvezza si potrebbe già dire che il Castiadas torna in Eccellenza perché sul campo del Lanusei probabilmente non si presenterà. Questa è la protesta clamorosa che starebbe pensando di portare avanti il presidente della società biancoverde, Pierpaolo Piu, quale effetto del decreto prefettizio, datato 16 maggio ma notificato solo ieri ai club, che vieta la vendita dei tagliandi ai residenti nella provincia di Cagliari. In buona sostanza la squadra sarrabese dovrebbe giocare la gara decisiva della stagione, quella che determina salvezza o retrocessione, senza i propri sostenitori. Il Prefetto di Nuoro Giovanni Meloni ha motivato l'adozione della misura prescrittiva sulla base di quanto segnalato dal Questore di Nuoro che per la gara in programma al Lixius di Lanusei sabato alle ore 16.30 "è da considerarsi a rischio in quanto, al di là dell'esistenza di un parere di "agibilità" della struttura stessa rilasciata dalla CCVLPS (Commissione Comunale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, ndr), permangono alcune criticità che potrebbero manifestarsi in tutta la loro gravità proprio in occasione della presenza dei tifosi del Castiadas che, considerata l'importanza della partita determinante per l'eventuale retrocessione di una delle due squadre, confluiranno numerosi". Le criticità riguardano "l'unicità dei percorsi di accesso e deflusso, all'accesso al settore ospiti e alla tribuna ospiti della struttura". 

 

«Se sussistono problemi di ordine pubblico - dice il presidente Pierpaolo Piu mi spieghino per quale motivo devo prendermi la responabilità di mandare la squadra a giocare a Lanusei per di più accompagnata dai dirigenti. La strada d'accesso e d'uscita per la tribuna ospiti è la stessa di quella che porta poi all'ingresso negli spogliatoi e prima ancora della tribuna principale. E allora chi garantisce per la tutela dei miei tesserati se quella che noi pensavamo fosse solamente una gara decisiva per stare o meno in serie D e non di certo a rischio per alcune criticità? Che, invece, non sono state prese in considerazione quando il Lanusei ha giocato in casa con la Nuorese o quando ha ospitato il Grosseto coi tifosi toscani al seguito messi nella tribuna ospiti oggetto del decreto prefettizio». Il numero uno del club sarrabese sta attraversando ore di grande riflessione: «Non sono andato al campo, la squadra si sta allenando agli ordini del tecnico Mereu e del suo staff, sto cercando di tenere loro al di fuori di ogni polemica. Loro stanno pensando a giocare questo playout ma il fatto di mandarli o meno a Lanusei è una mia decisione, visto che rappresento la società, e non della squadra». Al presidente Piu non va giù la tempistica del provvedimento restrittivo che, di fatto, toglie il tempo a qualunque altra mossa: «Che il playout fosse in programma sabato 21 l'avevamo concordato col Lanusei al termine della gara di campionato dell'8 maggio, la data è stata resa ufficiale dalla Lega Nazionale Dilettanti già il giorno dopo, lunedì 9. Cosa succede invece? Che a 48 ore dalla sfida arriva il divieto di vendita dei biglietti ai residenti in provincia di Cagliari. Ma che ricorso posso fare ora? Non ha senso, come non ha più senso fare calcio se devo avere timore di mandare la squadra a giocare quando quel timore non ce l'avevo fino a ieri. Col Lanusei è la settima volta che ci incontriamo in due anni, non è mai successo niente, due settimane fa abbiamo ospitato 300 tifosi ogliastrini che hanno sostenuto la propria squadra con correttezza, nella tribuna a fianco c'erano i nostri sostenitori che sono composti per lo più da famiglie e anziani. Ma allora di che cosa stiamo parlando? Non più di calcio».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
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