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Il declino del Cagliari vale oltre 10 milioni, col Parma si può limitare la perdita
Cellino farà cambiamenti, Conti rischia il taglio

Il declino del Cagliari vale oltre 10 milioni, col Parma si può limitare la perdita

Qualche giorno all'ingloriosa fine, poi si faranno i conti. Quelli veri che farebbe il “Mercadet” del calcio, uomo d'affari inventato da Balzac che, come Cellino, sapeva come vendere “gesso come zucchero”. Perché alla fine, se la rabbia dei tifosi è solo una questione di cuore, quella del numero uno del Cagliari è più una questione di tasche.

 

Quattro posizioni perse valgono sino a 12 mln - In sei giornate ha visto rivoluzionati tutti suoi conti. Perché precipitare dal nono posto al tredicesimo è una perdita finanziaria notevole. Tutta colpa (o merito, dipende dai punti di vista) dei diritti televisivi. Se 400 milioni saranno divisi in parti uguali, 50 milioni in base agli abitanti e 200 milioni al numero dei tifosi (ciò che ha prodotto l’ultima spaccatura in Lega), altri 200 milioni vengono conteggiati in base ai risultati sportivi dal 1946, 100 milioni in base alla classifica degli ultimi 5 anni e altri 100 milioni verranno divisi in base alla classifica finale di questo campionato. In sostanza ogni posizione in classifica guadagnata, ma in questo caso persa, vale 2-3 milioni di euro. Quindi il Cagliari nelle ultime sei giornate di campionato ha potenzialmente perso tra gli 8 e i 12 milioni di euro perché la posizione finale di quest’anno influisce gioco forza sulle tre voci delle sei prese in esame per ripartire i diritti tv. Chi non si arrabbierebbe? E potrebbero essere ancora di più i milioni persi se si fallisse l’ultimo appuntamento stagionale contro il Parma che, se vinto, farebbe altresì riguadagnare una posizione (ai danni dei ducali) e forse due se il Catania dovesse perdere contro l’Inter. Ma si potrebbe scivolare ulteriormente in caso di sconfitta visto che il Bologna incontra il Bari fanalino di coda mentre Cesena e Chievo sono impegnate in trasferta dure rispettivamente contro Genoa e Palermo.

 

Senza stimoli, l'anno scorso saltò Allegri - Il Cellino che ora minaccia rivoluzioni è da tre anni che si trova nell'identica situazione. L’anno scorso non fu colpa di Allegri “catturato dalle sirene” di Milan, Juventus o chi per loro. E perdere tempo a trovare le responsabilità di Donadoni sarebbe persino stupido. L'allenatore montanaro che “non ama la tintarella e onorerà il campionato fino alla fine”. Parole di novembre. Basta guardarlo in faccia per capire che dice la verità. Non restano che i giocatori. Gli si è chiesta la salvezza, e l'hanno servita con entusiasmo e divertendo almeno fino alla vittoria in casa del Genoa di inizio aprile. Automatico che dopo calino gli stimoli. A meno che non si cambi obiettivo, e se si cambia obiettivo cambia anche qualcosa sul contratto. Un premio? Cellino non ha mai parlato di premi, ma forse la squadra avrebbe avuto il diritto (discutibile o meno) di chiederlo. L'avrà fatto? Chissà. In ogni caso la risposta sarebbe stata “no” perché forse l'Europa League non sarebbe convenuta nessuno. Preliminari e primo turno porterebbero in cassa più o meno un milione di euro e ne farebbe spendere tanti di più, soprattutto perché a quel punto si dovrebbero fare due formazioni titolari o quasi, in grado di giocare in Coppa e in campionato.

 

La rivoluzione, pagherà il capitano Conti? - Per il terzo anno di fila, quindi, il gatto si mangia la coda. Ma stavolta il gatto sembra avere cognizione di causa. Serve tutto, forse stavolta per liquidare qualche pedina scomoda appresso a ogni record, vedi Daniele Conti e seguace (Agostini). Perché alla fine c'è sempre qualcuno che decide. Ma anche che paga. L'anno scorso l'esonero di Allegri, quest'anno potrebbe essere il turno del capitano. Troppo capitano. E un capitano in panchina per “punizione” è un contrasto degno dei colori di Kandinsky. Disturba per fama, come disturbava Allegri o Zola o Cossu convocato ai Mondiali (in panchina nelle ultime giornate di campionato). Ma poi basterebbe un colpo di mercato e lo stadio nuovo per riportare gli appassionati in tribuna e curva. Ed il gioco è fatto. La speranza dei tifosi bambini è che questo sia solo il contorno di una buona dose di sentimento. Per lo sport, per i tifosi per la squadra e pure per...amor proprio.

Virginia Saba

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
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Cellino