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«Attenti al Fertilia, non sarà gara facile»

Ilvamaddalena, l'orgoglio di Averini: «Vittoria con il Bonorva meritata, chi parla di poca sportività da parte nostra racconta bugie»

Dopo tre turni di digiuno, l'Ilvamaddalena riassapora il gusto dolce della vittoria, e lo fa nel migliore dei modi: il pareggio, decisamente convincente, rimediato nella sfida interna contro la corazzata Usinese era un piccolo, grande segnale in grado di testimoniare i progressi e il buon stato di forma dei ragazzi guidati da mister Alberto Averini. Domenica è stata messa a segno un'altra prestazione importante, che ha permesso di strappare il bottino pieno nella tana del Bonorva: la capolista si presentava all'impegno da imbattuta e con una difesa che tra le mura amiche non aveva subito nemmeno un gol.
Considerate le premesse, il 2 a 1 maturato nell'arco dei novanta minuti pesa tantissimo: i maddalenini non solo accorciano il distacco dalla vetta, lontana ora soltanto due lunghezze, ma ripartono con la convinzione di avere tutte le carte in regola per poter disputare una stagione importante. Nella prossima gara con il Fertilia ultima in classifica, in tanti si aspettano il bis, fondamentale per mantenere un ritmo da prima della classe.


«Quest'anno il campionato è estremamente equilibrato, devi combattere puntualmente ogni domenica per guadagnarti i tre punti; discorso che vale a maggior ragione quando affronti la prima della classe, che veniva da cinque vittorie consecutive e in casa non aveva mai incassato nemmeno una rete. L'impresa non era sicuramente delle più facili, considerando poi che non siamo abituati a giocare su di un campo in terra battuta. Una sfida, insomma, che presentava molteplici insidie». Un esame che l'Ilva ha superato a pieni voti. «Grazie ad un approccio alla gara che definirei ottimo: abbiamo giocato con la giusta dose di determinazione, riuscendo ad adeguarci alle caratteristiche e ai punti di forza dell'avversario; in sostanza è quello che chiedo ai miei ragazzi. In una partita pesano tantissimo gli episodi, ma molto dipende dai calciatori, e in questo senso abbiamo meritato di portare a casa il risultato».
Il tecnico ne approfitta per difendere la sua squadra dagli attacchi: «Ho provato tanto fastidio nel leggere alcuni commenti, decisamente di parte, dove si alludeva ad una nostra presunta tattica alla simulazione sistematica, una cosa assolutamente non vera. Volante, che è un ragazzone di quasi un metro e novanta, viene martoriato, troncato come se fosse un albero, ma nessuno sembra farci caso. Il calcio dilettantistico è basato sui valori, o almeno, così dovrebbe essere». Averini ha le idee ben chiare in questo senso: «Rappresentiamo un paese intero, portiamo avanti un discorso di appartenenza, educazione, fair play, amicizia, ma in Italia siamo bravissimi a distorcere le cose: buttare la palla fuori dal campo diventa una perdita di tempo e non un segno di sportività nei confronti di un avversario in difficoltà. E' triste, ma è così». Poi precisa: «Lavoriamo quotidianamente non solo sulla tattica ma soprattutto sui comportamenti, non siamo una banda di imbroglioni e chi sostiene questo ci offende profondamente, perchè offre un'interpretazione che non corrisponde alla realtà».

 

Il verdetto del campo è comunque sia insindacabile: punti pesanti che interrompono un digiuno di vittorie che durava da ben tre turni.
«Per noi comunque cambia poco: lavoriamo per raggiungere obbiettivi a breve e lungo termine. Durante la settimana ci alleniamo per affinare i nostri aspetti positivi, cercando di preparare la sfida in base all'avversario che andiamo ad affrontare, con l'intento di ottenere sempre il massimo; il nostro traguardo principale però è quello di far crescere al meglio i nostri ragazzi, a prescindere quindi dal piazzamento finale in classifica. In fondo parliamo di una comunità di 11 mila abitanti, un centro che non è piccolissimo ma che non ha comunque sia un bacino di utenze sufficientemente grande da permetterti di percorrere altre strade: ci costruiamo in casa i calciatori del futuro, un processo lungo e delicato». Per il club si tratta di un motivo di grande orgoglio. «Quando qualche presidente dichiara di puntare sui giovani, lo fa perchè non ha risorse economiche da investire nella costruzione della squadra. Il nostro è un discorso diverso: in un certo senso, portiamo avanti l'idea di calcio come motore sociale, non c'è selezione, chiunque può entrare a far parte del settore giovanile; gli istruttori si preoccupano di fornire i mezzi adeguati che serviranno per l'approdo in Prima Squadra, così da evitare le delusioni che spesso incrinano il rapporto tra il soggetto e lo sport».

Quando si ha a che fare con un gruppo giovane, i passi falsi rischiano di pesare il doppio. «Non mi aspettavo di dover gestire una mini crisi, ne avrei fatto volentieri a meno, ma le battute d'arresto arricchiscono il nostro bagaglio di esperienza. La sfortuna non esiste, se un episodio si ripete, è sintomo che c'è qualcosa che non va: si tratta solo di identificare il problema e risolverlo. Tra autogol, infortuni del portiere e disattenzioni varie non siamo comunque stati proprio fortunatissimi, ma i miei hanno sempre dato tutto. Capita che delle volte si azzecchino giocate impossibili, altre volte si sbagliano quelle più facili. Nello specifico comunque, le due sconfitte ci stanno strette per quanto visto in campo: il Lauras è la nostra bestia nera, un ko che ha bruciato tanto; contro lo Stintino, il terreno non era il massimo, e alla fine dei giochi ha condizionato sensibilmente la qualità della nostra manovra; penso che se avessimo preso un punto in quella circostanza nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo, ma a volte si raccoglie meno di quanto si semina».
Il pareggio contro l'Usinese invece soddisfa l'allenatore: «Per i giocatori che ha e per come si sono espressi, hanno confermato di essere una corazzata che lotterà tranquillamente sino alla fine per piazzamenti molto importanti. Per quanto ci riguarda, diamo il meglio contro avversari che giocano e lasciano giocare».

 

Tutto sommato, il cammino dell'Ilva è decisamente positivo: «In Coppa Italia stiamo facendo bene, così come nelle due trasferte di Porto Torres e Ozieri, una sorta di derby, molto sentito da entrambe le compagini». Il punteggio più largo sino a questo momento è il 6 a 1 rifilato al Siniscola. «Negli ultimi dieci minuti sono arrivati tre gol, era difficile frenare l'entusiasmo dei ragazzi, che volevano esordire con il botto». Ora sarà importante non perdere il ritmo: il fanalino di coda Fertilia, prossimo ospite al Comunale 'Pietro Secci', è un avversario abbordabile. «Per noi cambia poco rispetto a domenica scorsa – taglia corto-, mi aspetto le stesse risposte arrivate contro il Bonorva. Giocare alla mattina, il pomeriggio è in programma una gara del Caprera Calcio, rappresenta un'incognita. Loro vorranno invertire il trend negativo, non verranno da noi per incassare un'altra goleada. Probabilmente recupereranno qualche pedina importante, a noi invece mancherà Volante, che domenica scorsa ha rimediato due gialli, uno per simulazione e l'altro sinceramente non l'ho capito».
L'allenatore comunque sia ha piena fiducia nei suoi uomini: «Sono davvero contento della rosa che mi hanno messo a disposizione; con il 90% degli anziani ho giocato assieme per un decennio, i più giovani invece li ho visti crescere quando guidavo Allievi e Juniores. E' un gruppo legato da grande affetto e da stima reciproca, che da può contare sul contributo, tra gli altri, di Di Gennaro e Siazzu: animali da spogliatoio, oltre che formidabili calciatori; stanno da una vita in questo mondo e possono diventare un punto di riferimento per i meno esperti, si sono inseriti alla grande nel nostro contesto e penso che l'armonia e l'affiatamento, nel calcio dilettantistico, siano aspetti determinanti».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
7 Andata
8 Andata
Girone B