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PRESENTE E FUTURO PER IL CALCIO A 5 SARDO

Intervista al responsabile regionale del calcio a 5, Alberto Carta

Lo stato di salute del calcio a 5 sardo nell'intervista ad Alberto Carta, Responsabile Regionale. 

CARTA: IL FUTSAL CRESCE, MA SERVE L'IMPEGNO DI TUTTI

 

Al termine del tour di incontri territoriali, il responsabile regionale traccia il classico bilancio tra la vecchia e la nuova stagione

Non si è risparmiato e con lui il segretario Sandro Camba. Sei appuntamenti in giro per l'Isola, macinando chilometri, per ascoltare, parlare, proporre, recepire consigli e critiche. Alberto Carta ha preso appunti e cercato di rassicurare tutti: la Delegazione fa grandi sforzi per questo sport, cercando di stare sempre vicina alle società, di capirne le difficoltà e di tutelare gli interessi.

Non è facile, in tempi come questi, dove crisi e tagli si fanno sentire, senza dimenticare che il futsal è uno sport giovane e non ha i numeri del calcio a 11. I numeri e l'interesse crescente sono però confortanti. Un interesse che si conferma a Cagliari, storica roccaforte, ma pare finalmente muoversi anche in territori tradizionalmente poco inclini al pallone "numero 4" come il Sassarese e la Gallura, oltre a Sulcis, Ogliastra e Oristanese. L'impegno è questo: andare lontano dal capoluogo, sviluppare cultura societaria e tecnica e cercare, soprattutto, di incrementare l'attività giovanile che darebbe il ricambio e l'energia per il movimento. 

 

 

- Chiediamo ad Alberto Carta un primo bilancio del "tour" di incontri

Abbiamo terminato da qualche settimana, siamo stati in po'ovunque, in ordine cronologico, Ogliastra, Sassarese, Cagliaritano, Sulcis – Iglesiente, Gallura e Oristanese. Le presenze, più o meno, ricalcano quelle che sono le nostre società nel territorio e soprattutto quella che è la cultura del futsal nelle varie parti dell'isola: bene a Cagliari un po' meno dalle altre parti, ma Sulcis e Oristanese sono cresciute tanto in questi ultimi due anni. 

 

- Menzione particolare per la novità rappresentata dalla Gallura, territorio in cui si sta muovendo qualcosa...

Esiste un concreto interesse da parte di alcuni gruppi che partecipano ai campionati di calcio a 5 organizzati dai circoli promozionali, ma le possibilità di un “passaggio” in FIGC sono ancora tutte da verificare; è pronta la società del Palau C5 che attende un seguito da parte del territorio del nord Sardegna. Aspettiamo nuovi eventi, con la possibilità, qualora ci fossero le condizioni (posti da assegnare, ndr) e non partisse la serie D al nord con almeno 8 squadre, di inserire qualche squadra del capo di nord interessata, direttamente al campionato regionale di serie C2. 

 

- Quali conferme e novità si prospettano per la prossima stagione?

Intanto la conferma, per il campionato di serie C1 maschile, della sperimentazione del giovane di una prestabilita fascia di età, schierato sempre sul terreno di gioco. Il monitoraggio da parte dell’AIA ha dimostrato criticità bassissime, a fronte di una iniziale titubanza. La ripetizione dell’esperimento è stata voluta in maniera esplicita da tutti i sodalizi, per cui confermato l’under 23 sempre in campo  e l’under 18 in lista. In C2 maschile conferma per l’under 21 e under 23 in lista. Negli altri campionati (serie D maschile, C1 e C2 femminile e Under 18, ndr) nessuna limitazione al gioco, anzi, cercheremo di confermare in Lega e in Divisione, così come richiesto dalle società, i due fuoriquota per il campionato under 18 (un under 20 e un under 19) che hanno partecipato lo scorso anno all’omonimo campionato. 

 

- Sul femminile invece le novità non sembrano propriamente positive

Esatto. La Lega ha sollevato di 2 anni la partecipazione al gioco. Una nota stonata, di cui non ne conosciamo i motivi, in un momento di grande crescita ed entusiasmo per questo genere. Nella stagione appena trascorsa una ragazza di 14 anni, con “maturità agonistica”, giocava, nella stagione che verrà (avrà 15 anni) non potrà giocare. Speriamo che la Lega faccia un passo indietro o conceda qualche deroga, altrimenti tante ragazze rimarranno “ferme”. Non è solo un problema sardo ma di tutto il movimento. Si cercherà, con la buona volontà di tutti, di provare ad organizzare qualche campionato giovanile femminile. 

 

- Un altro problema su cui si è discusso tanto è quello dell’impiantistica, con l'obbligatorietà dell'omologazione di tutti i terreni di gioco

Sul versante infrastrutture, ci sarà l’obbligatorietà di avere un terreno di gioco omologato dalla federazione per motivi di sicurezza ed assicurativi. Negli anni passati è stato chiuso “un occhio” più di una volta. Adesso sarà fatto un censimento da parte del Comitato regionale che metterà a disposizione le proprie risorse umane, nella persona del geometra Lobina, per regolarizzare tutti i terreni di gioco. Capiamo benissimo che ci sono tante difficoltà a reperire impianti, che non sempre le palestre sono agibili e che le amministrazioni spesso sono sorde alle esigenze delle società, ma dobbiamo muoverci anche per garantire un minimo di omologazione.

 

- Obiettivo oramai chiaro della Delegazione è quello di elevare il livello tecnico dei campionati attraverso i vincoli per i tecnici in panchina 

In C1 maschile è oramai un dato di fatto l'obbligatorietà di un allenatore che abbia il tesserino. Idem per la C2 maschile, ove le deroghe saranno concesse, sentito parere positivo dell’AIAC, per motivi di carattere straordinario come  la territorialità. Mentre per la femminile (C1 e C2, che sono campionati regionali, ndr) l’obbligatorietà è necessaria, ma, essendo campionati che si stanno ben strutturando da poco tempo, ci sarà maggiore disponibilità. Per quanto riguarda le giovanili, il comitato regionale e il consiglio direttivo potrebbero decidere su un eventuale obbligatorietà solo a partire dalla stagione 2014-2015. Ma è solo un ipotesi. La direzione è comunque questa.

 

- Intanto si prova a organizzare un corso allenatori lontano da Cagliari  

Sia il territorio del sassarese che dell’oristanese avrebbero necessità di farlo. Sarebbe una cosa ottima e aiuterebbe tantissimo il territorio a crescere. Il problema è sempre lo stesso: per averlo, le domande non deve essere inferiore alle 25/30 preadesioni. Ci siamo già attivati in questo senso, dando a tutti gli interessati la possibilità di aderire a questa pre-adesione. In caso contrario, ovvero di numeri minimi, sappiamo già la risposta di Coverciano. 

 

- Sul fronte playoff e playout come ci si dovrà orientare?

C'è stata una insistente raccomandazione da parte della Lega di disputarli a “turno secco”, con la gara da giocarsi in casa della squadra meglio piazzata durante la regular season e, in aggiunta rispetto al passato, dei tempi supplementari in caso di parità alla fine dei tempi regolari. Confermate le distanze dei punti nei campionati nei quali erano previsti ed inserimento ove non vi erano. 

 

- Nelle riunioni la Delegazione ha proposto una rivisitazione della formula della Final four di Coppa Italia, allargandola a 8 squadre. Come funzionerà?

Intanto l’idea è piaciuta agli addetti ai lavori. Credo che sia giusto coinvolgere più squadre possibili. Parteciperanno quindi 8 formazioni meglio piazzatesi alla fine del girone di andata, se su girone unico, 4 per ogni girone se il campionato sarà strutturato su un doppio girone. Sfrutteremo la solita settimana dedicata alla competizione nel modo seguente: martedì quarti , giovedì semifinali e sabato/domenica la finalissima. Nei primi due turni, si gioca in casa della miglior piazzata durante la regular season con eventuali supplementari, la finalissima in campo neutro con eventuali supplementari e rigori.

 

- Non si è parlato di arbitri. Come mai questa scelta?

L’ho specificato sempre: non mi sembrava corretto dato che mancava la presenza, appunto, di quella parte federale. Sono convinto che da parte loro ci sarà, come sempre, la massima collaborazione. Più che altro mi aspetto che, al primo incontro organizzato dalla delegazione, per far incontrare il responsabile regionale dell’AIA e le società, quest’ultime vi partecipino, visto che spesso hanno bisogno di chiarimenti dal settore arbitrale in merito a tante situazioni, ma poi alle riunioni, vedi lo scorso anno, contiamo presenze scarse. Se si vogliono incontrare i vertici federali della classe arbitrale, che si venga agli incontri appositi che abbiamo spesso organizzato, anche perché costituiscono un importante momento d’incontro e di crescita.

 

- Arrivano sempre per ultimi nella lista delle domande, ma rappresentano uno degli impegni e dei successi della Delegazione, visti i risultati della rappresentativa al TdR e l’incremento delle squadre nei campionati: i giovani

I ragazzi garantiscono il futuro e il ricambio generazionale. Non parlo più, come qualche anno fa, dell’under 18, ma soprattutto di allievi e giovanissimi, nonché di scuole calcio a 5. Oggi questi campionati hanno costi federali irrilevanti e se le società riuscissero ad organizzarsi e strutturarsi bene, potrebbero, non dico avere dei ricavi, ma sicuramente potrebbero fare attività a costo zero. L’importante è creare solide base societarie e poi pensare a fare attività “dal basso”, per raggiungere risultati importanti a livello di prime squadre. Bisognerebbe crederci un po’di più, come qualcuno sta già facendo. 

 

- Recentemente si è svolto il Torneo delle Regioni per allievi e giovanissimi. Hai vissuto questa esperienza di persona a Fiuggi, quali sono le tue impressioni?

Al di là dei risultati, abbiamo dimostrato di essere ancora molto “indietro” rispetto alle altre regioni, anche nei confronti di quelle con le quali solitamente competiamo alla pari o che addirittura superiamo tatticamente e tecnicamente. Abbiamo la necessità per queste categorie di “fare più futsal che calcio a 11 dentro il campo di calcio a 5”. L’obiettivo è quello di invertire, nel giro di massimo un lustro, la tendenza della Sardegna: non 20% di società pure di calcio a 5 e 80% miste (ovvero calcio a 11 prestato al C5), semmai il contrario. La Delegazione farà la sua parte, cercando magari di organizzare, utilizzando tecnici federali e/o vicini alla federazione, incontri (clinic, briefing) con allenatori che guidano la maggior parte di squadre allievi e giovanissimi e che di calcio a 5 non hanno profonde conoscenze tantomeno abilitazioni tecniche ufficiali, giusto per dare un “infarinatura seria”.

 

- Per finire, il solito nostro auspicio, quello del fair play e della correttezza. 

E’ un aspetto che sta alla base della nostra attività, del nostro modo di fare sport: ce lo aspettiamo da parte nostra che operiamo in federazione, da parte della classe arbitrale e da parte dei dirigenti, allenatori e giocatori dei sodalizi. Buon lavoro e buon campionato a tutti.

 

UFFICIO STAMPA DELEGAZIONE CALCIO A 5 SARDEGNA

In questo articolo
Stagione:
2012/2013
Tags:
Serie C1
Figc Delegazione Regionale