«Il futuro? La mia carriera da allenatore si chiude qui»
La Lulese chiude il cerchio, Tocco: «L'anno scorso la vittoria ci è sfuggita a mezzora dalla fine, la Prima ora è realtà»
Se nella passata stagione la vittoria del campionato era sfumata negli ultimi minuti, quest'anno per la Lulese le cose sono andate decisamente meglio: i ragazzi allenati da mister Alberto Tocco hanno messo le mani sul girone F di Seconda categoria al termine di una cavalcata irresistibile per tutti, specie nel girone di ritorno, coi neroazzurri sempre vincenti nelle 12 gare del girone di ritorno. E per farsi un'idea di come sono andate realmente le cose basta dare una rapida occhiata ai numeri tirati su da Pietro Marras e soci: 68 punti in 26 uscite, frutto di 22 vittorie e 2 pareggi e 9 punti di distacco nei confronti dei diretti inseguitori del Supramonte e 17 sul Santu Predu, le uniche ad aver battuto la capolista ma nel girone d'andata. Quando mancano ancora da giocare gli ultimi 180' prima del definitivo rompete le righe, l'esperto tecnico dei biancocelesti ripercorre le tappe principali di un'annata da incorniciare, che ha regalato tantissime soddisfazioni ai giocatori, ai dirigenti del club e ai tifosi della compagine di Lula.
«Sapevamo benissimo che se fossimo riusciti a conquistare i tre punti nella sfida contro l'Ollolai avremmo ipotecato la vittoria del campionato – dichiara mister Alberto Tocco – Magari non sarebbe arrivata la certezza matematica ma il percorso sarebbe stato comunque portato quasi a termine. A dire la verità mi aspettavo un pareggio nella partita tra Sarule e Supramonte ed invece le cose sono andate molto meglio; qualche domenica fa abbiamo affrontato proprio i primi e devo ammettere che mi hanno fatto un'ottima impressione: sono stati in grado di sfornare una bellissima partita, parliamo di una squadra molto tecnica, che lotta sino all'ultimo secondo. Ci hanno fatto soffrire, proprio per questo il successo per 2 a 1 che abbiamo conquistato contro di loro ha un sapore ancora più dolce».
Il tecnico poi prosegue:
«L'Ollolai non ci ha regalato niente: si è presentato da noi con la chiara intenzione di fare la sua partita e anche dopo aver incassato il secondo gol hanno continuato a giocare; sono stati bravi ad accorciare le distanze, ma da quel momento in poi non abbiamo praticamente più rischiato ed eravamo soltanto in attesa di un risultato positivo da Sarule. Loro continuavano a tessere le loro manovre, cercando di crearci qualche pericolo, ma per fortuna siamo riusciti a condurre il match in porto. Poi da Sarule sono arrivate le notizie che aspettavamo e per noi è scattata l'ora della festa».
La Lulese ha messo in piedi un girone di ritorno praticamente perfetto, con dodici vittorie di fila, a cui si aggiunge quella conquistata nell'ultima giornata dell'andata
«Nella seconda parte del torneo abbiamo sempre vinto, considerando che il girone di andata si era chiusa con il largo successo di Ottana. Anche per quanto riguarda il nostro rendimento in trasferta siamo stati impeccabili: abbiamo lasciato due punti alla Budonese, alla seconda giornata, ma per il resto siamo sempre stati in grado di metterci in tasca il bottino pieno. Il nostro cammino è stato migliore lontano da casa che tra le mura amiche, è vero, ma non credo che sia una questione di testa, di mentalità: semplicemente c'è stato un momento della stagione in cui ci siamo trovati ad affrontare un'emergenza piuttosto seria, tra infortunati e squalificati».
Tocco entra nel dettaglio con la sua analisi.
«La rosa della Lulese non è proprio numerosissima, così è capitato che per due gare, contro Santu Predu e Supramonte, fossimo contati: ci siamo presentati a quei confronti con 12 giocatori a disposizione e le abbiamo beccate in entrambe le occasioni (ride). Come abbiamo recuperato tutti gli effettivi, comunque, siamo ripartiti piuttosto forte, collezionando 13 vittorie consecutive».
Tra le tappe più importanti, il tecnico ne evidenzia tre in particolare.
«La certezza matematica della vittoria è arrivata solo domenica scorsa, ma in precedenza avevo avuto già dei segnali confortanti in questo senso, a partire dalla gara interna con il Gonone, in cui ci trovavamo sotto per 2 a 0, in 10 uomini, ma siamo pervenuti al pareggio al 92'. Discorso simile può essere fatto per la partita dell'andata contro l'Ollolai: al 1' del secondo tempo ci trovavamo in svantaggio per 1 a 0, poi è arrivata la mazzata rappresentata dall'espulsione rimediata da Pasquale Lai e le cose si sono messe ulteriormente in salita: ci siamo trovati a giocare in un campo in erba naturale, che ovviamente ha caratteristiche diverse rispetto al nostro, ma nonostante tutto siamo stati bravi a portarci sull'1 a 1 fino ad ottenere il definitivo sorpasso, con il gol del 2 a 1. In quel momento ho davvero pensato: ce la possiamo fare».
La classica svolta, però, è stata un'altra.
«Il segnale più forte che abbiamo mandato al campionato e alle nostre rivali dirette è rappresentato dalla partita vinta a Nuoro, contro il Santu Predu: se loro ci avessero battuto sarebbero rientrati in corsa, ed invece abbiamo conquistato la vittoria senza soffrire, con grande determinazione. Per quanto riguarda le motivazioni, è stata un'iniezione di fiducia molto importante: ho capito che la squadra era matura per poter centrare grandi traguardi, e da quel momento i miei hanno giocato con grande consapevolezza nei propri mezzi; siamo sempre scesi in campo per vincere, e mai con l'idea di dividere la posta in palio e accontentarci di un pareggio. Siamo andati in ogni campo per strappare i tre punti e devo ammettere che le cose ci sono andate piuttosto bene».
Il tecnico applaude i suoi.
«Conosco tantissimi giocatori che militano nella Lulese da diversi anni: sapevo bene cosa avrebbero potuto dare alla squadra. Io ormai sono un veterano qui a Lula: credo che si tratti del 16°-17° campionato che seguo, anche se non in maniera consecutiva. Parliamo di un buon organico, che già nella passata stagione aveva tutte le carte in regola per tagliare il traguardo al primo posto: la vittoria finale ci è sfuggita dalle mani a mezz'ora dalla fine del torneo, considerando che stavamo vincendo ad Olbia, contro il La Salette, poi Siazzu ha fatto gol e i nostri avversari ci hanno scavalcato in classifica di un punto. Rispetto al campionato precedente abbiamo cambiato poco e niente; i dirigenti hanno piazzato i colpi giusti, facendo qualche sacrificio, come è giusto, portando in squadra un centrale difensivo, Piga, ed una seconda punta di spessore come Pili, che tra le altre cose è andato a segno per ben 27 volte, dando, è chiaro, un contributo notevole per quanto riguarda la fase offensiva. Devo dire che, con queste premesse, mi sono limitato a proseguire con il lavoro fatto l'anno scorso, con l'intento di portarlo a termine nel migliore dei modi. Nel campionato del 2023-24 abbiamo perso 4 partite, quest'anno l'obiettivo era proprio quello di non arrivare alla 4° sconfitta: secondo me la squadra che vince il campionato non perde mai più di quattro partite; è un dato a cui tengo molto e che prendo in seria considerazione da diverso tempo».
Per quanto riguarda il suo futuro da tecnico, Tocco sgombera il campo da tutti i dubbi.
«Questa è l'unica certezza che ho al momento: mi ritirerò al termine di questa stagione. Dopo aver raggiunto questo grande obiettivo assieme alla società e alla squadra, mi faccio da parte; del resto gli allenatori giovani non mancano di certo, anzi, personalmente ne ho visto di diversi, alla guida di compagini che offrono un buon calcio. Per quanto mi riguarda, ho voglia di riposarmi e di godermi il mio futuro. In pochi ci credono (ride), ma le cose andranno proprio così».
Ora non resta altro da fare che piazzare la classica ciliegina sulla torta.
«Proveremo a conquistare altre due successi, a partire proprio dalla prossima sfida in casa del Supramonte: in caso di vittoria, tra noi e il resto delle inseguitrici si creerebbe un distacco non da poco; sarebbe una soddisfazione in più».
In chiusura le dediche e i ringraziamenti di rito.
«Sono nel mondo del calcio da diverso tempo e non spenderò più parole del necessario; mi fa piacere aver accompagnato la squadra alla vittoria, credo che sia il giusto premio, il giusto riconoscimento per tutto il lavoro che i dirigenti hanno fatto in questi anni, a partire proprio dalla passata stagione, che è stata quella del mio rientro a Lula. Hanno sempre puntato a disputare un campionato di altissimo livello, con il sogno di centrare il salto di categoria: ci hanno creduto, si sono impegnati tanto, hanno fatto dei sacrifici ed ora possono raccogliere i frutti. La Lulese ha una dirigenza di primo piano, è giusto riconoscerlo. Anche i giocatori hanno lavorato in maniera impeccabile, facendo grossi sacrifici: non si può comunque dire che io sia un allenatore che ammazza i propri giocatori durante la settimana, anche perché ci vediamo solo per due volte, a differenza di altre squadre che, da diversi anni, programmano tre sedute; la nostra situazione è più complessa: in organico ci sono giocatori che hanno anche 37-38 anni, sino ad arrivare ai 41enni: la cosa più importante è gestire le forze dei tuoi, anche perché una persona che si presenta al campo dopo 8-10 ore di lavoro non va messa sotto pressione; per quanto ci riguarda ci siamo sempre divertiti molto durante le partitelle di allenamento, e credo che questo atteggiamento abbia fatto la differenza. Devo ammettere che qualche sacrificio l'ho dovuto fare anche io: di solito quando prendo un impegno con un club sono costretto a fare diverse rinunce: non esco a Natale, e la cosa vale anche per tutti gli altri periodi in cui potrei regalarmi dello svago; io non salto mai un allenamento, se non per cause gravissime, e quando accetto la proposta di un club, per nove mesi, dall'inizio di settembre e sino alla fine del torneo, mi concentro esclusivamente sui miei giocatori. Questo è quello che ho sempre fatto, almeno».