«Non vogliamo fare un'annata anonima, lassù possiamo starci»
La San Marco vola con la magia di Pilleri: «Il gol da 40 metri? Non avevo altre soluzioni, col Carbonia ho rischiato la figuraccia ma è andata benissimo»
Ha recuperato palla sulla trequarti difensiva, l'ha condotta appena oltre il centrocampo e poi da quaranta metri ha sparato un missile che si è insaccato sotto la traversa della porta difesa da Bove, non l'ultimo arrivato. La prodezza è di Gigi Pilleri, anche lui non ultimo arrivato a dire il vero, e ha permesso alla San Marco di battere la capolista Carbonia rilanciando le quotazioni della matricola asseminese. Il regista classe 1981, diverse promozioni in Eccellenza con Sant'Elena, Pula e Samassi, spiega come è nato il super-gol: «Quando ho recuperato palla sulla nostra trequarti, ho fatto dieci-quindici metri palla al piede, non avevo soluzioni ma ho visto il giallo canarino della casacca del portiere, un po' fuori posizione, ci ho provato a costo di fare brutta figura e, invece, è andata benissimo». Un colpo di genio che ha scaldato i tifosi di casa e il cuore dello stesso giocatore protagonista lo scorso anno della vittoria in Prima categoria: «Alla mia età ci si emoziona ancora? Certo che sì, sennò è meglio togliersi le scarpette e darle ai più giovani, sarei un ipocrita nel dire che è un gol normale». Ma, soprattutto, è un gol che non tutti sanno fare. «Mi fa pensare che posso ancora starci in Promozione - dice con orgoglio Pilleri - qualcuno pensava che ero finito, invece a me è scattato un qualcosa di personale. Facciamo 4 allenamenti settimanali, mi sto allenando più ora che 5 o 6 anni fa, ma lo faccio per tenere il passo e, soprattutto, lo faccio volentieri, quando poi arrivano i gol e le vittorie di squadra vieni ripagato dei sacrifici fatti».
Una gara equilibrata decisa dall'eurogol a poco più di dieci minuti dal termine
«Noi eravamo molto arrabbiati perché venivamo da un ko al 95' a Guspini dove quantomeno meritavamo un pareggio. Sapevamo che in casa è il nostro fortino ed è stata una gara equilibrata, il Carbonia ha dimostrato di valere la prima posizione in classifica, una squadra organizzata, giovane, e che corre tanto. Ci sono state poche occasioni, nelle ripresa le due squadre si sono un po' allungate, io avevo avuto un'occasione su punizione con una parata clamorosa di Bove, tra i portieri più bravi del girone. Era la classica gara da pareggio, poi è arrivato il tiraccio...»
Che valore dare a questa vittoria contro la capolista?
«È stata importante per la classifica e per guardare in alto, una vittoria che dà, se serviva, ulteriore consapevolezza che ce la possiamo giocare con tutti. Questa prima parte del campionato ha sta dimostrando che non ci sono le solite tre o quattro superiori ma alcune sono solo un po' più attrezzate di altre ma, in ogni caso, non sono imbattibili. Una vittoria che ci deve far capire che possiamo stare lì ma senza illuderci e senza abbassare la guardia. Nel complesso stiamo rispettando il valore che ha questa squadra, non oltre le aspettative ma con la voglia di portare avanti un progetto di crescita»
Un campionato senza veri padroni
«C'è spazio per tutte, si parla di Samassi, Guspini e Carbonia ma non mi sorprenderebbe se vincesse il campionato il Seulo e non sarebbe uno scandalo se toccasse all'Arbus. È un campionato aperto, non credo possa esserci chi prende il sopravvento sulle altre e vincerà chi avrà maggiore continuità ma solo alla fine. Quando ho vinto i campionati con Pula e Samassi, ci definivano una corazzata ma vincemmo all'ultima giornata, vero è che facevamo corsa a due col Porto Corallo o anche a tre col Quartu 2000, ora vedo 5 o 6 squadre sullo stesso livello, non mi stupirei che la spuntasse chi oggi è quinto o quarto. Il campionato è livellato e questo equilibrio mi piace»
Finale di girone contro 4 squadre di testa: Seulo, Samassi, Arbus, Sant'Elena
«Li capiremo la nostra dimensione, il calendario ci mette alla prova e alla fine del girone d'andata si potrà fare una valutazione più ampia e concreta. Se dovessimo uscire con le ossa rotte da queste gare non credo che lotteremo per salvarci ma per noi diventerebbe un campionato anonimo, che non vogliamo fare altrimenti non avremmo preso Umberto Festa. Dobbiamo migliore la fase realizzativa, col Carbonia non abbiamo creato tanto ma in altre gare in cui abbiamo pareggiato, come ad esempio contro Villacidrese e Barisardo, abbiamo avuto tante occasioni non concretizzate»
Finora solo una sconfitta, contro il Guspini, e per giunta arrivata al 95'
«E dire che l'avevamo ripresa la gara e abbiamo pure sfiorato il 2-1. Ci ha punito Marci di testa su un calcio di angolo, ogni cosa ha un suo significato, siamo molto emotivi e stiamo crescendo immagazzinando tutti gli errori che abbiamo fatto per non ripeterli più»
In casa un rendimento da vertice assoluto, in trasferta siete ancora senza vittorie
«Fuori casa ci manca il colpaccio per sfatare il tabù. Se lì invertiano la rotta allora si può sognare. Ora siamo un po' più timidi ma non prepariamo le gare in modo diverso, è chiaro che gli avversari stessi in casa loro ci affrontano in altro modo, a noi mancano i punti di riferimento del nostro campo, in erba sintetica giochiamo molto veloci mentre a Guspini c'era un terreno appesantito dalle piogge, non adatto a noi molto tecnici»
Nelle prime gare stagioni di Coppa Italia non sembravate pronti per una partenza così buona
«Ma anche a noi serviva del tempo per capire in che dimensione eravamo calati e se potevamo essere ancora protagonisti dopo aver vinto il campionato di Prima. La squadra è buona, individualmente ci sono 5 o 6 giocatori che qualche campionato discreto l'ha fatto, l'incognita era scoprire i giovani e il materiale che avevamo. Le batoste iniziali della Coppa Italia con la Frassinetti ci sono servite per svegliarci subito, quando arrivi da una stagione in cui vinci sempre pensi di poterlo fare anche in una categoria superiore, invece dovevamo crescere fisicamente, c'era l'idea di gioco ma mancava la condizione, noi impostiamo un pressing altissimo, molto dispendioso. Abbiamo cambiato passo, bravo il mister Zottoli, un allenatore molto maniacale in certe cose, esperto e col pieno controllo della squadra, è coinvolto in questo progetto ed entusiasta. E bravo al nostro preparatore Alberto Mascia, il suo lavoro sta dando i frutti»
Ora che succede con l'arrivo di un giocatore di categoria superiore come Festa?
«Anche con l'arrivo di Umberto giocheremo senza stress o ansie particolari, l'obiettivo della società è far bene, confrontarsi in una categoria come la Promozione, che ti chiede organizzazione e programmazione, la parte di Assemini che è confluita nella nostra società sta portando entusiasmo in un paese abituato a vedere bel calcio, i dirigenti sono molto giovani e c'è il giusto mix fra tutte le componenti. Noi l'obiettivo ce lo mettiamo domenica dopo domenica, non ho incontrato quattro delle sei squadre che ci precedono ma, visti il Guspini e il Carbonia, noi lassù vogliamo starci con determinazione ed entusiasmo»
Poi dipenderà da che faranno anche le vostre avversarie a dicembre col mercato
«Il ritorno è sempre un altro campionato, se chi ha la forza economica farà grandi acquisti ciò che ho detto non vale più a niente. Ma io sto fotografando la situazione alla nona giornata, il campo è quello che parla, non è semplice comunque azzeccare gli innesti a metà campionato, un conto è un'aggiuntina che non va a stravolgere gli equilibri. Per noi Festa è una ciliegina sulla torta»