L'ultima volta 10 anni fa, in campo con un 2001 e un 2002
La Sardegna si allinea alla normativa nazionale: due fuoriquota per il prossimo quadriennio
Un salto indietro di dieci anni. I 16 presidenti delle squadre di Eccellenza hanno deciso di portare a due il numero di fuoriquota da impiegare obbligatoriamente per i 90' di gara nel prossimo quadriennio federale (dal 2020/21 al 2023/24). I rappresentanti dei club isolani che disputano il massimo campionato regionale, riunitisi a Oristano nel Centro Federale “Tino Carta” in occasione della finale di Coppa italia tra Atletico Uri e Carbonia, si sono espressi a maggioranza per far scendere di una unità l’utilizzo obbligatorio dei calciatori “giovani” allineando l'Eccellenza sarda a quanto previsto dalla normativa della Lnd per le gare organizzate che si svolgono in ambito nazionale (Coppa Italia Dilettanti e spareggi playoff tra seconde dell'Eccellenza). Perciò l'anno prossimo i club di Eccellenza saranno obbligare all'impiego di due calciatori, di cui uno nato dall’1/1/2001 in poi e uno nato dall’1/1/2002 in poi. (nella foto i classe 2001 Alessandro Uleri/Atletico Uri e Fabio Mastino/Carbonia)
L'ultimo campionato con due giovani in campo per tutta la durata della gara fu nel 2010-11 vinto dal Progetto Sant'Elia, durante l'estate l'allora presidente del comitato regionale Andrea Delpin accolse la richiesta delle società di Eccellenza di raddoppiare il numero dei fuoriquota allo scopo di contenere i costi nella costruzione delle rose, di far emergere maggiormente i giovani e di permettere alle squadre che ottenevano il salto di categoria di avere una struttura di giovani uguale a quella contemplata dalle regole per i campionati di serie D. Dopo sei campionati, e con in carica il nuovo presidente del CR sardo Gianni Cadoni, si decise che nelle stagioni dal 2017 al 2020 (quindi compresa quella in corso) dovessero scendere in campo tre fuoriquota. Concluso il triennio i fuoriquota saranno due.
Chi sin dall'inizio era contrario all'innalzamento del numero dei fuoriquota circostanziava la propria posizione osservando che:
1) l'organico va costruito in base al budget cui un club dispone, perciò offrendo i rimborsi spese che si possono onorare ed eventualmente componendolo con più giovani se si crede nel loro valore e crescita;
2) l'obbligatorietà spinta nei numeri porta a non privilegiare la meritocrazia e spoglia i giovani di quella voglia di conquistarsi un posto da titolare altrimenti garantito invece dai regolamenti;
3) il numero dei giovani che realmente emergono e fanno carriera non aumenta elevando il numero dei fuoriquota da utilizzare obbligatoriamente ma dipende dalla bravura dei ragazzi che verrebbero utilizzati ugualmente a prescindere da quanto previsto dai regolamenti;
4) la Sardegna, avendo un bacino d'utenza inferiore a tantissime regioni d'Italia più popolose, ha visto mandare in difficoltà i club non appartenenti ai grandi centri abitati in cui sono sviluppati i settori giovanili creando un mercato parallelo sulla compravendita di calciatori "fuoriquota" spesso allontanati dal proprio percorso naturale di studio per inseguire un sogno vano.
5) per favorire l'utilizzo e la crescita dei giovani, più che l'obbligatorietà si doveva puntare alla premialità e, in questo senso, è venuta in soccorso la Lega Nazionale Dilettanti che, sulla scia di quanto fa da diverso tempo in serie D, da due anni sta investendo delle cifre crescenti nel progetto di valorizzazione dei giovani nei campionati regionali di Eccellenza e Promozione: per le società più virtuose nell'impiego di un numero maggiore di “giovani calciatori” in aggiunta a quelli già previsti dagli obblighi andranno 9mila euro (per la prima nella speciale graduatoria), 6mila euro (per la seconda) e 3,5mila euro (per la terza). In questo modo vengono utilizzati i giovani meritevoli e dotati tecnicamente anche perché la premialità non riguarda le squadre retrocesse.