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Nicola Agus, allenatore, Arbus
«Con Nicola Rais siamo al completo, per noi è l'anno zero, ci giochiamo tutto»

L'Arbus vuole tornare nel calcio che conta, Nicola Agus: «C'è entusiasmo, abbiamo allestito una squadra importante ma ci sono diverse rivali attrezzate per vincere»

L'ambizione è tanta, la convinzione di aver costruito una squadra di vertice assoluto c'è. L'Arbus si colloca nella griglia delle favorite al salto di categoria nel girone A di Promozione e il suo tecnico Nicola Agus è pronto per la sfida di riportare il club medio-campidanese in Eccellenza, una categoria che manca ai colori granata oramai da 13 stagioni. «Quello che sta partendo per l'Arbus è un anno zero ed è importante iniziare nei migliori dei modi, cercando di fare un calcio su misura dai bambini più piccoli fino al prodotto "finito" che fa parte della prima squadra. Abbiamo lavorato molto sulla piattaforma giovanile con un nuovo direttore e coordinatore del settore giovanile che avrà tecnici qualificati e con delle figure importanti anche per la scuola calcio».

Per la prima squadra il mercato è stato importante con gli arrivi del portiere Fabio Toro, del difensore Guglielmo Falciani, del centrocampista offensivo Ignazio Picciau e degli attaccanti Umberto Festa e Diego Flumini, L'ultimo tassello è stato Nicola Rais, centrocampista di grande esperienza che nelle ultime due stagioni ha giocato con Castiadas (serie D) e Monastir (Eccellenza). «Abbiamo allestito una squadra da vertice importante - dice mister Agus - in cinque giorni il gruppo era fatto, siamo dovuti intervenire a centrocampo, volutamente, perché abbiamo dato la possibilità a Luca Manca, un ragazzo dalle prospettive importanti, di andare al Tortolì in serie D. È un classe '99 che, visto il rendimento, per me non era un fuoriquota. Dovevamo poi sostituire Ferraro, un grande giocatore, ed è stato scelto un centrocampista a mia immagine e somiglianza, che si sposa bene col mio credo e la filosofia di gioco. Nicola Rais mi deve dare l'esperienza e la qualità che si porta dietro con quasi 80 presenze in serie C fatte con Potenza, Alghero, Campobasso e Savona, con alle spalle campionati importanti di serie D fatti e vinti con Villacidrese, Tempio, Como, poi Tavolara, Selargius e Castiadas».

 

Nicola Agus sa che l'Arbus avrà gli occhi addosso di chi vuol mettere i granata come favoriti assoluti: «I campionati vanno sempre giocati e vinti sul campo non a parole, due anni fa col Samassi pensavano che fossimo i più forti ma il Santa Giusta partì forte con diverse vittorie consecutive, poi il cavallo si è visto alla fine. Credo che per stare ai vertici l'Arbus sia ben equipaggiato, ma ci sono anche altre rivali, almeno tre o quattro stanno allestendo organici per vincere. Non ci saranno distrazioni, quest'anno ci giochiamo tutto, stiamo creando tanto entusiasmo anche sulla scia di un digiuno che Arbus vive da tanti anni. Sarà un'altra bella sfida da affrontare, stimolante e con delle responsabilità dal momento che la società mi ha dato carta bianca affidandosi completamente a me. Ho deciso io chi prendere, insieme con il direttore generale Ignazio Virgilio, che è stato bravissimo. Bisogna però avere molto pazienza, dall'oggi al domani non puoi costruire niente di solido, un progetto importante va fatto mettendo mattone dopo mattone, creando un percorso di crescita per arrivare a vincere. Abbiamo tracciato una strada e costruito un modello di società con le competenze e le professionalità giuste, portando dei giocatori intelligenti con un certo ordine mentale che poi si rifletterà in campo sull'ordine tattico. E non vanno dimenticati i giovani, credo molto in Marco e Michele Spina, Luca Figus, Alessandro Agus, Michele Castiglia e anche nel '96 Alberto Lilliu». La breve esperienza fatta l'anno scorso è stata utile: «Sono arrivato nell'ultimo mese e mezzo di campionato dove purtroppo non siamo riusciti a dare continuità ad un percorso stabilito dalla società che aveva pensato di aver allestito una squadra da vertice, ma così non è stato. Quel tempo è servito a me per capire alcune cose ed è servito a qualcun altro che faceva fatica a capire certe cose a me chiare».

In questo articolo
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2017/2018