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L'Atletico Uri torna in carreggiata, Muroni: «Il Tergu ko? I ragazzi si sono fatti un bel regalo. Subiamo molti gol ma l'importante è farne uno in più degli altri. Col Porto Corallo al massimo»
Poi il big-match col L.Dolce: Voglia di rivincita

L'Atletico Uri torna in carreggiata, Muroni: «Il Tergu ko? I ragazzi si sono fatti un bel regalo. Subiamo molti gol ma l'importante è farne uno in più degli altri. Col Porto Corallo al massimo»

La prima gara dell'anno, a Valledoria, l'aveva steccata perdendo anche la vetta, domenica si è immediatamente riscattato battendo 2-0 l'ambizioso Tergu in lotta per un posto playoff. L'Atletico Uri si è rimesso a correre, ha agganciato il San Teodoro sconfitto a Gavoi e resta a tre punti dal Latte Dolce che riceverà fra due giornate nel big-match per la vetta dell'Eccellenza. Il tecnico Giovanni Muroni ha ottenuto la miglior risposta che poteva attendersi dai suoi: «Ai ragazzi, prima della partita, ho detto: "Ma perché dovete lasciare gioire gli avversari? Fatevi un regalo". Così hanno fatto, i ragazzi sono stati di parola e si sono fatti un bel regalo, la soddisfazione è doppia perché hanno giocato 50' in dieci, incontrando peraltro una delle migliori squadre del torneo in questo momento, composta da giocatori di categoria superiore».

 

Giovanni Muroni ha portato l'Atl Uri dalla Prima in EccellenzaCosa fa un tecnico in 4 giorni per riuscire a far dimenticare alla squadra una delusione giocando una gara magistrale?

«L'allenatore non deve avere segreti o la bacchetta magica ma dev'essere credibile coi propri giocatori. Io dico che le vittorie a volte, non sempre, producono assuefazione così come le sconfitte possono stimolare per arrivare alle vittorie. In termini brutali, non sempre le sconfitte fanno danni ma servono a correggere gli errori per arrivare ad un nuovo successo»

Il vostro ko a Valledoria e poi il Taloro che sconfigge il San Teodoro fanno capire che il girone di ritorno è proprio un altro campionato

«Non ci sono dubbi, quelle che stanno sotto in classifica vedono diminuire le partite a disposizione e tirano fuori gli artigli, anche per le sqaudre che lottano per non retrocedere le motivazioni sono elevate. Il tranello è sempre dietro l'angolo, può accadere che i giocatori prendano sottogamba gli impegni meno difficili sulla carta, così come c'è l'imponderabile nel calcio che può cambiare gli eventi di una partita»

Voi sembravate invincibili per 8 gare, poi il San Teodoro vi batte e sembrava incrollabile fino a domenica, ora lo è il Latte Dolce, vi state passando il testimone?

«Ricordo sempre che siamo una matricola, la società partecipa per la prima volta in Eccellenza dopo che l'anno scorso aveva giocato il suo primo campionato in Promozione. A Uri sta accadendo un fatto bellissimo, stupendo, lo dico da parecchio che questo paese di 3100 abitanti sta seguendo la propria squadra, anche se nel campo di Usini, in numero forse maggiore di tutto il campionato con una media di 400-500 presenze. Accade quindi che, la squadra avverte l'entusiasmo dei tifosi, anche loro sono parte integrante di questa gioia, per quello che dico a loro: "Portatevi a casa il massimo, il vicino non concede nulla". Noi eravamo in testa, abbiamo perso due partite e dilapidato sei punti di vantaggio sulle seconde anche se, ad onor del vero, ci sono avversarie probabilmente meglio attrezzate di noi. Queste tre squadre che si passano il testimone arriveranno tutt'e tre al termine a giocarsi il campionato, vincerà chi sbaglierà meno, non credo che le inseguitrici a 8-9 punti dalle vice-capolista potranno recuperare quel distacco, noi mal che vada avremo la possibilità di giocarci i playoff»

Fra due domeniche c'è Atletico Uri-Latte Dolce, un match chiave per voi

«Noi domenica, in casa del Porto Corallo, abbiamo sulla carta un impegno abbordabile, ben più duro è quello col Latte Dolce. All'andata abbiamo preso una "bambola", loro hanno vinto 3-0 meritatamente mentre noi non avevamo fatto nulla, avevo visto solo maglie vuote svolazzare coi i miei giocatori che hanno guardato gli avversari vincere. Fra due giornate siamo in casa e a tre punti, se come sta accadendo c'è sempre questa voglia di rivincita allora mi aspetto un incontro importante per noi, augurandomi di vincere noi perché così il campionato sarà più bello e stimolante»

Parliamo dei suoi giocatori: c'è più soddisfazione nel vedere crescere un portiere del '96 come Walter Frau essere protagonista in una squadra di vertice o portare il 37enne Borrotzu ad essere capocannoniere dell'Eccellenza con 18 gol?

«Siamo agli antipodi della squadra. Ricordo che quando allenavo Roberto Ennas nell'Alghero (nel 1998-99, ndr) aveva 38 anni e da 4 o 5 stagioni diceva che voleva ritirarsi, io gli dissi: "Sei sempre capocannoniere e ti vuoi ritirare? Non guardare la carta d'identità se ti diverti ancora". Anche Borrotzu ha sempre segnato tanti gol e quando un attaccante sa fare gol e lo fa ancora benissimo ben vengano i 37enni con queste capacità, così come ben venga il giovane portiere con un bel potenziale e un futuro luminoso. Io come tecnico devo stare attento a non mandare in pensione chi sa fare i gol e tenere in debita considerazione un ragazzo del 96 che ha già vinto un campionato di Promozione ed è tra i migliori portieri anche in Eccellenza»

In mezzo agli "antipodi" ovviamente c'è tanto da raccontare, dagli esperti Silvetti, Sini, Cardone, Piras, Delogu, Tedde, Puddu ai giovani Budroni, Mura, Faedda, Correddu, Sassu

«Dico una cosa semplice, noi abbiamo l'obbligo di giocare con 4 fuoriquota e, non avendo un settore giovanile, si deve avere la "fortuna" di saper scegliere. Non dimentichiamo che su 23 giocatori che ho a disposizione ben 13 sono fuoriquota, un numero sostanzioso e tutti si stanno rivelando bravi giocatori, quindi c'è un pensiero rivolto al domani. Le squadre di calcio si formano con l'interazione fra giocatori, quando si scelgono i giovani lo si fa in modo che possano integrarsi nel migliore modi con chi ha esperienza in categorie superiori, all'Atletico Uri questo sta avvenendo molto bene»

Del terzetto di testa l'Ateltico Uri ha la difesa più battuta, sarà così fino alla fine o state ponendo rimedio?

«L'anno scorso ho vinto il campionato con la bellezza di 102 gol fatti in 30 partite, un numero altissimo. Ora siamo 39 gol segnati in 17 giornate e siamo tra le prime tre della classifica perciò ho la mia teoria che poi è scopiazzata da Zeman: "Basta fare un gol in più degli altri". E a questo aggiungo un qualcosa di personale, noi permettiamo ai tifosi avversari di gioire, segnare dà grande soddisfazione allora perché privare gli altri di questo? L'importante che i miei giocatori ne facciamo uno in più e che si vinca» 

Forse è per questo allora che l'Atletico ha pareggiato una sola volta e alla prima giornata? 

«Verissimo. Ai giocatori dico di non avere paura, casomai di avere paura di ripetere lo stesso errore. Chi non azzarda e non ha coraggio non va da nessuna parte, se pareggiassimo tutte le partite saremmo nella zona retrocessione ma che gioia sarebbe? Se subiamo un gol non accade nulla, l'importante è aver coraggio e riuscire farne uno più degli altri»

Vicenda Porto Corallo, voi domenica giocherete sul loro campo, è un bene che non si sia ritirato?

«Quando la società sarrabese ha manifestato l'intenzione di ritirarsi ho detto che non avrebbe fatto una bella figura ma in ogni caso non avrebbe danneggiato nessuno, la squadra in sé non avendo vinto una partita ha agevolato tutti e nessuno. Hanno deciso di terminare la stagione e per me hanno fatto bene, così l'anno prossimo saranno in Promozione e conserveranno il titolo sportivo. Su come poi noi ci presenteremo a Villaputzu allora dico che quando durante l'allenamento di ieri al nostro vicepresidente è stato chiesto: "Ma il mister farà giocare i rincalzi?". Lui ha risposto: "Non credo, il mio allenatore in modo aprioristico non prende mai sottogamba nessuno". Infatti metterò in campo tutto il mio potenziale massimo, per rispetto anche degli avversari»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna
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