«Prendere una squadra dopo sei sconfitte di fila non è stato semplice»
Latte Dolce, Fini centra la salvezza: «La squadra si è compattata e ha cambiato marcia per arrivare al traguardo»
Otto partite sulla panchina del Latte Dolce e 12 punti conquistati. I due mesi di Michele Fini alla guida dei sassaresi sono stati fruttuosi perché hanno portato a centrare l'obiettivo stagionale della salvezza diretta che, al momento della sostituzione di Gabriele Setti, stava venendo meno con zero punti in sei partite.
«Prendere una squadra dopo sei sconfitte di fila non è stato semplice - evidenzia l'ex centrocampista del Cagliari, già vice di Diego Lopez con Brescia e Penarol - Quando sono arrivato, al primo allenamento, non conoscevo le caratteristiche di tutti i giocatori, ma la squadra si è messa a disposizione dello staff per lavorare nel miglior modo possibile. Fin dal primo giorno tutti hanno deciso di mettersi in gioco, con un solo obiettivo: raggiungere la salvezza. Nelle 8 partite sotto la mia gestione, quasi tutti i ragazzi in rosa hanno avuto la possibilità di giocare e quando sono stati chiamati in causa hanno contribuito a mettere quel mattoncino utile per centrare l’obiettivo stagionale. Il traguardo l'abbiamo raggiunto con il lavoro quotidiano dal martedì al sabato: nel corso delle partite il risultato dipende da tanti fattori, ma quando la squadra si allena con quella dedizione e con quell’attenzione ai dettagli i punti arrivano di conseguenza. Sono stati due mesi intensi e difficili, ma la squadra ha lavorato con tanta intensità fin dal primo allenamento. La salvezza diretta è il giusto premio per il lavoro fatto da entrambi gli staff di questa stagione».
Sebbene l’allenatore sorsense sia partito ritrovando il successo nel match interno contro la Puteolana non sono mancati i rallentamenti con il pari in casa contro l'Anzio inserito tra le due sconfitte esterne contro Guidonia e Real Monterotondo. Gli 8 punti nelle ultime 4 giornate dimostrano la forza e l’unione di un gruppo che non ha mai smesso di crederci: «Questo aspetto influisce tantissimo nell’andamento di una stagione, soprattutto quando durante l’allenamento si respirano energie positive. Nelle varie interviste ho più volte elogiato il gruppo, perché fin dal primo momento ho visto una squadra unita e compatta. I ragazzi erano tutti d’accordo sul cambiare marcia, perché le partite passavano e i risultati non arrivavano e c’era il rischio di essere inghiottiti nel turbinio dei playout. Insieme abbiamo deciso di compattarci e quindi abbiamo pedalato fino al traguardo finale: questo aspetto mi rende enormemente orgoglioso».