Il tecnico: «A Nuoro concentrati sennò si perde»
Mister Fadda non si accontenta: «Il Pula poteva avere benissmo 10 punti»
Sette punti in cinque partite, buon bottino per una matricola come il Pula che si riaffaccia in Eccellenza dopo un decennio. Ma per il tecnico Sergio Fadda il raccolto poteva essere superiore: «Almeno 8/10 punti. A Calangianus un punto ci stava tutto, abbiamo perso al 92' dopo aver fatto noi tutta la gara pur riconoscendo a loro due palle-gol importanti, contro il Castelsardo in casa il pareggio ci sta stretto perché nel secondo tempo abbiamo dominato e meritavamo di vincere. Col Fertilia invece niente da dire per la sconfitta, i nostri avversari hanno fatto di più». Domenica scorsa è arrivata un'importante vittoria, in rimonta, contro il San Teodoro: «Ed erano imbattuti - continua Fadda - anche se gli mancavano elementi importanti come i fratelli Cadau, Piras e Manca. Speriamo di fare più punti possibile prima del ciclo finale del girone d'andata che è alquanto tosto».
Mister, cosa vi ha frenato in quest'avvio di stagione a parte alcuni episodi sfavorevoli?
«Esser stati indietro dal punto di vista fisico avendo lavorato molto sul campo per migliorare tatticamente. La squadra è quasi interamente nuova, solo Erriu e Uccheddu, che erano con me all'Atletico, conoscevano determinati movimenti, ci sono tanti giovani. Abbiamo cambiato spesso modulo, dal 4-2-3-1 al 4-4-1-1 per arrivare al 4-3-3 che è diverso da quello che facevamo l'anno scorso a Elmas. Non abbiamo una prima punta alla Paolo Piludu, gli attaccanti sono tecnici e rapidi e il gioco deve essere più palla a terra anche perché non abbiamo i centrocampisti che si infilano costantemente in area avversaria»
Torres e Olbia ora sono al comando, tutto come nelle previsioni di inizio stagione
«Non proprio, loro due se la giocheranno fino alla fine, rincorrendosi anche nel mercato ma pensavo che con loro ci fosse anche il Tavolara che ha l'organico migliore della categoria che potrebbe ben figuarare anche in serie D. Hanno solo tre punti, troppo pochi, non so però che stia succedendo a loro»
Il Calangianus che è secondo perché domenica il Castiadas ha segnato al 94' è una sorpresa quanto lo è il Tavolara così in basso in classifica?
«Assolutamente sì. Non vorrei fare un torto alla squadra di Mamia ma se tutti noi allenatori avessimo la certezza che senza preparazione si possono fare così tanti punti allora l'anno prossimo la saltiamo anche noi. A parte gli scherzi, il Calangianusè un gruppo unito, lo stesso da alcuni anni e che condivide le stesse passioni, emozioni e intenti, poi hanno aggiunto due giovani del '93 molto bravi come Cossu e Sias, ex Torres, che giocherebbero anche senza la regola che impone l'obbligo di schierare dall'inizio quattro giovani»
A che punto siamo con questa norma che tante polemiche ha suscitato d'estate?
«Male, come previsto. Dovrebbero giocarne due, al massimo tre. La Sardegna non è pronta, sono troppi quattro e altri quattro di pari livello in panchina. I dati dimostrano che le società sono costrette a pescare da fuori e non stanno investendo sul settore giovanile. Ma che senso ha aver raddoppiato il numero dei fuoriquota in campo? Mi auguro che presto ci sia un tavolo dove discutere di questo problema con dirigenti, federazione, noi allenatori e i giocatori»
La classifica spezzata in due tronconi mostra già differenze di organici?
«No, tutto è ancora in gioco. Il Valledoria è un'ottima squadra benché abbia perso Puggioni, il miglior giocatore della scorsa Eccellenza. Il Carbonia pensavo potesse essere più in alto perché ha cambiato poco, ha giovani validi, forse è stata troppo sfortunata nelle gare in casa con due pareggi e una sconfitta negli ultimi minuti, poteva avere cinque punti in più. Lo stesso Atletico è una squadra valida, Paolo Busanca sta pagando il ritardo di programmazione della stagione nella quale si voleva puntare sui giovani salvo poi rimangarsi tutto in poco tempo. Il Villacidro è in evoluzione, è nato dal nulla, sanno che la rosa è da ritoccare e lo stanno facendo perché altrimenti rischiano di retrocedere»
E all'ultimo posto c'è anche la Nuorese, vostra prossima avversaria
«Per è un'incognita, squadra giovane che non conosco. Di sicuro, se andremo convinti di vincere facile allora perderemo, queste sono gare che si giocano dal punto di vista psicologico e fisico. Loro corrono molto ma sono esperti e potrebbero perdersi nei dettagli, noi abbiamo un'identità, un gioco nostro e dovremo imporci»