«Da matricola una grande stagione, bravi tutti»
Mister Ventricini, dopo il sesto posto aspetta la chiamata: «Rispondo a tutti ma priorità al Valledoria»
Un sesto posto da matricola dopo la promozione in Eccellenza dell'anno prima, i risultati sono dalla parte di Giorgio Ventricini che, prima da giocatore e ora da allenatore, è il solito trascinatore del Valledoria. Ben 43 punti insieme con Muravera e San Teodoro sono un bottino che farebbe presagire a una conferma scontata. «Sono in attesa di una chiamata - dice il 44enne tecnico - ora la dirigenza si sta incontrando per fare un cambio alla presidenza e poi si vedrà. Io sono pronto ad ascoltare qualsiasi proposta dovesse arrivare dando priorità al Valledoria». Anche se sono passati due mesi dalla fine del campionato, Ventricini si gode l'ottimo risultato: «Con la stessa squadra che aveva vinto in Promozione, più Ferreira e Dettori, abbiamo ottenuto 43 punti e il sesto posto. In questo grande risultato che abbiamo ottenuto tutti dando il massimo si deve ricordare che il Valledoria ha fatto l''Eccellenza senza avere una squadra Juniores e con una rosa di 23 giocatori che poi è scesa a 20 da dicembre, con un solo '96 presente in gruppo. Tutte queste cose danno più valore al lavoro fatto».
All'andata siete partiti male poi avete recuperato molto bene e infine c'è stato un altro calo che vi ha fatto girare a 17 punti
«È vero, ma va considerato il calendario che, nelle prime quattro giornate, ci ha messo di fronte a Fertilia, Porto Corallo e Nuorese ed essendo una matricola ci sta pure di balbettare. Poi, aver pareggiato col Taloro e vinto in casa di Serramanna e La Palma e da noi con l'Alghero ci ha portati al quinto posto all'ottava giornata. Infine il successivo calo è stato di risultati ma non di gioco, creavamo molto ma non segnavamo, penso alla gara di San Teodoro con Corsi che ha salvato di tutto e poi abbiamo perso 2-0. Io dicevo ai ragazzi: "Prima o poi ci sblocchiamo". E così è stato»
Ma se non arrivano i risultati i primi a pagare sono sempre i tecnici
«Infatti, è stata brava la società che a dicembre avrebbe potuto anche cambiare la gestione tecnica perché non venivano i risultati e non l'ha fatto. Poi quando chi sta dietro in classifica non ne approfitta nessuno ci fa molto caso al tuo rallentamento»
Nel girone di ritorno, però, un netto cambio di marcia con 26 punti e 4° posto nella classifica del 2014
«In generale subivamo troppi gol, perciò abbiamo fatto alcuni accorgimenti a livello difensivo, cambiando il ruolo di Sini che, da esterno è passato al centro. Abbiamo perso in spinta sulla fascia sinistra ma recuperato copertura ed esperienza in mezzo perché faceva coppia con Lepori. Poi è venuto fuori il grande lavoro atletico grazie al preparatore Gavinuccio Piras, infatti a fine campionato correvamo quanto all'inizio della stagione»
Tanti bei risultati il più bello è aver inflitto la prima sconfitta stagionale alla Nuorese
«Non sono le gare contro squadre come la Nuorese che preoccupano un allenatore sul come prepararla. La settimana prima eravamo a Tempio, contro avversari che comunque stavano dando segnali di recupero, ai ragazzi dissi: "Vinciamo questa partita e vedrete che batteremo pure la capolista". Al Manconi facemmo 3-0 e con la Nuorese vincemmo 3-1, dando il primo dispiacere a chi guidava il campionato. È stata la classica gara perfetta, forse loro non si aspettavano di trovare un Valledoria così determinato e capace di approfittare dei loro errori. Poi noi volevamo riprenderci ciò che all'andata c'era sfuggito quando vincevamo 1-0 dopo il primo tempo, nella ripresa fu espulso Sanna e perdemmo 2-1 con una rete di Alessandrì a 2' dal termine»
Il ko di Samassi alla quintultima giornata, che arrivava dopo quello di Alghero e il pareggio col Muravera, vi ha messo un campanello d'allarme?
«In effetti, un punto in tre gare, giocando bene e sbagliando l'impossibile, mi fece pensare: "Qui stiamo tornando indietro all'andata". Poi però abbiamo tirato su la soglia d'attenzione e ci siamo convinti del fatto che avevamo dimostrato di essere più forti degli avversari che lottavano per salvarsi. Perciò abbiamo battuto il Calangianus e messo in archivio la salvezza, dopodiché coi ragazzi ci siamo detti di arrivare quanto più in alto possibile e abbiamo chiuso pareggiando con Sanluri e San Teodoro e battendo Sant'Elia e Castiadas»
Altra soddisfazione miglior attacco con 54 gol, la coppia Ferreira-Tribuna non si è smentita
«Ci aggiungerei anche Mauro Carbini che ha segnato 6 gol e che si aggiungono ai 17 di Patrick e ai 10 di Paolo, che pure è mancato per un mese. È stato un traguardo che ci siamo prefissati dopo aver raggiunto la salvezza, giusto per dare altri stimoli alla squadra anche perché per gli attaccanti i gol sono il biglietto da visita per la stagione successiva. È chiaro che i nostri bomber hanno reso grazie all'aiuto di tutti i compagni di squadra»
Tribuna regista, invece, è stata una necessità o una intuizione?
«Quando ci è mancato Dettori un mese e mezzo, l'uomo che dettava i tempi lì in mezzo, abbiamo sofferto nella costruzione del gioco. Paolo lo conosco da anni, siamo stati compagni di squadra e so quanto sia disponibile e, soprattutto, bravo coi piedi. Gli ho chiesto: "Proviamo questa soluzione?". Lui, che aveva qualche problemino fisico, ha risposto subito di sì e in allenamento è andato bene, poi la domenica contro il La Palma ha giocato alla grande»
Non è stato rischioso avere due portieri del '94, Ventuleddu e Obrebski, in un ruolo così delicato?
«È una scelta voluta di cui non mi pento, perché loro sono bravi e perché non potevo attingere dal settore giovanile»
L'unica vera pecca di una bella società come il Valledoria
«Purtroppo è vero e qualcuno si domanda perché in squadra non giocano giocatori locali. Dopo aver fatto i giovanissimi non c'è continuità e i ragazzi poi finiscono a Castelsardo, Sorso o Sassari. Si può cambiare queste cose se le tre società di Valledoria si unissero perché l'Ampurias fa solo settore giovanile ed è ottimo, lo Sporting invece milita in Terza categoria, un grande polo d'attrazione anche per i centri vicini come Viddalba, Badesi, Trinità. Si è provato in passato a creare un'unica società e so che ci stanno provando ancora, spero che ci riescano soprattutto per i ragazzi»