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Nicola Manunza, allenatore, Monastir
Carboni: «Finite le incertezze era scontato poter ripartire da lui»

Monastir, il ritorno di Manunza: «Ci sono le condizioni organizzative che desideravo, stimolante guidare giocatori nuovi e giovani»

Si erano lasciati dopo un 2-2 contro il Castiadas, l'1 marzo 2020, quando il Covid aveva fermato definitivamente il campionato di Eccellenza a 7 giornate dal termine. Dopo quasi 15 mesi il Monastir strappa il sì di Nicola Manunza e ritrova il tecnico delle ultime due salvezze, ottenute in anticipo e con risultati lusinghieri per il gioco espresso, i punti fatti e i giovani lanciati (il 2003 Arzu è finito in serie D al Latte Dolce) attraverso uno dei budget più bassi della categoria.

L'estate scorsa le strade tra il club campidanese e l'ex calciatore di Olbia e Villacidrese si erano divise, coi biancocelesti che avevano pianificato la nuova stagione affidandosi a Marco Cossu, salvo poi ripiegare su Virgilio Perra nella settimana dell'esordio in Coppa Italia con la San Marco. Il tecnico di Elmas è rimasto in sella per le prime 4 giornate di campionato salvo poi dimettersi e lasciare la panchina a Maurizio Rinino che ha ottenuto la prima e unica vittoria della squadra nel campionato sospeso a fine ottobre per la seconda ondata della pandemia. Il Monastir non ha preso parte alla ripartenza di inizio aprile preferendo pianificare la prossima stagione con largo anticipo e, come detto, ha riannodato i fili del precedente matrimonio con Manunza.

 

«Riprendiamo da dove avevano lasciato - dice il presidente Marco Carboni - l'anno scorso era una situazione provvisoria, dovuta alle incertezze derivanti dalla condizione pandemica e non sapevamo come sarebbe finita. Con le vaccinazioni ci sono più certezze per la ripresa delle attività ad agosto-settembre ed era scontato che cercassimo di ripartire da Manunza, che ha fatto molto bene con noi in due campionati. La trattativa è durata pochissimo, è bastato stringerci la mano e ci fa piacere perché sappiamo che ha rinunciato a tantissime offerte, anche di squadre che hanno ripreso il campionato, e il suo sì non credo sia una questione economica quanto di stima reciproca. Gli obiettivi? I nostri sono sempre gli stessi, arrivare alla salvezza il prima possibile, poi si vedrà ma molto dipende anche dal tipo di campionato ne uscirà fuori, si vocifera che possano essere due gironi o che rimanga il girone unico. In ogni caso non ci faremo trovare impreparati, il direttore sportivo Matteo Zanda si metterà subito a lavoro col mister per la costruzione della squadra, partendo dalla conferma dei nostri giovani. Ringraziamo il mister Maurizio Rinino, ci ha dato una mano per qualche settimana prima che il campionato fosse sospeso e ora, se lui avrà piacere e possibilità di continuare a collaborare con i nostri giovani, sarà ben accetto»

 

Nicola Manunza spiega il perché di questo matrimonio-bis: «L'anno scorso decisi di non proseguire perché la pandemia aveva creato una incertezza economica che, di conseguenza, si rifletteva in quella organizzativa societaria e di costruzione della squadra. Aspettare altre proposte? L'avrei potuto fare ma, visto che il Monastir mi ha cercato, voluto e messo nelle condizioni organizzative che desideravo, non aveva senso dire di no. Mi sono trovato benissimo in due anni e vado sul sicuro, aver accettato così presto la proposta può voler solo confermare che sono convinto, contento e felice della scelta che ho fatto. Non mi sono ritenuto fuori contesto da altre parti e tornare a Monastir non è nemmeno una scelta di crescita perché non sto puntando a fare l'allenatore professionista ma a farlo nel miglior modo possibile. Qui si parla di un progetto diverso rispetto al precedente biennio, si tratta di dover allenare un gruppo diverso, tra l'altro molto più giovane. Non è un proseguire un vecchio percorso ma, pur essendo la piazza uguale e la società pure, la situazione è diversa e nuova. Lo stimolo per me è allenare a prescindere, farlo con una squadra orientativamente giovane, con tanti giocatori che allenerò per la prima volta, mettendomi alla prova nuovamente nel lavoro settimanale e nei rapporti umani. Il tutto in un club che comunque partecipa al campionato più importante della Sardegna».

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2020/2021