Salta al contenuto principale
Ninni Corda e il Savona continuano a stupire: «In campo per vincere e valorizzare i giovani»
Il tecnico sardo racconta i successi in Liguria

Ninni Corda e il Savona continuano a stupire: «In campo per vincere e valorizzare i giovani»

A Savona lo adorano perché ha appena riportato la squadra nell'ex Serie C1 dopo 39 anni mentre l'anno prima l'ha salvata sul campo dopo che il cavaliere Delle Piane aveva salvato il club da un fallimento certo. Ninni Corda è giovane, 39 anni, ma allena da oltre un decennio e lo fa bene perché dovunque è andato ha sempre ottenuto grandi risultati: dai successi in serie D con Tempio e Como, alla salvezza in Seconda Divisione con l'Alghero e poi i playoff sfiorati coi catalani all'ultima giornata. La breve e poco "fortunata" parentesi alla guida del Tavolara di Olbia in serie D («Fu orribile meglio non ricordarla, un anno perso») è servita per ripartire con più forza e grinta. Se ne sono accorti in Liguria dove, nelle ultime due stagioni, il tecnico nato a Nuoro è diventato ormai una istituzione. Così come sono ben voluti i tanti giocatori sardi che si sono resi protagonisti in questi ultimi due anni: su tutti, il portiere Simone Aresti, l'esterno Giacomo Demartis e il bomber Francesco Virdis. «I tifosi del Savona sono innamorati di tutti i giocatori sardi ed è un amore ricambiato - dice Corda - La città è bella e la piazza è importante. Rispetto all'anno scorso è diminuito il numero dei giocatori sardi, siamo passati da nove a cinque. Invece il mio staff si è arricchito perché, oltre al mio vice Giovanni Mattu, ora fanno parte anche Davide Capello e Roberto Cau».

Tra i tanti giocatori sardi che hanno fatto bene a Savona ne citiamo uno: Francesco Virdis. L'attaccante di Bono, cresciuto nella Samp e finito in serie D due anni fa, deve ringraziare Ninni Corda perché lo ha fortemente voluto o il mister deve ringraziare l'ex bomber del Progetto Sant'Elia per i 24 gol che hanno permesso il Savona di salire in Prima Divisione?

«Il ringraziamento è reciproco. Con Francesco c'è un grande rapporto e tanto affetto, avrebbe potuto fare ben altra carriera ma non è vecchio (classe 1985, ndr) e può togliersi ancora tante soddisfazioni. Certo, quando arrivò fu accolto con un certo scetticismo ma a me non mi interessavano queste cose, io sapevo il suo valore e cosa avrebbe potuto darci»

Il Savona sta ben figurando anche in Prima Divisione, due vittorie di fila dopo le prime due sconfitte, una delle quali - contro l'Albinoleffe - potrebbe essere trasformata in vittoria

«Il ricorso che ha vinto la Cremonese perché l'Albinoleffe utilizzò un giocatore squalificato - che fu in campo anche contro di noi - ci dà speranze. Le leggi sportive stanno cambiando e si aggiornano di continuo e il conteggio dei giorni entro cui deve essere fatto il ricorso deve scattare quando si è a conoscenza del danno procurato»

Se arrivassero quei tre punti il Savona salirebbe a quota 9, alle spalle delle capoliste Pro Vercelli e Virtus Entella

«Il secondo posto sarebbe tanta roba per chi come noi ha l'obiettivo della valorizzazione dei giovani. Ci sono altre corazzate che hanno programmato la vittoria del campionato»

Ad esempio la Cremonese, che avete battuto proprio domenica scorsa

«Una bellissima vittoria ottenuta in casa della squadra più forte del girone. Aumenta l'autostima e questo è un bene per una squadra giovane come la nostra»

Ma che stimoli dà un campionato che non prevede retrocessioni?

«Ultimi non vogliamo certo arrivare, si scende in campo sempre per vincere e cercando di valorizzare i nostri giovani perché il Savona ha un bilancio in positivo e già questo vuol dire aver vinto un campionato»

Ninni Corda è però un ambizioso, il traguardo è arrivare ad allenare in serie A?

«Ho tre anni di contratto e intendo continuare a fare bene nel Savona, dove posso allenare ed essere anche manager. Col cavaliere Delle Piane c'è un grande rapporto che in questi anni sta dando i suoi frutti. Allenare nella massima serie è un traguardo che si pone ogni allenatore ma sappiamo anche che non sempre viene premiata la meritocrazia. Io e il mio staff lavoriamo con tanta voglia, i giusti stimoli per arrivare ad ottenere grandi risultati»

E vive anche intensamente le gare, ricordiamo il malore che ebbe qualche mese fa al termine della gara che sancì la promozione

«Di passione si può anche morire (ride, ndr). Io amo il mio lavoro e amo vincere, in ogni cosa che faccio do tutto me stesso»

A volte rischiando di essere allontanati dalla panchina dall'arbitro

«Da quel punto di vista sono migliorato tantissimo, è un anno che non vengo espulso dagli arbitri e ormai sono ricordi vecchi. Ho appena scontato due giornate di squalifica perché mi ha fermato la Procura Federale dopo aver espresso giudizi lesivi nei confronti dell'arbitro nel dopogara di Pavia. Con queste due giornate vuol dire che mi sono giocato il bonus e, perciò, chiuderò l'anno stando sempre in panchina»

Nelle due giornate trascorse in tribuna in panchina c'era Mattu, non è che magari le eventuali chiamate dalle categorie superiori arriveranno al suo vice?

«Giovanni è mio cognato ed è come un fratello, è il miglior assistente che potessi avere nei professionisti. Facciamo tutto assieme, io sono per lui un punto di riferimento come lui lo è per me»

Domenica il campionato di Prima Divisione è fermo e mercoledì c'è la Coppa Italia, poi la sfida contro il Como che riporta alla mente belle vittorie

«Ora pensiamo alla gara di Cuneo perché ci teniamo alla Coppa, poi so che la sfida contro il Como sarà particolare per me perché è l'altro mio grande amore oltre al Savona. Nel 2007 vincemmo il campionato di serie D e la Coppa Italia, non fu facile perché il Como veniva da due quarti posti in serie D nonostante partissero sempre per vincere. I tifosi lariani mi sono rimasti nel cuore e credo che sarà più particolare la gara di ritorno quando giocheremo al Sinigaglia»

A Como ci arrivò dopo aver vinto il campionato di serie D a Tempio, poi ci fu la stagione e mezzo all'Alghero con una grande salvezza e i playoff l'anno successivo

«Fu un biennio importante, con il presidente Corrado Sanna facemmo un grande lavoro. L'esclusione nel 2010 dalla C2 fu un'ingiustizia e una conseguenza del fatto che Sanna fu lasciato solo alla guida del club»

Ninni Corda che ottiene successi è la dimostrazione che un tecnico sardo può imporsi anche oltre l'Isola

«In Sardegna ci sono tanti bravi allenatori, di Bernardo Mereu conosciamo tutti il valore ma a me piacciono anche Pierluigi Scotto e Antonio Prastaro. Però aggiungo che per poter essere realmente competitivo occorre confrontarsi anche oltre Tirreno»

In Lega Pro la Sardegna è stata assente per due anni, è mancata agli allenatori la possibilità di mettersi in mostra

«Assolutamente sì ed è stata una brutta botta non solo per gli allenatori ma anche per i giocatori sardi. Venivamo da stagioni in cui in serie C2 c'erano Torres, Olbia, Nuorese e Alghero. Tra l'altro la nostra Regione è una delle poche in Italia che dà contributi alle società che partecipano ai campionati professionistici. Speriamo che, oltre alla Torres, tornino subito nei prof altri club sardi»

Lei ha avuto successo alla guida dei Giovanissimi del Cagliari, come sono i rapporti con il club rossoblù?

«Fino a che c'era Francesco Marroccu direttore generale abbiamo avuto qui giocatori che uscivano dalla Primavera (Carta, Gallon e Mannoni, ndr), ora nessun altro ma con il presidente Cellino c'è sempre stima e se avrà bisogno di mandare qualche bravo giovane a fare esperienza in Lega Pro siamo pronti ad accoglierlo. Intanto è arrivato Andrea Felleca, una ragazzo di 15 anni di Selargius, che l'anno scorso era negli Allievi dei rossoblù. Giocherà nella Berretti di Pierluigi Lepore e a volte verrà aggregato alla prima squadra come è capitato in questi giorni. Ha un gran fisico e, se si impegnerà come sta facendo, noi crediamo che potrà fare in futuro cose importanti»

Il tema giovani è sempre caldo in Lega Pro, il campionato ha rischiato di partire subito con un sciopero

«Io dico che dovrebbe giocare sempre chi merita ma so anche che ci sono società bisognose di quelle risorse che la Lega distribuisce in base ai giovani impiegati. Alla base della protesta c'era la decisione di assegnare parte dei contributi alle società che mandano in campo giocatori con una età media di 25 anni per la Prima Divisione e 24 per la Seconda. Io stavo dalla parte della Lega perché comunque le società non sono obbligate a rispettare questi parametri»

Ma così non si rischia di dover fare una formazione o i cambi con una calcolatrice in mano per vedere se si rispetta o meno la media?

«Per quanto mi riguarda non è un problema perché abbiamo una rosa al di sotto dei 25 anni di media perciò non sto lì a guardare l'età di chi gioca o entra a gara in corso, magari altri allenatori devono stare attenti anche a queste cose e per loro è senz'altro più complicato»

Torniamo in Sardegna. Che ne pensa, invece, dell'utilizzo obbligatorio dei 4 fuoriquota per le squadre di Eccellenza e Promozione?

«Regola sbagliata perché è la morte della meritocrazia. Tra l'altro le squadre sarde di Eccellenza che fanno gli spareggi per la serie D o la Coppa Italia nazionale si confrontano con avversari costruiti prevedendo l'utilizzo di due soli fuoriquota. E poi in Sardegna non c'è tutto quel materiale di giovani da giustificare un così elevato numero di fuoriquota da schierare obbligatoriamente, chi è bravo giocherebbe a prescindere»

Mister Corda chiudiamo con un'ammissione: a Savona è stata più un'impresa la salvezza del primo anno o la vittoria della scorsa stagione?

«Per me sono entrambi dei bellissimi traguardi. Salvarci in quelle condizioni fu durissimo dal punto di vista mentale ma quando vinci un campionato e lo fai da non favorito il sapore è diverso. Ora c'è tanto entusiasmo a Savona»

Fabio Salis

In questo articolo
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
4 Andata