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Serie D
Futuro differente tra i due club sardi

Olbia e Torres la finale playoff è diventata un bivio: i galluresi aspettano il ripescaggio, i sassaresi rivivono un'estate incerta

Brava Torres e bravissima Olbia. La finale playoff tutta sarda ha visto imporsi i galluresi in virtù di una partenza sprint che ha sorpreso i sassaresi colpiti a freddo dalla punizione di Mastinu dopo 6' e graziati da Cossu al 10' con il palo colpito dalla lunga distanza. Nel risalire la china i rossoblù ci hanno messo cuore ed orgoglio ma le energie a fine stagione erano al limite e l'assenza di un giocatore come Scotto, l'unico in grado sulla trequarti e in area di inventare qualche giocata decisiva, si è fatta sentire parecchio con Musto e Chelo quasi mai pericolosi al cospetto dei rocciosi Dametto e Miceli.

 

Ma la Torres va applaudita a lungo, come hanno fatto i suoi tifosi da una curva al completo come da tempo non si vedeva e da una tribuna colma di gente per dare ai ragazzi di Marco Sanna il giusto e doveroso tributo per la lunga ed estenuante rincorsa fatta da novembre. Cioè da quando la squadra guidata allora da Pino Ferazzoli annaspava a centro classifica con 3 sconfitte in 11 giornate mentre con l'arrivo del mediano sassarese ha cambiato letteralmente marcia diventando solida, compatta, sicura nel gioco e arrembante con testimoniano le prime vittorie nette a Nuoro e col Flaminia. Il pareggio di Trastevere ha dato conferma di uno spirito nuovo e battagliero, l'1-1 acciuffato in nove contro undici aveva il sapore della vittoria poi realmente conquistata col Lanusei, in modo limpido sebbene con tante assenze. A Grosseto ha costretto la capolista a salvarsi a 2' dalla fine me è con l'anno nuovo che Demartis e compagni hanno spinto come forsennati infilando 4 vittorie consecutive che hanno fatto sognare il primo posto distante a fine gennaio solamente 4 lunghezze. La sconfitta a Viterbo in quello che sarebbe potuto essere il trampolino di lancio verso la vetta e, soprattutto, la penalizzazione di 4 punti per le vicende legate al coinvolgimento della società sassarese nel processo Dirty Soccer sul calcioscommesse, hanno ricacciato indietro i rossoblù, bravi ancora a risollevarsi e mettere in fila tre vittorie importanti con Arzachena, Ostia e Albalonga. L'inatteso ko di San Cesareo mentre si sperava di cancellare l'handicap col ricorso ha tolto ogni velleità per il primo posto. Con marzo scarno di impegni ma coi 2 punti restituiti sui 4 di penalizzazione, il pareggio in casa dell'Astrea (l'unico del ritorno dei ministeriali) ha mostrato una squadra col fiatone e spremuta fisicamente e mentalmente. Lo 0-0 al Vanni Sanna col Castiadas, dopo Pasqua, metteva a rischio gli stessi playoff poi blindati con un recupero di energie e di orgoglio inserito in un cambio ai vertici della società (Daniele Piraino al posto Domenico Capitani) non tanto gradito alla tifoseria. Ma le vittorie, 4 nelle ultime 5 gare, hanno lasciato le cose in stand-by sebbene il finale era thrilling per gli altri 2 punti tolti questa volta dal Tribunale Federale Nazionale per alcune irregolarità nei pagamenti ai propri tesserati relative alla precedente stagione. Il ricorso (poi respinto) per quest'ultima sentenza ha fatto slittare di una settimana l'inizio dei playoff perché la classifica poteva essere ridisegnata cambiando gli incroci degli spareggi. Niente di tutto ciò e palla di nuovo rotolante con il pareggio rocambolesco col Rieti (gol di Musto a 3' dalla fine dei supplementari) e poi la finalissima di fronte a 4mila spettatori persa di misura con l'Olbia. Un'eventuale vittoria al Vanni Sanna contro i galluresi sarebbe stata inutile ai fini del ripescaggio, per via delle condanne per illecito sportivo, ma la promozione la meriterebbe Marco Sanna per il lavoro fatto e per come ha tenuto vive le motivazioni di un gruppo di giocatori oltremodo professionali e meritevoli di aver risvegliato il tifo rossoblù. Spenti i riflettori alle gare ufficiali si sente forte il vento del fuggi fuggi generale, la richiesta della Sassari calcistica di confermare in blocco la squadra sembra già impossibile con Gigi Scotto che annuncia l'addio, Lisai lusingato dalle sirene del Grosseto e il nome di Musto nel taccuino di club di serie A. La certezza sembra essere quella che la Torres rivivrà l'ennesima estata travagliata della sua storia e ogni giorno che passerà senza notizie sui programmi societari sarà un colpo alla ritrovata passione del tifoso rossoblù. 

 

L'Olbia, invece, va valutata per il 2016 cioè quando la nuova proprietà, legata con un filo diretto al Cagliari e insediata da poco più di un mese, era reduce da un rivoluzionario mercato di dicembre e dall'annuncio della ciliegina Andrea Cossu. Dopo la Befana il presidente Marino ha deciso anche il cambio in panchina affidandola a Michele Mignani al posto dell'esonerato Oberdan Biagioni. L'esordio del nuovo tecnico (ex collaboratore di Mario Beretta nel Siena e Latina) a Castiadas ha fatto subito vedere pregi e difetti di una squadra in assemblamento e capace di segnare 3 gol in 25' per poi soffrire maledettamente il ritorno dei sarrabesi che hanno rimontato il triplo svantaggio e sfiorato il 4-3. Anche il pari in affanno con la Nuorese dava il senso del grande lavoro da fare che però non ha spaventato né il tecnico e né la squadra visto che sono arrivate le grandi vittorie interne ai danni delle big Grosseto e Rieti (all'epoca entrambe capolista) inframezzate da un pari col Trastevere, unico all'interno di un pacchetto di sei vittorie di fila culminato col 3-1 all'Astrea che ha segnato l'ingresso dei bianchi per la prima volta nei playoff a 7 giornate dal termine. Il finale ha visto ad Albano Laziale la prima e unica sconfitta dell'era Mignani, seguita da due pareggi di fila con Viterbese e Ostia ma con prestazioni comunque ottime che si sono ripetute specialmente nei playoff. Lì i bianchi hanno raggiunto il culmine della loro crescita tecnico-tattica: difesa impenetrabile con i granitici Dametto e Miceli, gioco fluido con la sapiente regia di Geroni e fantasioso con i guizzi di Cossu (decisivo a Grosseto) e Piredda, per un attacco imperniato su Mastinu (gol vittoria a Sassari) e Molino in alternanza a Caboni, quest'ultimo preferito al capitano negli spareggi e autore del gol del vantaggio a Grosseto. Con la vittoria nei playoff il club di Marino entra nella lista delle ripescabili col settimo posto che potrà poi crescere man mano che alcuni parametri (stadio) e condizioni economiche (fidejussione probabilmente da 300 mila) creino una scrematura a favore dell'avanzamento in graduatoria dei galluresi. Che hanno festeggiato il successo con la Torres come se ci fosse l'immediato ingresso in Lega Pro. Probabilmente lo sarà ma molto dipenderà dalla riunione del consiglio federale del prossimo 7 giugno quando si deciderà il sostituto di Antonio Conte alla guida della Nazionale ma si deciderà anche della Lega Pro che verrà, dei criteri dei ripescaggi partendo da una base certa che è quella della graduatoria ottenuta dal quoziente punti e che vede i bianchi al settimo posto tra le vincitrici dei playoff. 

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
Girone G