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Puggioni, i perché dell'addio alla Torres: «Mi sento tradito, Lorenzoni mi ha deluso»
«Insulti immotivati, tifosi e squadra favolosi»

Puggioni, i perché dell'addio alla Torres: «Mi sento tradito, Lorenzoni mi ha deluso»

Dal giovedì alla domenica. In pochi giorni si è consumanto l'addio di Fabio Puggioni alla Torres, voluto più dal presidente Antonello Lorenzoni che dal centrocampista di Carloforte che, quest'estate aveva rinunciato a tante offerte, anche economicamente più valide, pur di vestire ancora un anno la maglia della Torres perché «Sassari è un ambiente magico - spiega Puggioni - e io amavo la maglia rossoblù e i suoi fantastici tifosi». E, così, dopo aver giocato da titolare la gara di sabato a Pula ora si ritrova a spasso rimpiazzato dall'ex Arzachena Luca Di Prisco. Galeotto fu l'anticipo pareggiato 1-1, dopo 12 vittorie di fila dei rossoblù, come spiega il 28enne centrale di centrocampo: «Giovedì il presidente mi ha parlato dicendo che circolavano voci per cui io volevo andare via, gli ho risposto che assolutamente non volevo mollare ma che avrei continuato a dare il mio contributo perché volevo vincere il campionato con la Torres».

E invece che è successo poi?

«Che sabato ho giocato dal 1' per l'assenza di Manzini avendo la fiducia di mister Giorico che avrebbe potuto far giocare Piras al mio posto. Ma, dopo pochi minuti di gioco, il presidente Lorenzoni ha iniziato ad insultarmi dalla tribuna in modo pesante e vergognoso. Non capisco il perché visto che la partita era appena iniziata e comunque avevo fatto l'assist per il gol di Idda. Mio padre, che era seduto vicino al presidente e sentiva gli insulti, gli ha detto: “Ma che gara sta guardando?”. Da lì è nato poi un battibecco, sta di fatto che io non avrò giocato una grande partita ma non ero neanche così penoso in campo»

Hai cercato un chiarimento con Lorenzoni?

«Certo, anche perché con il presidente avevo un grande rapporto, mi ha rivoluto alla Torres dopo l'esperienza a Castelsardo. A fine partita l'ho chiamato per capire perché mi aveva puntato e insultato davanti alla mia famiglia quando avrebbe potuto dirmi le cose in faccia, lui si è risentito e ha risposto che la Torres poteva benissimo fare a meno di me. Mi ha messo in cattiva luce e portato all'esasperazione per andarmene via, sono profondamente deluso perché amo la Torres, lui si è comportato male dal punto di vista umano»

Ma perché, secondo te, si sarebbe comportato così il presidente che pure dimostra di voler riportare in alto la Torres?

«Perché vuole riapparire e rubare la scena dopo tutti questi mesi nei quali è stato oscurato dalle vittorie della squadra. Io non discuto la scelta tecnica, se mai fosse stata quella il vero motivo. Avrebbe dovuto fare l'uomo e se non c'era più spazio per me avrei preferito dicesse: “Fabio vai da un'altra parte, vieni dopo Manzini e Piras”. Che poi non era chissà quale novità visto che, quando ho rifirmato per la Torres sapevo bene che con la regola dei fuoriquota gli spazi si sarebbero ridotti e che avrei giocato meno rispetto all'anno scorso. La squadra stava vincendo e siamo andati subito in testa, ho accettato la panchina senza fare "casini" e facendomi trovare sempre pronto quando il mister mi ha chiamato in causa. Anche l'anno scorso c'erano Boncore, Aliotta, Mura, Dasoul e mi sono giocato le mie carte come stavo facendo quest'anno»

Come ti senti adesso?

«Tradito come persona. Io non ho mai avuto problemi comportamentali ovunque abbia giocato, anche in campionati di serie C2, ho fatto ottime stagioni e altre meno belle ma sono stato sempre apprezzato come persona, andare via così fa male, sono distrutto moralmente e ci metterò un po' di tempo per recuperare di testa»

Che rapporto avevi con il tecnico Giorico?

«Ottimo, anche se da fuori poteva sembrare il contrario visto che non giocavo titolare. Ma mister Giorico è una persona sincera, mi ha fatto sempre entrare durante le partite, mi stimava e mi faceva sentire importante all'interno dello spogliatoio. E io mi facevo trovare pronto così come ho fatto a Pula quando mi ha schierato dal 1'»

E con gli ormai ex compagni come andava?

«In questi giorni da loro ho ricevuto tanti sms che mi hanno fatto piacere, ieri hanno interrotto l'allenamento per venirmi ad abbracciare, mi sono venuti i brividi. Io mi sentivo importante dentro lo spogliatoio, ho legato maggiormente con Deliperi e Falchi, ma andavo d'accordissimo anche con De Carlo e gli altri compagni nuovi, compreso tutti gli ex Fertilia. Lasciare un gruppo così per me è un grandissimo dispiacere, loro però devono ripartire e pensare a vincere il campionato»

Tu che li conosci, riusciranno ad andare in serie D?

«Secondo me no, ma non perché non siano i più forti ma perché il presidente Lorenzoni non sa gestire le situazioni. Io sarò contento per i giocatori se ce la faranno e mando un in bocca al lupo alla Torres perché merita di disputare ben altri campionati che non l'Eccellenza»

Anche i tifosi non hanno ben capito questo addio fulmineo

«Perché, come me, lo trovano assurdo. Sassari è una piazza esigente, vuole il risultato ma apprezza l'impegno se dai il massimo in campo. Per me i tifosi della Torres sono fantastici, li ringrazierò sempre»

Cosa conservi di questa esperienza alla Torres?

«Tantissime cose belle, dai playoff regionali vinti alla cavalcata che stavamo facendo quest'anno contro un avversario forte come l'Olbia. Il rapporto bello coi tifosi in un ambiente magico, perché essere alla Torres ti senti un giocatore. Mi porterò dietro anche un grande insegnamento che poi evidentemente è il mio limite: non conviene essere un bravo ragazzo, comportarsi bene non paga, bisogna essere più cattivi»

E ora da dove riparti?

«Non lo so ancora, qualche proposta l'ho ricevuta ma non ho deciso, non ho la testa giusta, le batterie sono scariche, devo azzerare tutto e ripartire. Sassari è una piazza che ti dà grandi stimoli, in un'altra squadra bisogna andare con la testa giusta sennò sarà un fallimento per me»

Si dice che Muravera, Castiadas e Carbonia si siano messe in fila per averti

«Vediamo, vediamo. Quando sono andato a Muravera con la Torres il presidente Carta mi ha detto: "Per te ci siamo sempre". Loro mi volevano già quest'estate e anche il Carbonia mi voleva, con il tecnico Mannu poi ho lavorato bene. Ma anche giocare in Promozione non sarebbe un problema visto che l'ho scelta andando proprio a Muravera dopo l'anno in C2 con l'Igea, l'Eccellenza di adesso è di basso livello con la regola dei quattro fuoriquota»

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2011/2012
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Sardegna
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