Per l'ex fantasista è la prima volta in panchina
Renato Marini, giallorosso a vita: «Un onore allenare il Calangianus, ci metterò impegno e serietà»
Col Calangianus ha giocato 7 campionati in serie D, diversi altri in Eccellenza, per l'ultra secolare club giallorosso Renato Marini è una di quelle poche bandiere in 110 anni di storia (li compirà quest'anno), che ora avrà pure il grandissimo privilegio di poter guidare dopo aver messo, due mesi fa, il chiodo alle scarpette. «Per me è un onore - dice l'ex fantasista classe 1974 - è stato bello giocare per la squadra del tuo paese e sarà bellissimo quando mi siederò per la prima volta sulla panchina del Calangianus, spero di fare bene». Come ha sempre fatto da giocatore, anche nell'ultima stagione, a 40 anni compiuti, dove è risultato il trascinatore per la salvezza. Gli è mancata solo il professionismo: «Quand'ero ragazzino sfumò la possibilità di giocare nel Tempio in C2 (per una diatriba tra i dirigenti del Calangianus e quelli dei galletti, ndr). Nel 1999 feci 10 giorni di preparazione alla Torres in C2, stavo per firmare il contratto ma poi il diesse Nello De Nicola portò Luca Amoruso e vinsero il campionato. Nel dicembre del 2007 andai all'Alghero in serie D, facemmo una grande rimonta e fummo ripescati in C2 dopo aver disputato i playoff». Il rammarico per non aver fatto un'altra carriera c'è: «Quello sì, ma più che altro per vedere se fossi stato all'altezza. Evidentemente più della serie D non potevo andare». E quasi sempre al Calangianus salvo poche uscite fuori. Ad Alghero arrivò dopo aver giocato nel Corsico, squadra milanese che faceva l'Eccellenza lombarda. Con l'Arzachena giocò in D, prima ancora ci sono state le esperienze con Tempio («L'anno di Petrone, che mi volle dopo che con lui vincemmo il campionato di Eccellenza col Calangianus e poi ci salvammo bene in serie D») e La Maddalena («In panchina c'era Senigagliesi»), poi il Lauras prima del gran ritorno in giallorosso dello scorso anno.
Smettere non è mai facile, quando lo fai a 40 anni pensi comunque di aver dato molto al calcio
«Già con mister Scano, ad inizio della scorsa stagione, avevo deciso di smettere, poi mi ha chiesto di dargli una mano sul campo. Allora ho dovuto mettere un po' d'olio sulle gambe ma per fortuna i giovani correvano per me, quando ci siamo salvati battendo il Serramanna ai playout ho regalato tutte le mie scarpette ai ragazzi della squadra e lì ho detto davvero basta»
C'è il detto latino "nemo propheta in patria", riuscirà Renato Marini a smentirlo?
«I presupposti per far bene ci sono, la società ha messo su basi serie che ho potuto verificare quando mi ha chiesto la disponibilità. Anche se è il mio primo anno da allenatore non posso buttarmi allo sbaraglio, certo è che quando presi il patentino a Tempio quattro anni fa pensavo di iniziare ad allenare i bambini, mi è sempre piaciuto ma poi è arrivata questa opportunità che ho voluto cogliere»
C'è un po' di timore nell'affrontare un ruolo sconosciuto?
«Nessun timore di non essere all'altezza ma la giusta preoccupazione che può avere un allenatore al suo primo anno perché ancora deve calarsi in un ruolo ancora non suo»
Cosa chiederà agli ex compagni e ai nuovi arrivati?
«Impegno e serietà ma che non manchi neanche l'allegria. Conto molto sul gruppo anche se nel calcio non sai mai come andrà a finire e bisogna mettere nel conto anche di non poter far bene»
Cosa aspettarsi dalla prossima stagione e quali saranno gli obiettivi?
«Sarà un'Eccellenza difficile e competitiva specie col ritorno a 18 squadre. Stiamo costruendo un buon gruppo che ottenga prima possibile la salvezza in modo che poi possiamo divertirci. Di sicuro vogliamo evitare il patema d'animo dell'anno scorso, con la salvezza arrivata ai playout»
L'importanza di Franco Scano in queste ultime stagioni tra Lauras e Calangianus
«Non posso che ringraziarlo, con lui ho lavorato bene anche a Luras. Il mister e il preparatore atletico Fabrizio D'Elia si sono dimostrati dei professionisti, sono loro in primis gli artefici di quello che è stato un miracolo sportivo, ovviamente merito anche della società che ha creduto in loro anche quando le cose non stavano andando bene. Cercherò di continuare il lavoro che ha fatto Franco, confermando tutte le cose buone che abbiamo fatto specie del girone di ritorno. Da lui ho imparato tanto»
In carriera hai avuro anche tanti altri allenatori, da chi trovare ispirazione?
«Ottavio Strano a Calangianus in serie D, Stefano Senigagliesi nell'anno in cui giocai a La Maddalena, due ottimi tecnici. Ma anche Giuseppe Leggieri ad Arzachena o Michele Tamponi a Calangianus sono tecnici molto preparati»
Con quale modulo si schiererà il Calangianus di Marini?
«Dipende dai giocatori che hai. A me piace il 4-3-3, così ci disponeva in campo Scano e anche Tamponi. Il 4-4-2 lo facevano Strano e Senigagliesi e anche lì fummo efficaci. Alla fine dovremo essere bravi a saper fare diversi moduli, nel calcio di oggi devi saper cambiare spesso durante la stagione e nel corso della stessa partita»
La vostra stagione dipende dai gol di Gigi Marras
«Non solo dai suoi. Però confido molto in lui, lo reputo un grande attaccante che può dare molto anche se viene da una stagione non brillante. I gol li ha sempre fatti e non credo che si sia dimenticato, con noi si divertirà e noi ci divertiremo ad aver un bomber così. Per noi sarà un valore aggiunto ed è la ciliegina del nostro mercato»
Importante aver confermato lo zoccolo duro
«Certo che sì. Di Angelo e Tusacciu sono due esterni che potrebbero giocare in serie D, Gori, Cugini e Deriu sono basilari per come intendo io fare gruppo. Ci darà una mano anche Pischedda, peccato non essere riusciti a riconfermare Piscopo»
Gigi Marras tra i nuovi arrivi e poi?
«Abbiamo l'accordo con Nicola Murgia, portiere importante all'ultimo anno da fuoriquota. Poi dall'Olbia arriveranno dei ragazzi (i '95 Davide Budroni e Andrea Asole, il '96 Riccardo Mutzu,ndr) che ha allenato mister Tamponi nella Juniores»
Importante anche il ruolo che avrà il Signora Chiara, campo storicamente ostico per gli avversari del Calangianus
«Esattamente. La scorsa stagione abbiamo costruito la salvezza in casa vincendo 9 delle ultime 11 gare tra le nostre mura amiche e pareggiando negli altri due casi. I tifosi sono molto importanti, siamo riusciti a riportarne diversi al campo perché hanno apprezzato il nostro impegno, spero aumentino ancora»
Renato, chiudiamo col ricordo di una o più annate più belle da giocatore giallorosso
«Ce ne sono parecchie. Dall'anno della vittoria del campionato di Eccellenza con Goveani presidente all'incredibile salvezza con Strano in panchina, fummo ripescati nel 2004 ci misero nel girone H laziale-pugliese, unica sarda destinata a retrocedere, arrivammo noni e segnai 14 gol. Ma ricordo volentieri anche l'ultima stagione iniziata con grandissime difficoltà societarie, poi abbiamo fatto una bella rimonta e ottenuto una salvezza miracolosa che ora mi permetterà di iniziare a fare l'allenatore in Eccellenza»