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Il bomber, la famiglia e la passione per il calcio

Salerno, il sogno oltre il Lanusei: «Vorrei giocare in serie D»

Potrebbero essere i perfetti protagonisti di un film di Federico Moccia, che di tanto in tanto si diverte a raccontare amori adolescenziali che in alcuni (rarissimi) casi proseguono anche al di fuori dell’ambito scolastico. I nostri protagonisti sono Daniele Salerno, l’attaccante goleador del Lanusei e la moglie Serenella: 26 anni entrambi, si sono conosciuti sui banchi di scuola e lo scorso anno, il 27 giugno 2009, sono convolati a nozze. Simone, il loro primogenito, è tifosissimo del papà. Nelle dieci domande dell’intervista doppia, hanno raccontato la loro dolcissima storia d’amore.

Come vi siete conosciuti?

D – «Sui banchi di scuola; anzi dirò di più, oltre che essere compagni di classe, eravamo anche compagni di banco»

S – «Alle superiori. Eravamo compagni di classe»

 

Chi dei due si è accorto prima dell’altro?

D – «Lei. Io ero il solito galletto della classe e nonostante fossimo compagni di banco, non mi resi subito conto della ragazza che avevo al mio fianco»

S – «Lui. Un bel giorno si è dichiarato con un sms»

 

Colpo di fulmine o lento innamoramento?                   

D – «Direi lento e progressivo innamoramento»

S – «Lento innamoramento, molto lento. Ci conoscevamo già da tre anni, ma nessuno faceva il primo passo»

 

Cosa ti ha colpito del tuo partner e cosa pensi abbia colpita di te al tuo partner?

D – «La sua straordinaria dolcezza. Io credo per la simpatia e forse per un pizzico di bellezza»

S – «Devo essere sincera, inizialmente niente. Poi, oltre la bellezza, con il passare del tempo ho scoperto anche la sua simpatia e la sua solarità. Ma aggiungo anche che è era ed è un grande rompiscatole. Di me, immagino l’aspetto fisico»

 

Un suo pregio e un suo difetto?

D – «Un pregio è senza dubbio la sua proverbiale calma; i toni alti non fanno parte dei suoi modi di fare. Trovarle un difetto è veramente un’impresa impossibile»

S – «Due pregi su tutti: tanto buono e dolcissimo. Un difetto potrebbe essere la sua testardaggine»

 

In quali momenti perdi la pazienza?

D – «Mai!»

S – «Capita di rado, se non quando siamo veramente molto stanchi dal lavoro, ma credo sia normale»

 

Cosa significa per te il calcio?

D – «È una grande passione che coltivo fin da piccolo; oltre che essere un divertimento, rappresenta un modo di socializzare con tantissime persone. Vivrei 24 ore su 24 di calcio»

S – «Sinceramente prima di conoscere Daniele non amavo il calcio, ma ormai adesso fa parte della nostra vita. Poi a nostro figlio Simone piace tantissimo e quindi riesco a seguirlo con ancora più piacere. E’ anche un modo per uscire e distrarsi fuori dal lavoro e dalle faccende di casa»

 

La domenica sera sport o Cinema?

D – «Sport tutta la vita!»

S – «Domanda fin troppo semplice, sport»

 

Trovi la lampada di Aladino hai tre desideri a disposizione per il 2011: uno per te, uno per il partner e uno per la coppia.

D – «Personalmente vorrei provare un’esperienza in qualche categoria superiore, magari in Serie D; per lei il replay del viaggio di nozze; mentre per noi, inteso come famiglia, mi piacerebbe avere altri due figli»

S – «Non sento esigenze particolari, però sogno un bel viaggio senza la presenza del calcio e soprattutto senza badare a spese; desidero per lui anche solo una presenza in Serie A; la nostra famiglia è semplice, stiamo davvero bene, magari ci vorrebbe una disponibilità economica migliore e perché no, una sorellina per Simone»

Giovanna Falchetto

In questo articolo
Squadre:
Giocatori:
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
Sardegna
14 Andata
Girone A
Intervista